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  1. #1
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    Predefinito Vendola: Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati

    Vendola: «Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati»
    di BEPI MARTELLOTTA

    Presidente Nichi Vendola, la frattura del suo governo con Confindustria Puglia è ricomponibile?

    Questo è il tempo della responsabilità per tutti, anche gli imprenditori con le loro rappresentanze sindacali devono comportarsi con la consapevolezza della drammaticità del momento. Chi ha vissuto negli ultimi anni da protagonista dentro Confindustria sa bene quali e quanti risultati straordinari sono stati ottenuti con il confronto leale e la concertazione: l’ascolto reciproco e l’assenza di pregiudizi hanno consentito a tutti noi di fare un salto di qualità. Spiace che ci siano nostalgici del muro contro muro. È del tutto evidente che il reggente di Confindustria non è più per noi un interlocutore e le relazioni restano interrotte. Bozzetto ha avuto lo stile di chi cavalca rozzamente l’onda dell’antipolitica, lanciando i suoi strali su tutta la classe politica pugliese - che nella commissione competente ha approvato all’unanimità la norma sulla tutela della salute nelle aree a rischio ambientale - e sulla mia persona. La sua polemica è davvero sopra le righe, persino volgare, ed è dettata dalla reazione stizzita ad una proposta che tra breve transiterà in Consiglio e diventerà legge.

    Lei ha anche ottenuto l’ok del premier Monti ad una legge speciale per Taranto: si andrà avanti?

    Andremo avanti con assoluta determinazione sulla nostra strada. Siamo dinanzi ad un ingorgo di industrie pesanti e la bonifica dei siti di interesse nazionale non può e non deve essere una «rogna» locale. Nè intendiamo avviare un ciclo del «rattoppo», piuttosto l’occasione di una strutturale riconversione del territorio. Parliamo di eredità del passato e di garanzie sul futuro. Io mi sono battuto più di ogni altro perché venisse coniugato il diritto al lavoro con quello alla salute, contro chi chiedeva la chiusura dell’Ilva. Pretendo altrettanta responsabilità dagli interlocutori istituzionali.

    Le imprese, però, sono sotto pressione. È tutta aperta la questione della certificazione dei crediti, con la Puglia che, insieme ad altre regioni del Sud in piano di rientro, verrebbe esclusa dal decreto. Che fare?

    Confido molto nel protagonismo del Parlamento: abbiamo già apprezzato i risultati positivi che l’azione bipartisan della delegazione pugliese ha ottenuto sinora. Il fatto che qualcuno abbia immaginato di mettere in piedi un decreto sblocca-pagamenti che riguarda solo mezza Italia, è davvero paradossale. Le regioni in piano di rientro sanitario già vivono condizioni di sofferenza economica supplementare, si aggiunge un’incredibile logica punitiva che si riverbera sul sistema d’impresa, già in affanno per il rigore che ci impone il Patto di stabilità. Se si vuole dare sollievo all’Italia delle imprese, si eviti di spezzare in due il Paese.

    Svincoli al Patto di Stabilità, in modo da consentire alla Regione di liberare le liquidità in cassa?

    Lo andiamo denunciando da molti anni, all’inizio in solitudine e da qualche tempo in buona compagnia. Come si può da un lato colpevolizzare la pubblica amministrazione che non paga e dall’altro imprigionarla dentro vincoli drammaticamente restrittivi? Sappiamo che ministro Barca ha posto con forza il problema nel governo, confido in una rapida soluzione.

    Le Regioni sono messe a dura prova da un altro passaggio: la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Ritiene che la Puglia sia pronta?

    Su rifiuti, trasporti e acqua abbiamo la necessità di mettere in piedi, entro il 30 giugno, il quadro complessivo della regolazione perché si arrivi, a fine dicembre, alla cessazione delle municipalizzate e all’apertura del mercato ai privati. È un disegno riformatore di grande spessore: in questi mesi abbiamo fruito del tutoraggio finanziato dalla comunità europea e dell’expertise fornita dai ministeri Affari regionali e Economia alle regioni dell’obiettivo convergenza tramite un gruppo di docenti di altissimo valore (Napolitano, Mazzola e Dugato, ndr). Gli aspetti tecnico-giuridici sono straordinariamente complessi, a cominciare dai bandi di gara, e il rischio è che si arrivi impreparati ad un appuntamento epocale, che cambierà radicalmente la vita stessa dei cittadini. La gestione aperta ai privati è un obbligo di legge, ma deve diventare un occasione per il sistema pubblico, chiamato ad esercitare programmazione, regolazione e controllo.

    Cosa la preoccupa?

    È un passaggio durissimo, che impone alla pubblica amministrazione un attento lavoro preparatorio. Mi consola, però, vedere l’approccio di condivisione e responsabilizzazione da parte di tutti i gruppi consiliari, a cominciare dal Pd. Chi arriverà in altro modo sul mercato, rischia di perdere non solo la qualità dei servizi ma anche di aprire il mercato dei servizi a soggetti opachi o spregiudicati: è un passaggio che va governato con grande attenzione.

    La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Vendola: «Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati»

  2. #2
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    Predefinito Re: Vendola: Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati

    "Su rifiuti, trasporti e acqua abbiamo la necessità di mettere in piedi, entro il 30 giugno, il quadro complessivo della regolazione perché si arrivi, a fine dicembre, alla cessazione delle municipalizzate e all’apertura del mercato ai privati."

