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albiy
Berlusconi tenta il contropiede
"Incontro con il Papa dopo il G8"
ROMA - Un'udienza dal Papa al termine del G8. Silvio Berlusconi prova a ribaltare il tavolo delle polemiche. La "scossa" assestata ieri
dal segretario della Cei, Mariano Crociata, lo ha colpito. Il richiamo esplicito al "libertinaggio" non se lo aspettava. Soprattutto alla vigilia del summit tra i "grandi" della Terra. Tanto che per tutta la giornata il premier e il suo staff non sono riusciti a organizzare una risposta al richiamo avanzato dai vescovi italiani. Pochissime le dichiarazioni in difesa del Cavaliere. "Ma dobbiamo fare qualcosa - ha avvertito il capo del governo - dobbiamo evitare che si crei un cortocircuito. Bisogna trovare un modo per mettere a tacere tutte le polemiche".
Il discorso pronunciato da Mons. Crociata per ricordare la figura di Santa Maria Goretti ha dunque lasciato il segno. E ha reso difficile la messa a punto di una replica. In primo luogo agli esponenti del centrosinistra che hanno rimarcato la forza dell'intervento del segretario Cei. Tant'è che da ieri il premier sta facendo di tutto per studiare una risposta che vada al di là della dialettica politica. Vuole invertire il trend del confronto e ha messo in moto la sua diplomazia. Con un unico obiettivo: strappare alla Santa Sede un incontro con il Pontefice a conclusione del summit dell'Aquila. L'unico modo, a suo giudizio, per "troncare le polemiche". Ratzinger ha già inserito nella sua agenda un colloquio con il presidente americano, Barack Obama, e al momento non è previsto uno spazio per il capo del governo italiano. Eppure i contatti sono stati avviati. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, si è attivato. Ed ha avuto primi colloqui con i vertici della Cei sia con quelli della Segreteria di Stato.
Certo, il suo obiettivo non è stato solo quello di verificare la possibilità di un'udienza con il Papa. Ma anche quello di "sondare" gli umori della Chiesa e delle massime gerarchie ecclesiastiche italiane. Anche perché un affondo così pungente a due giorni dal G8 è stato interpretato come un vero segnale di "distacco". Prima gli appunti alla nuova legge sugli immigrati, ora questo sulle "abitudini private". L'inquilino di Palazzo Chigi teme che la "luna di miele" con il mondo cattolico possa chiudersi. Già il voto delle europee aveva segnato un allontanamento dei cattolici in tutti gli studi dei flussi commissionati dal Pdl. Ora questo ennesimo "uno due" ha fatto calare su Palazzo Grazioli il velo della paura. Letta avrebbe ricevuto la garanzia che il rapporto non si è "rotto". "Le parole di Mons. Crociata non vanno strumentalizzate in chiave politica", ha così tagliato corto il vicecapogruppo alla Camera, Osvaldo Napoli. "Si tratta di interpretazioni forzate - chiosa Gaetano Quagliariello - e si affidano alle parole di Monsignor Crociata significati "extra petita". Non è che parlando di Santa Maria Goretti si potesse fare un'esaltazione delle discoteche".
Eppure il clima intorno al Cavaliere non è più quello di qualche mese fa. E il premier lo ha intuito. Le foto di Villa Certosa preannunciate dalla stampa straniera, gli scontri ormai espliciti con Rupert Murdoch, il clima cambiato con i cosiddetti "poteri forti" ed ora anche la Conferenza episcopale italiana. Fattori che messi in fila hanno impressionato non poco il presidente del consiglio. Si sente "sotto assedio" e ha chiesto un intervento diplomatico immediato a Gianni Letta. Sa bene che il voto cattolico resta determinante in Italia.
Ma non solo. "Dobbiamo impedire che pure la Chiesa faccia parte dell'assedio - è stata la richiesta del premier -. Dobbiamo fare di tutto per ricucire". Anche perché, in effetti, le reazioni d'Oltretevere hanno fatto ben poco per attenuare le parole del segretario della Cei. Dopo il caso Noemi e le foto di Porto Rotondo, il Vaticano e i Vescovi avevano invitato ad un "chiarimento" pubblico e subito dopo hanno concordato la necessità di una presa di distanza per non mettere a repentaglio la "credibilità" della Chiesa davanti ai fedeli. Basti pensare che qualche presule proprio ieri ricordava con qualche rimpianto che persino Enrico Berlinguer nel 1947, allora leader dei giovani comunisti, esaltava la figura di Maria Goretti in quel momento non ancora santa. Sottolineava "la moralità e lo spirito di sacrificio di cui sono ricche le tradizioni italiane, le tradizioni di Mario Goretti e Irma Bandiera". E Berlusconi ricorda bene che la fine dell'ultimo governo Prodi venne preceduta da una tagliente schermaglia con la gerarchi ecclesiastica.
(
7 luglio 2009)
Link:
http://www.repubblica.it/2009/07/sez...ntro-papa.html