Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale
di Diego Pignatelli Spinazzola

L'entelechia psichica ed il sacro temenos protettivo: Osservazioni sulla psicologia dell'individuazione di C. G. Jung. Aprile 2012

La compagine archetipica si apre diramando costellazioni in latenza. Ogni individuo è costellato da archetipi che nell'entelechia individuativa, la genesi del Sè, rappresentano un tema di fondo. L'archetipo, questa dimensione altra, è soggetta ad una proiezione numinosa. Proiezione che nell'uomo primitivo, vedeva svolgere determinate mansioni o rites d'entrèe al fine di canalizzare l'energia e mediarla nei riti e nelle adorazioni cultuali.
C. G. Jung ce ne dà un esempio in Libido, Simboli e Trasformazioni (Jung 1912). Potremmo individuare nella psiche primordiale, non solo una sofisticata cosmologia, ma anche una creativa propensione, che Neumann ha evidenziato essere di gravitazione psichica nell'inconscio (Neumann 1949). Grazie a questa scarica, quest'abbaissement du niveau, il primitivo scioglieva la tensione in atti e mansioni creative, attivandone i profondi contenuti simbolici. Qualcosa che ritroviamo come libido regressiva nella condizione artistica. Nel bambino tale propensione si autorappresenta come il suo più interno Sè, il rotundum, ed i cerchi della prima infanzia, usualmente rappresentano il mandala, il cerchio magico.
Un autentica rappresentazione del cerchio magico è la dimensione analitica, il temenos. Il temenos suole essere quel recinto sacro, quello spazio protetto che contiene lo stato indigente del paziente. Casi di nevrosi o di psicosi necessitano di contenitori per mantenere l'energia archetipica, attivarla e scioglierne i complessi autocostellantisi.
Il temenos funge proprio da contenitore interattivo tra analista ed analizzando, un contenitore che mantenga quegli strappi e quelle lacerazioni che la psiche ha prodotto e che mantenendo anche una funzione protettiva saldi il mondo interno del paziente con il mondo esterno della realtà. Ma nella psicologia analitica anche i fatti psichici raggiungono una rilevanza tale, che interno ed esterno, invisibile e visibile comunichino tra loro nella funzione trascendente, ossia quella funzione che poi si rivela essere quella congiunzione simbolica, che per metodo di amplificazione, avvicini il paziente non solo alla sua realtà immaginativa, ma anche e soprattutto a contesti territoriali di una psiche che vuole rivendicare in profondità l’intima sede dell'anima. La funzione trascendente congiunge i poli, sospende gli opposti e li riunifica. La croce come funzione trascendente di Cristo, archetipo del Sé, avvicina gli opposti e li differenzia. Il suo quaternio, i quattro angoli ,sono un mandala della quaternità, ma anche uno stato di differenziazione e trascendenza. Come per legge enantiodromica, la conversione tra le istanze, equilibria proprio la funzione trascendente, che traspare altresì come funzione psichica autoregolatrice. Il decorso è il processo dell'individuazione, cioè il grado di entelechia, il processo teleologico che guida il sè nel progetto di auto-compimento. Se per Neumann questo processo risulta essere la centroversione (Neumann 1949), per Jung, è lo stesso progetto esistenziale di un Sè che estendendosi nel processo di trasformazione alchemico con i suoi portati mistici ed esoterici, compone quell'unità, la cui diretta forza espressiva suole proprio essere l'archetipo dell'individuazione. Miti, riti e leggende di tutti i popoli hanno da sempre espresso la sua forza vivificante nell'archetipo dell'eroe. L'eroe media la funzione conscia ed inconscia, e fa da spartiacque tra la funzione simbolica della psiche collettiva e la realtà depurata da residui e contenuti antichi e mito-ancestrali del collettivo. Egli si propone come simbolo unificatore di una scissione avvenuta nella coscienza collettiva. Con il portato simbolico e con immagini retrospettive dell'inconscio, l'eroe, quest'istanza auto-identificatasi nel tertium della funzione trascendente, quale suo degno rappresentante, svolge la funzione di Archetipo del Salvatore. Queste sono anche identificazioni che faranno il loro corso nella psiche dell'analizzando, affinché questi prenda possesso di autentiche forze rinnovatrici, di istanze numinose. L'ultimo scoglio è lo sciogliersi di questa pericolosa identificazione con l'archetipo dell'eroe sovracitato, ed il ridimensionamento di questi, nella psiche umana quale mediatrice del collettivo e delle sue istanze. La genesi del Sè si è attuata e con esso la sua entelechia, quale principium individuationis, capace di inserire l'individuo nel suo contesto specifico, attraverso un equilibrio delle sue funzioni conscie ed inconscie, differenziate e non differenziate, rientranti a far parte di una più vasta totalità psichica. Per estensione di questo processo, il Sè occupa ora la nuova dimensione di una psiche che dapprima malata e lacerata, non conteneva gli strappi. Strappi che guariscono nella psiche in quell'amplificazione di contenuti inconsci, del loro riconoscimento ed ampliamento nella coscienza schiusa in una nuova fase predisposta al processo di entelechia psichica e di una nuova sintesi teleologica.

Diego Pignatelli Spinazzola

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Bibliografia
Neumann, E., Storia delle Origini della Coscienza, Astrolabio Ubaldini Editore 1978 Roma (con prefazione di Gianfranco Tedeschi).
Neumann, E., La Grande Madre: fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio; Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1981.
Jacobi J., Complesso, Archetipo Simbolo nella Psicologia di C. G. Jung, Bollati Boringhieri, 2004, Torino.
Jung C. G., Op. Volume 9** Aion: Ricerche sul Simbolismo del Sè, Bollati Boringhieri, ristampa 2005.
Jung C. G., Scritti scelti, a cura di J. Campbell, Edizioni Red, Milano, 2007.
Jung C. G., Gli Archetipi dell’inconscio collettivo, Bollati Boringhieri, Torino, 1977.
Jung C. G., Tipi Psicologici, Newton and Compton editori, Roma, 2009.
Jung C. G., La psicologia dell’inconscio, Newton and Compton editori, 1989, Roma.
Jung C. G., La libido, simboli e trasformazioni, Newton Compton Editori, 2006, Roma.
Jung C. G., Psicologia e Alchimia in Opere Vol 12, Bollati Boringhieri editore, 2006, Torino.

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