I sardi votano un solo giorno
Referendum Sardegna: 6 maggio 10 quesiti anticasta | Blitz quotidiano
Referendum Sardegna: 6 maggio 10 quesiti anticasta
CAGLIARI – Respinto ieri anche l'ultimo ricorso dell'Ups (Unione Province sarde) domani si vota in Sardegna per tutti e dieci i quesiti del referendum regionale, gia' ribattezzato anticasta.
I sardi sono chiamati a esprimersi su quattro referendum abrogativi – che riguardano le nuove Province di Olbia-Tempio, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Medio Campidano – e sei referendum consultivi. Si vota solo domenica, dalle 7 alle 22 (con rilevamento dell'affluenza alle 12, 19 e 22); lo scrutinio lunedi' a partire dalle 7.
Oggi e' la giornata del silenzio, dopo i proclami dei vari schieramenti del Si', del No e dell'astensione. I referendum sono stati promossi dal Movimento referendario sardo e da numerosi sindaci, e subito sostenuti dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci (con appelli ad andare a votare anche in tivu'), mentre i partiti politici si sono divisi.
La principale incognita e' il raggiungimento del quorum: se non si supera la soglia del 33% dei votanti, i referendum non saranno validi. Dovrebbero dunque recarsi alle urne almeno 493.455 elettori su 1.480.366 chiamati al voto (755.360 donne e 725.006 uomini) in 1.938 sezioni, di cui 1.813 ordinarie e 125 speciali. Province a parte, gli altri referendum consultivi puntano a ridurre il numero dei consiglieri regionali – una legge costituzionale che prevede un taglio da 80 a 60 e' gia' stata votata in prima lettura dal Parlamento – e a tagliarne gli emolumenti, nonche' a sopprimere i Consigli di amministrazione di agenzie ed enti regionali.
I sardi, infine, sono chiamati a esprimere un parere sull'istituzione di un'assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto autonomistico e per l'elezione diretta del presidente della Regione attraverso le primarie.
Referendum, la Sardegna al voto Partiti divisi sul taglio delle Province
Referendum, la Sardegna al voto
Partiti divisi sul taglio delle Province
04/05/2012
di Michele Spanu
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Schede elettorali (foto: Nuovosoldo.wordpress.com)
Schede elettorali (foto: Nuovosoldo.wordpress.com)
SASSARI. E' scattato il conto alla rovescia. Mentre nel resto d'Italia si vota per le elezioni amministrative, domenica 6 maggio un milione e 480 mila sardi sono chiamati alle urne per confrontarsi con i dieci quesiti del referendum promosso da un movimento trasversale "anti-casta": le urne saranno aperte dalle 7 del mattino sino alle 22. Il quorum da raggiungere per ogni singolo quesito è del 33,3 per cento (cioè devono votare almeno 493mila elettori). I quesiti abrogativi sono cinque. I primi quattro sono imparentati tra loro, perché agli elettori si chiede di esprimersi riguardo all’abrogazione delle quattro leggi che hanno portato all’istituzione delle nuove province del Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio e Carbonia-Iglesias: chi vota Sì chiede che vengano cancellate, chi invece sceglie il No vuole che le province siano mantenute. Ed è questo il tema più scottante, capace di divide i partiti più grandi, che sono anche quelli megli rappresentati a livello provinciale. Il Pd ha invitato ufficialmente i propri militanti al voto tramite il segretario Silvio Lai, senza dare però un'inidicazione di voto sul tema Province, a differenza dell'ex presidente Renato Soru, il quale ha detto chiaramente che voterà dieci Sì. Spaccatura anche nel Pdl: il segretario regionale Settimo Nizzi è fortemente contrario mentre il governatore Cappellacci è un grande sostenitore dei Sì. Uno scenario presente anche nell'Italia dei Valori e nell'Udc, con i punti di vista che variano a secondo delle opinioni dei singoli esponenti politici. E il quinto quesito abrogativo? Si trova alla scheda n.8: agli elettori si chiede di esprimersi slla legge regionale che fissa le indennità dei consiglieri regionali. Chi vota Sì chiede la cancellazione dell’articolo: un passaggio che potrebbe avviare la riduzione delle indennità. Chi vota No vuole invece che i compensi rimangano invariati.
I quesiti consultivi, e di conseguenza non vincolanti, sono cinque. Il primo riguarda le province "storiche". Agli elettori si domanda se sono favorevoli all’abolizione delle quattro amministrazioni provinciali di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano. E anche su questo tema c'è da scommettere che ci sarà una spaccatura a seconda delle aree geografiche di provenienza degli elettori. Gli altri quesiti consultivi sono i segenti: il n.6 riguarda lo Statuto e una sua riscrittura da parte dell’assemblea costituente. Con il n.7 si chiede ai sardi se sono favorevoli a introdurre l’elezione diretta del presidente della Regione. Il n.9 riguarda l’abolizione dei consigli di amministrazione di enti strumentali e agenzie regionali. Al quesito n.10 affornta la riduzione del numero dei consiglieri consiglieri regionali da 80 a 50: un tema su cui il referendum arriva in ritardo, visto che è in viaggio in Parlamento un'apposita riforma che prevede il taglio di 20 seggi. Anche in questo caso chi è favorevole ai tagli può barrare la casella del Sì, mentre chi non intende modificare l'impianto legislativo può barrare la casella del No.