Bankitalia, il sommerso vale il 31% del Pil In tre anni è cresciuto del 6,5 per cento

[S&S]

Bankitalia, il sommerso vale il 31% del Pil
In tre anni è cresciuto del 6,5 per cento
In uno studio, via Nazionale mette nero su bianco come il sommerso continui a crescere in Italia. Ora vale poco meno di un terzo del Prodotto interno lordo. La sua crescita però è stata superiore al Pil

Bankitalia, il sommerso vale il 31% del Pil In tre anni è cresciuto del 6,5 per cento - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

[Phileas]

Bankitalia, il sommerso vale il 31% del Pil
In tre anni è cresciuto del 6,5 per cento
In uno studio, via Nazionale mette nero su bianco come il sommerso continui a crescere in Italia. Ora vale poco meno di un terzo del Prodotto interno lordo. La sua crescita però è stata superiore al Pil

Bankitalia, il sommerso vale il 31% del Pil In tre anni è cresciuto del 6,5 per cento - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

...e aumenterà ancora perchè una pressione fiscalòe del genere è insostenibile
Il bello è che i dati di Bankit spiegano che l'evasione è esplosa proprio nel periodo in cui TPS & Prodi ragliavano sulla necessità di combatterla

Gli ultimi dati, riferiti al 2008, sono ancora più incisivi: l'economia sommersa totale si attesta al 31,1%, sommando il 18,5% del Pil dell'economia che sfugge al fisco e il 12,6% legata a chi sfugge invece dalla legge per ragioni criminali.
Le tabella indicano una crescita esponenziale tra il 2006 e il 2008: il sommerso globale è passato dal 24,6% del 2006 al 31,1% del 2008 con una crescita di 6,5 punti percentuali. Il sommerso "fiscale" è balzato dal 15% al 18,5% del Pil, quello criminale dal 9,6% all'11,3%.

[S&S]

...e aumenterà ancora perchè una pressione fiscalòe del genere è insostenibile
Il bello è che i dati di Bankit spiegano che l'evasione è esplosa proprio nel periodo in cui TPS & Prodi ragliavano sulla necessità di combatterla

Gli ultimi dati, riferiti al 2008, sono ancora più incisivi: l'economia sommersa totale si attesta al 31,1%, sommando il 18,5% del Pil dell'economia che sfugge al fisco e il 12,6% legata a chi sfugge invece dalla legge per ragioni criminali.
Le tabella indicano una crescita esponenziale tra il 2006 e il 2008: il sommerso globale è passato dal 24,6% del 2006 al 31,1% del 2008 con una crescita di 6,5 punti percentuali. Il sommerso "fiscale" è balzato dal 15% al 18,5% del Pil, quello criminale dal 9,6% all'11,3%.

E vuol dire che si dovrà potenziare sempre di più la lotta all'evasione.

Conti correnti, Bankitalia avvia i controlli
Conti correnti sotto stretto controllo. Una volta soltano la banca presso cui il conto era aperto poteva avere accesso alle informazioni, salvo autorizzazione del giudice. Poi è arrivato il Fisco, con l’Agenzia delle Entrate autorizzata a sbirciare tra le operazioni bancarie, e ora è il turno di Bankitalia, destinata a diventare l’ennesimo occhio indiscreto sui conti correnti degli italiani. Il tutto, come sempre, a favore della legalità per contrastare l’evasione.

Bankitalia sarà quindi autorizzata a tenere sotto controllo le operazioni di ritiro o di spostamento di denaro contante al di sopra di una certa soglia, in modo da contrastare il riciclaggio e sventare ogni tentativo di evasione fiscale. Il grande problema, però, è rappresentato dall’evidente violazione della privacy e dai rischi per la tutela dei dati personali. Lo sportello si trasforma quindi in una sorta di Grande Fratello, con il correntista al centro degli sguardi incrociati dei diversi censori in campo.

Un’analisi precisa del Corriere della Sera specifica infatti che “basterà fare un po’ di prelievi in contante di importi elevati (e tuttavia ancora leciti) e correre il rischio di essere schedati e segnalati alla Guardia di finanza. Un salto di qualità rilevante quello sugli accertamenti in banca, contenuto in una recente comunicazione dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, gli sceriffi del riciclaggio. Nel dettaglio, via Nazionale ha reso più stringenti gli «schemi operativi» destinati ai colletti bianchi degli istituti oltre che a notai, avvocati, commercialisti”.

Ovviamente gli onesti non hanno nulla da temere da questa nuova impostazione, che comunque sta facendo discutere per le evidenti implicazioni in materia di violazione della privacy. Ogni norma, infatti, può prestarsi facilmente a interpretazioni più o meno restrittive. Le scelte recenti sembrano creare “il presupposto per la nascita di un nuovo Grande fratello dei conti correnti bancari. Dopo quello dell’agenzia delle Entrate gestito dalla Sogei (braccio informatico dell’amministrazione finanziaria), arriva quello targato Bankitalia. Anche se le informazioni che usciranno (probabilmente) a ripetizione dagli sportelli bancari non arriveranno a via Nazionale, ma ai cervelloni della Guardia di Finanza“.

Un occhio sempre vigile, nato dalla sinergia degli operatori in campo, conclude Francesco De Dominicis del Corriere: “E’ stato creato un monitoraggio a 360 gradi, con impegnative indagini preliminari da parte dei lavoratori bancari, che si trasformeranno, gioco-forza, in novelli Sherlock Holmes del denaro sporco e dell’evasione tributaria. Forse anche per la crisi che favorisce la criminalità organizzata e la circolazione di denaro sporco, Bankitalia ha deciso di alzare il livello di guardia e i controlli saranno ancora più ampi di quelli (non all’acqua di rose) in vigore finora”.

Tra le tante iniziative prese in considerazione per contrastare il fenomeno evasione, merita un discorso a parte la cosiddetta black list, una sorta di elenco che include i settori maggiormente esposti a evasione e riciclaggio. Nella lista sono inserite attività molto diverse tra solo come la pulizia e manutenzione, le attività di consulenza e pubblicitarie, i settori dei materiali ferrosi, edile, dell’autotrasporto e del movimento terra, quello dei metalli preziosi e delle opere d’arte, i mercati dei cosmetici, del commercio all’ingrosso di olio e grano, lo scambio di servizi e diritti negoziati su piattaforme informatiche, le attività di commercio di autoveicoli, di accessori per auto e di beni a contenuto tecnologico.

[Phileas]

E vuol dire che si dovrà potenziare sempre di più la lotta all'evasione.

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Ovvio! Figurati se la politica rinuncia a spendere altri soldi (nostri) per porre rimedio a precedenti disastri da lei causati
Il fatto è che nessun controllo puo' impedire che a alta pressione fiscale corrisponda un'elevata economi sommersa. E' una regola confermata da qualsiasi studio in argomento cui nemmeno i regimi piu' autoritari e polizieschi sfuggono

Il risultato sarà molto semplice: non solo aumenterà l'evasione ma noi perderemo qui pochi diritti civili e privacy rimasti Qualsiasi funzionario pubblico potrà ricattarci e vendere quelle informazioni. Cosa peraltro già accaduta con le intercettazioni telefoniche, un rischio che il garante della privacy ha piu' volte richiamato in tema di controlli fiscali: esistono oltre 90.000 password condivise fino a livello comunale per l'accesso agli archivi informatici fiscali