Dopo Brasile e Australia è la Turchia la potenza emergente che ora sta crescendo in modo esponenziale e offre nuove opportunità di lavoro.
La Turchia offre lavoro
Secondo Deloitte Turchia, il valore delle grandi acquisizioni all’estero è pari a sette miliardi e mezzo di dollari e coinvolge grandi marchi come Godiva Chocolates, Villeroy&Boch e, a breve, anche l’italianissima Lumberjack. Dato ancora più significativo, soprattutto per noi italiani, è che presto vicino a Izmir sorgerà una fabbrica di Nutella, che occuperà circa duecento dipendenti, ampliando l’offerta di prodotti locali, oggi quasi interamente nelle mani della Holding Yildiz (13 posizioni aperte, Y).
Ma come la Ferrero, anche numerose multinazionali stanno facendo campagna di reclutamento sul territorio: General Electric e Henkel selezionano rispettivamente 39 e 6 laureati in ingegneria ed economia. Panasonic, Texas Instruments, Arbor Networks, Intel, 3M, NetApp, Sas, Microsoft e la locale TeknoSa offrono complessivamente più di 50 candidati fra personale impiegatizio, manager e stagisti. Mentre sono oltre dieci i consulenti valutati da Towers Watson, Ernst&Young, Accenture, e KPMG avvia programmi di training a Istanbul, Ankara e Izmir.
Nel chimico-farmaceutico, Novartis, Roche, Quintiles, Amgen, Pfitzer, Abbott e Dupont hanno una quarantina di posizioni aperte.
Anche l’Italia fa la sua parte: con più di 800 aziende in cui lavorano ben 24.000 dipendenti è il 5° tra i principali investitori. Pirelli è presente dagli anni 60 e Fiat, dal proprio stabilimento di Bursa, distribuirà in USA una copia del Doblò e probabilmente progetterà la prima utilitaria made in Turkey. Le privatizzazioni di rete stradale ed elettrica e il nuovo boom delle costruzioni, poi, interessano il Gruppo Astaldi e il Gruppo Caltagirone.
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