Originariamente Scritto da
sorci verdi
CHI FINANZIA I NO-GLOBAL?
A Genova nel luglio 2001 il "Genoa Social Forum" di Agnoletto è riuscito a radunare oltre a, 300 mila persone, 700 associazioni e sigle per manifestare contro il liberismo globale. La domanda sorge spontanea, chi paga queste decine di migliaia di militanti itineranti, alloggiati e mantenuti per una settimana, fra concerti, conferenze, ospiti d'onore invitati dall'estero?
Personalmente sono arrivata a ipotizzare finanziatori di Paesi lontani che nel mondo globalizzato hanno "spinto ed aiutato" questa come le altre manifestazioni antiglobal.
Ad una prima analisi sembrerebbe un pensiero in antitesi, ma riflettendoci meglio le cose non sembrano poi così strane. A conferma un giorno casualmente leggo che il Wall Street Journal 13 agosto del 2001 spiega in parte il mistero di chi paga gli antiglobal. Così il quotidiano finanziario di New York riferisce che, il Genoa Social Forum è ricalcato sul modello di un International Global Forum, finanziato dalla "Foundation for Deep Ecology" una fondazione culturale creata dal miliardario D.Tompkins, e dotata di 150 milioni di dollari. Lo stesso è il padrone della Esprit Clothing Co, una multinazionale dell'abbigliamento giovanile, quindi grazie a questi fondi, l'International Global Forum a detta del Journal "funziona come una finanziaria che fornisce i capitali iniziali per il lancio di gruppi antiglobal in tutto il mondo".
Altro denaro arriva anche dai "fondi di solidarietà" che molte organizzazioni sindacali hanno creato. Domanda: ma questi fondi non dovevano servire per l'aiuto economico ai lavoratori in caso di sciopero prolungato? Anche la cosiddetta "Sinistra al caviale" dei gruppi radicali che fanno capo a D.Mitterand, grande protettrice dei movimenti secessionisti "rossi" - dall'ETA basca agli zapatisti del Chiapas - il cui organo il mensile Le Monde Diplomatique è diretto da B.Cassens uno dei capi di ATTAC il più importante movimento antiglobal francese, contribuisce economicamente alla "causa".
Ma i grandi finanziamenti arrivano da alcuni grandi capitalisti e finanzieri, così apprendiamo che un finanziere ebreo anglo francese T. Goldsmith, speculatore mondiale in metalli preziosi, ha fondato The Ecologist, la rivista dell'ecologismo estremo, cui sono affiliati intere reti mondiali di gruppi ecologisti, dal WWF a Greenpeace e alle reti neo-anarchiche. Il figlio di Goldsmith che dirige la rivista è anche il leader del gruppo anarchico "riprendiamoci la strada", contiguo ai Black Block e attore fra i più violenti delle manifestazioni.
E così fra le fondazioni che promuovono la liberalizzazione delle droghe e l'eutanasia, un ente che veglia contro il "risorgere del nazionalismo nell' Est europeo", finanzieri che diventano famosi per le loro speculazioni contro la lira (G.Soros) ci si rende conto che tutte queste potenze sono collegate fra loro e con alcuni dei più discutibili movimenti "rivoluzionari ".
Agli inizi del 2001 i servizi segreti canadesi hanno segnalato che durante la marcia "pacifista" su Città del Messico intrapresa dal celebre Subcomandante Marcos capo del cosiddetto "esercito zapatista" del Chiapas, lo stesso non aveva come guardie del corpo poveri contadini del Chiapas, ma bensì "anarchici francesi e italiani" ossia gli stessi che parteciparono ai disordini antiglobal a Genova, Seattle, Washington ed ad aspettarli c'erano tutti da D. Mitterand a F. Bertinotti e proprio in quella occasione il World Social Forum invitò Marcos ad un suo prossimo convegno.
Sembra la trama di un film di fantafinanza, invece a quanto pare è realtà. Ma perché miliardari, finanzieri globali spesso a capo di multinazionali promuovono gli anti-global anticapitalisti? Nel 1994 T.Goldsmith e suo fratello lanciarono un progetto chiamato "Eurotopia": lo smembramento degli Stati d'Europa in 75 "macro -regioni" senza sovranità.
Maurizio Blondet nel suo libro "No Global. La formidabile ascesa dell'antagonismo anarchico" spiega che una delle due caste intesa come la grande finanza globale, considera nemici gli Stati Sovrani perché coi loro confini e leggi porrebbero ostacoli alla libera circolazione di merci uomini e capitali ossia alla globalizzazione compiuta; l'altra contrapposta negli scopi ma apparentata dallo sprezzo per la civiltà democratica e dalla capacità di mobilitazione. L'una vuole il Controllo Globale; l'altra propriamente, non vuole perché è incapace di intendere e di volere ( ed è per questo che il supercapitalismo l'apprezza come il migliore degli antagonisti). Ed in tutto questo spesso ignari ed idealisti giovani vengono usati per scopi che perseguono un solo fine comune: distruggere gli Stati sovrani.
Confrontando gli hippy con i moderni "pacifisti", sembrano passati secoli.
(Milena Zaffaroni)