    Ci piace ricordarlo così


  3. #3
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    Predefinito Re: Vendola: Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati

    Ecco le parole di Vendola all'assemblea nazionale di SEL

    «Abbiamo un appuntamento, di cui non c'è nessuna consapevolezza, che è particolarmente drammatico nei prossimi mesi. Tra il 30 giugno e il 31 dicembre diventano leggi attive le leggi che portano sul mercato i servizi pubblici locali. E il fatto che si possa andare con una totale inconsapevolezza delle classi dirigenti amministrative verso quest'appuntamento, significa che il mercato potrà finire per essere invaso dai peggiori soggetti imprenditivi che sono in opera. Noi che abbiamo contrastato quel disegno, oggi dobbiamo perlomeno investire sul rafforzamento del ruolo del pubblico in termini di programmazione, regolazione e controllo. Per evitare che sia la mafia a gestire le vecchie municipalizzate. Dobbiamo scuoterci perché questo appuntamento riguarda la qualità dei servizi che offriremo ai cittadini»
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  4. #4
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    Predefinito Re: Vendola: Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati



    Vorrei rivolgermi al Popolo dei Beni Comuni e ai pubblici amministratori d'Italia. Noi siamo di fronte ad uno scenario inquietante, che è quello determinato dalla rivoluzione innescata dal Ministro Tremonti e completata dal Governo Monti. E' la rivoluzione per la cessione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica al mercato.
    Si chiama "liberalizzazione" quella che è un'opera di privatizzazione.

    I rischi che tutti quanti possono immaginare sono legati al fatto che i diritti dei cittadini, quei diritti che vengono oggi protetti anche con tutti i limiti dei servizi pubblici gestiti da mano pubblica, rischiano di divenire prigionieri di un circuito mercantile, di essere dentro l'ipoteca della monetizzazione e della privatizzazione.

    Questa è la ragione per cui la Regione Puglia, unica, si è rivolta al giudice Costituzionale e ha contestato apertamente la legge madre da cui ha origine tutto questo procedimento di "messa all'incanto" dei servizi pubblici locali. Noi andremo davanti al giudice Costituzionale reclamando i diritti del pubblico ad essere proprietario di quei servizi che hanno a che fare con l'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini. Tuttavia, dobbiamo sapere che, dal 1° Gennaio 2013, qualora il giudice Costituzionale ci desse torto, succede che un'intera geografia di servizi pubblici locali precipita nel pozzo senza fondo del mercato.

    Per il Mezzogiorno d'Italia, ma non solo, il rischio grande è che l'attore più preparato a calcare la scena della liberalizzazione possa essere un attore spregiudicato, un attore borderline o addirittura un attore criminale. Sappiamo che le mafie hanno a disposizione una mole enorme di risorse, possono e vogliono investirle non solo per lavare il denaro sporco, ma per guadagnare segmenti di economia lecita.

    Sono molto inquieto. Qualora il giudice Costituzionale dovesse bocciare, e noi non ci fermeremmo comunque in quel caso, la nostra battaglia perché i servizi pubblici locali mantengano il carattere di servizi pubblici, noi dobbiamo comunque rafforzare i poteri pubblici dal punto di vista della programmazione, della regolazione e del controllo. Appunto, abbiamo bisogno di picchettare il territorio di quei servizi pubblici quando diventano proprietà del mercato per impedire che sia la mafia a gestirli.

    Per la Puglia il pericolo principale non esiste, ossia quello della privatizzazione del servizio idrico, perché l'Acquedotto Pugliese ha una concessione che dura fino al 2018. La concessione è nelle mani di una società per azioni partecipata solamente dalla Regione Puglia e quindi l'azionista è esclusivamente il pubblico. Noi avevamo tentato di modificare la configurazione giuridica dell'Acquedotto, non volevamo più una società per azioni, avevamo fatto una legge per la completa pubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, ma la Corte Costituzionale ci ha sanzionati perché non avevamo la competenza per legiferare in materia.

    Ma per noi la battaglia riprende: era dentro i 28 milioni di voti che volevano proprio dire "no" alla mercificazione e alla privatizzazione di un bene comune come l'acqua che è un bene che integra il diritto alla vita. Ma voglio dire: dobbiamo mobilitarci, dobbiamo scendere in campo, dobbiamo scuotere le pubbliche amministrazioni perché è grande il pericolo rappresentato dalla mercantilizzazione dei servizi pubblici e se il mercantilismo avesse il timbro delle organizzazioni criminali, questo rappresenterebbe un duro colpo alla civiltà del nostro Paese.

    Dobbiamo mobilitarci, parlarci, organizzare battaglie ideali affinché si capisca cosa c'è in gioco: è in gioco la qualità dei servizi pubblici nei confronti dei cittadini, sono in gioco diritti fondamentali dei cittadini: il diritto al trasporto pubblico locale; il diritto a che la raccolta e l'organizzazione del ciclo dei rifiuti non sia un segmento del libro delle eco-mafie; si tratta, per quello che riguarda il resto d'Italia e non la Puglia, del diritto ad avere l'acqua come bene pubblico.

    Questi sono i diritti in gioco: è bene che ci diamo una mossa.

    Nichi Vendola
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  5. #5
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    Predefinito Re: Vendola: Entro giugno la riforma che apre il mercato ai privati

    Care,

    e per questo motivo la Vendolessa la mandano al parlamento?

    E io che ogni giorno aprò il mio privato al mercato, dovrei almente diventare Presidentessa della Cortessa Costituzionalessa toutta, e senza limiti di sbarramento (in faccia, sul petto, sui peli, insomma sbarratte dove volete ma sbarratemi toutta e sbaratte anche alla Vendolessa)

 

 

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