Carlo Petrini è morto

Carlo Petrini è morto
16/04/2012 - Ex calciatore e poi fustigatore dei costumi del mondo del pallone: aveva 64 anni


Lutto nel mondo del calcio. E’ morto questa mattina nell’ospedale di Lucca Carlo Petrini, ex attaccante della Roma. Aveva 64 anni. Cresciuto nelle giovanili del Genoa, vestì anche la maglia del Milan nel 1968-1969, del Torino (’69 a ’71), con cui vinse la Coppa Italia 1970-1971. Petrini arrivò nella Roma di Nils Liedholm nella stagione 1975-1976.

LA CONDANNA – Vestì anche le maglie di Catanzaro, Ternana, Verona, Cesena e Bologna. Nel 1980 fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse, subendo una squalifica di tre anni e sei mesi amnistiata dopo la vittoria dell’Italia al Mondiale del 1982. Nel 2000 Petrini pubblico’ la sua autobiografia, intitolata “Nel fango del dio pallone” (Kaos Edizioni), in cui narro’ in prima persona fatti e trascorsi nel mondo del calcio, con la denuncia dell’uso di doping nel calcio negli anni Sessanta e Settanta.

LEGGI ANCHE: Le Iene e quel Bologna-Juventus combinato

LA MORTE DI BERGAMINI – Successivamente Petrini pubblico’ un altro libro intitolato “Il calciatore suicidato”, dove indago’ in prima persona sulla misteriosa morte di Donato Bergamini, calciatore del Cosenza, ritrovato morto nel 1989 sulla Statale 106, presso Roseto Capo Spulico. Successivamente ha pubblicato altri sei libri, l’ultimo dei quali e’ intitolato “Piedi nudi”, uscito nel 2010.


LA STORIA – Dopo aver chiuso la carriera nel calcio a meta’ degli anni ottanta si dedico’ agli affari, gestendo per qualche tempo una propria societa’ finanziaria. Dopo un iniziale successo, l’attivita’ fu compromessa dall’accumulo di debiti nei confronti di usurai e dal coinvolgimento dell’ex calciatore in un giro di cattive conoscenze. Per sfuggire ai creditori abbandono’ l’Italia e si rifugio’ in Francia, dove visse per alcuni anni nel completo anonimato. Le cronache tornarono a occuparsi di Petrini nel 1995, allorche’ il diciannovenne figlio Diego, morente per un tumore al cervello all’ospedale “Galliera” di Genova, lancio’ un appello attraverso i media, chiedendo di poter rivedere il padre, di cui non aveva notizie da ormai sei anni. Diego, promettente calciatore, mori’ senza aver rivisto Petrini, il quale aveva deciso di non tornare in Italia. Su questa triste vicenda Petrini scrivera’ piu’ tardi un toccante libro di poesie, dopo il suo definitivo ritorno in Italia nel 1998. Nel 2000 Petrini pubblico’ la sua autobiografia, intitolata “Nel fango del dio pallone” (Kaos Edizioni), in cui narro’ in prima persona fatti e trascorsi nel mondo del calcio. In particolare, il libro denuncio’ la pratica del doping che gia’ negli anni Sessanta-Settanta era dilagante: Petrini scrisse di esservi ricorso piu’ volte con la complicita’ dei medici sportivi, ma e’ l’intero sistema-calcio che nel libro viene messo sotto accusa, con le partite gia’ decise in anticipo dalle stesse societa’, i pagamenti in nero, l’estrema bassezza morale del calciatore tipo.


GLI ALTRI LIBRI – Successivamente ha pubblicato altri sei libri, l’ultimo dei quali e’ intitolato “Piedi nudi”, uscito nel 2010. Tutte le pubblicazioni sono edite da Kaos edizioni. Nel 2006, insieme ad altri ex calciatori tra cui Aldo Agroppi, ha aderito all’Associazione Vittime del Doping fondata da Claudia Beatrice, figlia di Bruno Beatrice, ex centrocampista della Fiorentina morto di leucemia nel 1987 a soli 39 anni. L’attore Alessandro Castellucci ha tratto dalla vicenda biografica di “Nel fango del dio pallone” una trasposizione teatrale che e’ stata rappresentata in tutto il Nord Italia ed in Toscana, riscuotendo un vasto consenso di critica e un notevole apprezzamento da parte del pubblico. Il regista Gian Claudio Guiducci ha dedicato alla vita di Carlo Petrini un film intitolato “Centravanti nato”, prodotto da Barbara Balzaretti, in cui con interviste e filmati d’epoca si ripercorre la vita del calciatore, sia in ambito sportivo che a livello personale.

LA MALATTA – Ha abitato fino alla fine dei suoi giorni nella natia Monticiano ed e’ stato affetto da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecita’ dell’occhio sinistro e la seria compromissione del destro. A detta dei medici che lo hanno curato nel corso degli anni, sottoponendolo a ben cinque interventi chirurgici, la malattia potrebbe essere stata correlata all’assunzione dei tanti farmaci dopanti e no, avvenuta durante la carriera di calciatore. (ITALPRESS)