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Gli umori corrodono il marmo
L'ultima frase del racconto dice "At the time, his shrieks were confined to the repetition of a single, mad word of all too obvious source: "Tekeli-li! Tekeli-li!"" Questo verso, un allusione al racconto Arthur Gordon Pym di Poe, era il verso degli shoggoth che imitavano così il linguaggio dei loro creatori. Almeno così ho capito. Dunque presumo che Danforth vide un shoggoth.
Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.
Veramente a me Lovecraft è sempre sembrato abbastanza specifico. Certo spesso fa riferimento a poteri cosmici che sono oltre la nostra capacità di percepire e comprendere, però anche questi poteri inafferrabili fanno parte di un sistema, non li chiamerei indeterminati. L'ordine cosmico al quale allude lovecraft è fondamentalmente ostile e terrificante per gli uomini, ma solo per via della nostra limitatezza mentale. Questa visione del cosmo è esplicata molto bene nel racconto "Colui che sussurrava nelle tenebre", per il quale peraltro esiste un film amatoriale fatto benissimo.
L'ho letto che avevo 14 anni e l'ho riletto parecchi volte. E' un pezzo magnifico, scritto in prima persona, come Il fu Mattia Pascal o La coscienza di Zeno. Di Poe poi ho letto tutto e il Gordon Pym è a mio parere il suo capolavoro indiscusso. Solo qualche racconto tipo la Casa degli Usher può stargli dietro.
Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.