Già un paio d'anni fa avevo sollevato la questione, che ripresento, a distanza di venticinque mesi, negli stessi termini. Trovo infatti profondamente ingiusto che esista un burocratico privilegio di genere, per cui, come regola di base, sia il genitore maschio trasmetta il proprio cognome, al contrario del genitore femmina.
Ripropongo quindi uno schema di nuova regola generale, che ponga sullo stesso piano i due genitori. Si tratta, senza nulla togliere alla trasmissione paterna, di affiancare quella materna. Per evitare equivoci, faccio notare che lo schema è costruito per evitare l'aumento esponenziale dei cognomi, che semplicemente raddoppiano di numero nel momento della prima applicazione, ma non continuano a raddoppiare ad ogni generazione.
Comunque, ecco un esempio, con nomi di fantasia (l'ordine cronologico-generazionale è, ovviamente, dall'alto in basso):
Come si vede il numero dei cognomi di una persona, non continua a moltiplicarsi esponenzialmente (lo ribadisco, non si sa mai).
Nel dettaglio, la trasmissione avviene in questo modo:
1) La prima volta, quando "tutti" hanno un solo cognome (caso banale, per cui non presente nel grafico), il padre trasmette i proprio cognome, così come la madre. Non credo valga la pena dilungarsi su questo passaggio.
2) Alla successiva generazione, il padre trasmette il cognome ricevuto lungo la linea paterna, mentre la madre quello ricevuto in linea materna. Siccome ho posto che l'ordine dei cognomi sia paterno-materno (e non materno-paterno), ordine che deve essere fisso (ho scelto quello più "conservativo"), in pratica, per vedere rapidamente come funzionano le cose, il padre trasmette ai figli il suo primo cognome (che è appunto quello in linea paterna), e la madre il secondo (appunto quello in linea materna).
3) Per tutte le generazioni successive, la regola funziona nello stesso modo.
Ci sono poi alcune situazioni particolari da considerare:
1) Accordo da parte di entrambi i genitori, che, liberamente, decidano di non seguire la regola di base: si può prevedere che possano farlo, ad esempio chiedendo di dare, per qualche ragione, solo il cognome del padre o solo quello della madre. Non penso però dovrebbe essere consentito dare un doppio cognome anteponendo quello matrilineare a quello patrilineare, per non creare confusione.
2) Presenza di un unico genitore: vengono trasmessi i suoi due cognomi. In pratica, essendo questi il primo del nonno ed il secondo della nonna, siamo ancora di fonte ad una coppia di cognomi patrilineare-matrilineare, e non si interrompe il meccanismo (diciamo che "aggira" la mancanza di uno dei genitori).
3) Punto fondamentale e critico: chi già oggi ha due cognomi. Nel caso questi siano già uno di tipo patrilineare ed uno matrilineare (o ad essi chiaramente riconducibili), penso si possa riapplicare il meccanismo di base. Se, però ci si trova di fronte a persone con due cognomi non "classificabili", allora c'è qualche problema. Se la persona accetta di trasmetterne solo uno ai figli, non ci sono particolari problemi. Se, però, non si riesce a trovare una soluzione accettabile, è possibile che i figli si trovino tre cognomi (due da parte di un genitore, ed uno da un altro). In casi, penso assai rari, potrebbe anche accadere di trovarsi di fronte a quattro cognomi (se entrambi i genitori ne hanno due al di fuori dello schema che ho descritto). Non ho una soluzione per questi casi particolari, dove ci si dovrebbe affidare anche al buon senso dei genitori.
4) Eventuale possibilità di adozione da parte di coppie omosessuali (irrilevante ai fini del discorso se si è o meno d'accordo: sto considerando tutte le possibilità): in questo caso, la coppia dovrebbe decidere quale cognome assegnare come primo (da considerare convenzionalmente quello patrilineare) e quale come secondo (convenzionalmente matrilineare)
5) Adozioni: da valutare se possono sorgere difficoltà
E' chiaro che il mio è solo uno schema di principio, per cui ci possono essere tante questioni da approfondire.
Saluti.
Midìl