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dedelind
Portafoglio/ L'Orso schiaccia i mercati azionari. Far soldi in tempo di crisi
Mercati europei nuovamente in altalena e indici che dopo un tentativo di recupero in avvio tornano a perdere terreno anche stamane. Le tensioni attorno alla Grecia non si stemperano ed anzi la notizia di un meeting "informale" dei capi di stato e di governo europei già il prossimo 23 maggio data su Twitter dal presidente della Ue, Herman Van Rompuy, che dovrebbe vedere Hollande e gli altri partecipanti indicare ciascuno i primi suggerimenti utili a passare da una politica incentrata solo su misure di austerity ad una in grado di supportare la crescita sembra la conferma che ormai non c'è più tempo da perdere.
Il rischio concreto, ammesso del resto espressamente dal capo analista di Fitch, Paul Taylor, in un'intervista all'edizione online del settimanale tedesco Der Spiegel, è che Atene non riesca a varare in tempo utile le decine di riforme richieste dalla "troika" Ue-Bce-Fmi (si tratterebbe di una settantina di provvedimenti in tutto da approvare entro metà giugno) e quindi vada verso un nuovo default e forse (a fine anno) finisca con l'uscire dall'euro. Un evento che potrebbe non significare la fine della moneta unica, specie se, come suggerisce stamane sempre su Twitter un economista, "il probabile crollo dell'area euro renderà la Ue un cumulo di macerie istituzionali", trasformandola "in una free trade area allargata alla Turchia".
A quel punto "o nasce una Repubblica Federale Europea", oppure "allons enfants de la patrie" perché anche Berlino, che ora appare la nazione maggiormente interessata a tenere in vita l'Eurozona, "quando avrà una sufficiente quota di export nei Bric, potrà fare anche a meno della Ue e vorrà un'unione politica vera". Insomma: l'euro può essere morto "col suo corollario istituzionale, non il progetto d'Europa. Facciamo la Repubblica Federale, se abbiamo coraggio". Prima di allora, tuttavia, i mercati sembrano intenzionati a prendere qualche precauzione anche perché sul comparto dei titoli bancari continuano ad addensarsi nuvole alquanto oscure.
Le tensioni relative alla Grecia (e le ripercussioni che potrebbe avere un nuovo default non solo e non tanto in termini di valutazioni dei titoli di stato greci, quanto della sorte degli istituti di credito molti dei quali controllati da gruppi francesi e tedeschi) si sommano infatti a quelle già da qualche giorno riaffiorate sul settore creditizio spagnolo, tanto che secondo gli analisti di Morgan Stanley "nello scenario peggiore le banche spagnole potrebbero aver bisogno di 45-55 miliardi di euro di capitali addizionali".
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