FLI: Partito unito punta al protagonismo nella Terza Repubblica

mag 16, 2012 | Commenti 41

L’ufficio di presidenza di Futuro e Libertà, allargato ai coordinatori regionali, si è riunito per analizzare il quadro politico alla luce dei risultati delle recenti elezioni amministrative, prendendo atto del risultato ottenuto nei 71 comuni superiori ai 15.000 abitanti dove è stato presentato il simbolo del partito raggiungendo il 4,2% dei voti, con punte significative in Sicilia, Abruzzo e Puglia ed una oggettiva difficoltà nel Nord.

Tale dato induce comunque ad investire sulla costruzione della struttura territoriale in maniera più capillare. Le ragioni che hanno dato vita a Fli sono attuali oggi come ieri; va quindi pensata una ripartenza in linea con i radicali e repentini mutamenti del quadro politico del Paese. Dall’analisi dei risultati elettorali emerge in maniera incontrovertibile che ci troviamo ai titoli di coda della cosiddetta Seconda Repubblica e se questo è accaduto va riconosciuto il merito ed il ruolo a Gianfranco Fini che per primo ha messo in discussione un sistema che non riusciva più a rispondere alle istanze degli italiani.

Fini e Futuro e Libertà hanno aperto la strada alla Terza Repubblica e adesso che si avvicina il giro di boa hanno il dovere di definire il profilo politico e programmatico con cui presentarsi agli elettori e su cui costruire le nuove alleanze. Le elezioni amministrative hanno fatto registrare un evidente e significativo calo di consensi del Pdl e della Lega, come avevamo previsto, ma questo consenso in uscita non ha trovato un’area contigua ed alternativa che avrebbe potuto trovare rappresentanza nel Terzo Polo, preferendo invece la protesta o l’astensionismo.

Per questo è un errore archiviare un percorso che ha dimostrato comunque di avere uno spazio politico ed elettorale notevole poiché le liste delle forze che si rifanno al Terzo Polo alle elezioni amministrative hanno raccolto tra il 15 ed il 20% dei voti. L’errore è stato quello di non presentare ovunque la coalizione unita, con cui siamo andati al ballottaggio a Genova scalzando il Pdl e saremmo andati al ballottaggio a Palermo scalzando sia il Pd sia il Pdl. In tal caso è evidente che a vincere le amministrative sarebbe stato il Terzo Polo e non il risultato numerico del Movimento 5 Stelle.

Serve quindi un rilancio di un progetto patriottico, repubblicano, riformista, aperto a laici e cattolici, liberale, legalitario, plurale ed aperto al contributo di soggetti esterni alla politica e che sia capace di intercettarne il consenso e il profondo desiderio degli elettori di rinnovamento della politica.

Quanto agli assetti con cui andare al voto e alle potenziali alleanze, serve una riflessione che tenga conto di elementi di cui oggi non siamo in possesso, dalla legge elettorale, alle novità annunciate da più parti, all’eventuale ingresso in politica di autorevoli soggetti della società civile.

Il quadro che emergerà alla luce di queste tre eventuali novità potrebbe portarci o al rilancio dell’azione politica per la costruzione di un “Polo Nazionale” alternativo al vecchio bipolarismo o alla creazione di una proposta alternativa alla sinistra nel segno di una discontinuità rispetto al passato. Esiste comunque un’area maggioritaria nel Paese, che non può che essere antitetica e contrapposta a culture politiche archiviate o affogate nell’illegalità, nell’egoismo sociale, nel bipolarismo muscolare e, ancor di più in improbabili tentazioni bipartitiche.

Si deve percorrere la strada di un sano confronto delle idee: Futuro e Libertà è statala forza determinante nel decretare la fine della Seconda Repubblica e deve trovare la capacità di divenire protagonista della Terza, interpretando un ruolo propulsore nella ricomposizione di un’area che elabori una proposta politica di stampo autenticamente riformista e patriottico, un contenitore ampio ed aperto, accogliente ed inclusivo capace di favorire il rinnovamento e il ricambio generazionale.
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