Originariamente Scritto da
Eridano
Palermo 8 maggio 2012 - Problemi nel conteggio dei voti in Sicilia per le elezioni amministrative. Già lo spoglio a Palermo procedeva a rilento, ora si aggiungono pure alcune differenze piuttosto evidenti tra i conteggi degli uffici dell’assessorato regionale agli Enti locali e quelli dei Comuni.
E la Regione va a fondo, diramando una circolare che contesta i metodi di conteggio utilizzati dai Comuni: per la formulazione delle percentuali si dovrebbe tener conto del totale dei voti validi, liste comprese, e non solo di quelli assegnati direttamente ai candidati sindaci.
Di conseguenza, si procede a un nuovo riconteggio, con la concreta possibilità di vedere alcuni dei consensi attribuiti corretti al ribasso. In alcuni seggi lo spoglio va avanti ininterrottamente da 15 ore.
L'INGHIPPO - L'inghippo sta nell'interpretazione della nuova legge elettorale, varata l’anno scorso in Sicilia. Secondo gli uffici dell’assessorato alle Autonomie locali della Regione occorre tenere conto del totale dei voti validi, presi sia dai candidati sindaci, dunque, che dalle liste e dagli esponenti in corsa per il consiglio, ad eccezione delle nulle, ma comprese le schede bianche.
Ciò conferma, ad esempio, il successo di Leoluca Orlando a Palermo, ma ne ridimensiona la portata e la percentuale del 47% che gli attribuisce il Comune, potrebbe abbassarsi al 30-35%; quella del diretto competitore, Fabrizio Ferrandelli, dal 17 al 10%.
Ma altrove tutto ciò ha strozzato in gola l’urlo di gioia dei candidati che credevano di essere stati eletti al primo turno e che invece saranno costretti al ballottaggio: è il caso di Sciacca, Erice, Misterbianco e Villabate.
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Neppure le loro leggi sanno applicare. O lupara o niente.