Enciclica "CARITAS IN VERITATE" di Benedetto XVI.

[Augustinus]

Beh, in realtà non è vero, perchè il Barbarossa si fece incoronare imperatore proprio dal Papa e fu il Papa a volere la sua discesa in Italia.

E' vero, però è anche vero che appoggiò, in opposizione al papa legittimo, l'antipapa Pasquale III. hefico:

[Giò]

E' vero, però è anche vero che appoggiò, in opposizione al papa legittimo, l'antipapa Pasquale III. hefico:

Per quanto riguarda Pasquale III, non fu Federico Barbarossa a volerne la nomina ma Rainaldo di Dassel.
Infatti, Barbarossa voleva riconciliarsi con Alessandro III, solo che la nuova nomina lo costrinse a lasciar perdere.
Poi ci fu un altro antipapa, Callisto III, che però venne costretto da Federico Barbarossa a sottomettersi ad Alessandro III.

Se Federico Barbarossa sbagliò nel tollerare questi antipapi (il primo della serie - Vittore IV - effettivamente venne direttamente appoggiato dall'Imperatore), va detto che tutto questo venne provocato dall'appoggio papale alle illegittime rivendicazioni comunali, che violavano l'unità dell'Impero.
Quindi ad errore, se ne aggiunse un altro.

[Augustinus]

Per quanto riguarda Pasquale III, non fu Federico Barbarossa a volerne la nomina ma Rainaldo di Dassel.
Infatti, Barbarossa voleva riconciliarsi con Alessandro III, solo che la nuova nomina lo costrinse a lasciar perdere.
Poi ci fu un altro antipapa, Callisto III, che però venne costretto da Federico Barbarossa a sottomettersi ad Alessandro III.

Se Federico Barbarossa sbagliò nel tollerare questi antipapi (il primo della serie - Vittore IV - effettivamente venne direttamente appoggiato dall'Imperatore), va detto che tutto questo venne provocato dall'appoggio papale alle illegittime rivendicazioni comunali, che violavano l'unità dell'Impero.
Quindi ad errore, se ne aggiunse un altro.

Un errore politico, però, non è paragonabile ad un errore della fede. hefico:
Ed infatti Alessanro III, al secolo Rolando Bandinelli (che era anche un raffinato giurista), scomunica nel 1165 l'imperatore che gli aveva contrapposto l'antipapa Vittore IV), promuovendo una alleanza fra i comuni italiani contro Federico Barbarossa. Il motivo ultimo era da ricercarsi nel fatto che il Barbrossa voleva un papa vassallo dell'imperatore e che questi poteva convocare concili pur contro il consenso o senza il consenso pontificio. Quindi, non era il papa ad aver violato l'unità dell'impero, ma era il Barbarossa a voler esautorare il potere pontificio.
La scomunica sarà revocata una decina di anni dopo, nel 1176, solo quando Federico Barbarossa riconoscerà l'autorità del papa legittimo.

[Giò]

Un errore politico, però, non è paragonabile ad un errore della fede. hefico:
Ed infatti Alessanro III, al secolo Rolando Bandinelli (che era anche un raffinato giurista), scomunica nel 1165 l'imperatore che gli aveva contrapposto l'antipapa Vittore IV), promuovendo una alleanza fra i comuni italiani contro Federico Barbarossa. Il motivo ultimo era da ricercarsi nel fatto che il Barbrossa voleva un papa vassallo dell'imperatore e che questi poteva convocare concili pur contro il consenso o senza il consenso pontificio. Quindi, non era il papa ad aver violato l'unità dell'impero, ma era il Barbarossa a voler esautorare il potere pontificio.
La scomunica sarà revocata una decina di anni dopo, nel 1176, solo quando Federico Barbarossa riconoscerà l'autorità del papa legittimo.

Certo, ma a questo errore Federico fu portato dal venir meno ai patti del Papa.
Per il resto, io concordo con Attilio Mordini sulla questione:

"Posti il Papato e l'Impero l'uno di fronte all'altro, rispettivamente rappresentati dalla parte guelfa e dalla parte ghibellina, come antitetici, ne conseguì subito un reciproco oscurarsi, poichè a ciascuno dei due veniva meno quel particolare lume per cui l'altro era stato predisposto dalla provvidenza al governo del mondo. Cadde in eresia l'Imperatore ogniqualvolta pretese di sostituire il Pontefice; e per il mondo ghibellino serpeggiavano le teorie più insidiose. Mentre la gerarchia del clero cadde in quelle miserie di cui le accuse di Dante nella Commedia sono i segni più noti. Se da un lato il Papa, e lui solo assistito dai vescovi, sapeva ben indicare ove fosse il bene ove il male, dall'altro la forza di attuare quel bene sarebbe dovuta scaturire dal potere civile, dal potere sacro dell'Imperatore; ma proprio di questo la Chiesa era ormai vedova".

Da 'Il Tempio del Cristianesimo'