Grazie di dire così tante sciocchezze: a parte che tra i paesi che hai citato ce n'è solo uno che un sistema sanitario identico a quello italiota ma in ogni caso il fatto che tutti facciano una cosa non prova nulla. Anche perchè altrimenti saremmo ancora alla ruota e vivremmo nelle caverne
Ultima modifica di Phileas; 26-05-12 alle 10:14
Perche' non chiedi a M.Moore di fare un bel documentario sulle mirabolanti prestazioni del ssn ? Vedrai che qui truffe non ci sono... non ci sono siringhe che costano 15 euro... gente che muore nei trasferimenti da ospdali perche' la macchina e' rotta... gente in barella per giorni nei corridoi... interventi inutili a spese del contribuente... garze lasciate in pancia... stanzoni comuni fatiscenti con bidelle che schiamazzano alle 6 di mattina... liste di attesa kilometriche... ticket sanitari (ma non era un diritto gratuito ?)... corruzione diffusa e dirigenze assegnate per appartenenza politica ... viaggi della speranza... e soprattutto: costi fuori controllo, che non abbiamo ancora pagato (i 1600 miliardi di debito chi pensi li saldera' ????).
Poi certo, fa figo affermare il diritto alla salute...
Non è un tentativo goffo. Siete voi che continuate a spammare cialtronerie alla Cota:
- la sanità USA ti chiede la carta di credito
- la sanità USA è privata
- Sicko è la bibbia
- tutte le sanità europee sono identiche
- se tutti fanno una cosa allora chi non la fa è fesso
Ultima modifica di Phileas; 26-05-12 alle 10:24
Da questo articolo di Hoppe intitolato Una Soluzione per la Sanità in Quattro Passi si capisce che la sanità USA è privata solo sulla carta ed è la testimonianza del fallimento dello stato non del mercato.
Tra modello interamente pubblico e interamente privato esiste una terza via che si chiama sussidiarietà: lo Stato interviene solo dove il mercato risulta inefficace a garantire la copertura della domanda. Almeno in una certa misura la sanità deve essere pianificata, e penso ad esempio alla gestione dell'urgenza/emergenza e ai pronto soccorsi, di I e II livello. Perché funzioni bene, un ospedale deve poter disporre di un bacino d'utenza minimo, deve essere collocato in posizione strategica rispetto al territorio che serve e deve garantire la copertura di tutte le specialità.
Tutto ciò che eccede questa dimensione di stringente interesse pubblico può essere anche "privatizzato", sebbene in convenzione col pubblico. Quanto alla copertura delle spese, non sono d'accordo con chi dice che la sanità deve essere finanziata interamente con le tasse. Le prestazioni sanitarie sono servizi a domanda individuale, che devono essere quindi remunerati dal singolo che ne fà richiesta. Compito dello Stato è coprire le spese essenziali di chi non può permettersi l'emolumento nella misura in cui l'emolumento eccede la propria capacità di spesa.
Il modello che vige ora è invece quello, deresponsabilizzante, di anteporre le spese che il singolo destina a voci volutturarie a quelle che la collettività deve coprire colpendo il ceto produttivo. E' sulla base di questo principio che siamo arrivati a una spesa pubblica del 50% del PIL: pagando sanità e scuola a tutti, regalando pensioni sociali e minime anche a chi ha conti in banca di svariate decine di migliaia di euro e immobili di proprietà, etc.
Sulla sanità pesa poi la spesa clientelare ed elettorale, l'apertura di ospedali inutili per appagare il proprio bacino di voti, una gestione borbonica e corrotta legata a doppio filo alla possibilità di scaricare le perdite sul debito e non sull'utente. Ebbene, da questo stallo si esce solo disimpegnando lo Stato da una larga parte di funzioni sanitarie, imponendo alle ASL di avere i conti in ordine e di coprire i debiti agendo sul prezzario o sui "premi assicurativi".