Candido è un discorso complesso e ci vorrebbero trattati, non risposte da forum.
Quello che ti posso dire è questo: l'affermazione dell'essere uguali, riproposta e riformulata in chiave demagogica, assolutistica e immanentistica in tutti campi della vita, ha subito un inflazione tale grazie alla Rivoluzione Francese - costituendo quindi la base del pensiero moderno - che ne ha svilito il vero senso.
"A ciascuno il suo" secondo gli status sociali che si occupano, questo, a mio avviso, è il messaggio da tramandare.
Esigenze del "Regno del peccato" - per usare l'espressione di Sant'Agostino nel De Civitate Dei - impongono agli uomini di gestire Stati, gestire interessi pubblici.
In un ordinamento retto, tradizionale, quindi monarchico: la gerarchia dei ruoli esplicantesi nelle virtù e nello spirito che ha ciascuno di noi, asseconda quel nostro bisogno di contribuire ad immettere nell'ordinamento del "nostro" svolgendo professioni diverse tra loro, di caratura diversa, nobilitanti talune e non tal altre, ma nessuna superflua.
Questa visione armoniosa ed "organica" nel senso più nobile del termine deve tendere ad un fine, quello più nobile - riallacciandomi alla frase con cui ho iniziato il discorso - deve servire il "regno di Dio". Deve essere un'impostazione "anagogica", direbbe Evola, un fine che tende verso l'alto.
Per il resto, la debolezza umana la scorgiamo in noi quotidianamente. In noi è presente la grazia però, quando ci prefiggiamo qualcosa la nostra coscienza ci orienta nelle scelte, ci fa perseverare e ci delinea distintamente quando una cosa la si può avere pagando un prezzo invece che un altro. Non trovo, sinceramente, che la Chiesa non riconosca l'uso legittimo che si possa fare del danaro. Il problema è imperniare sui beni terreni, quella che è un messaggio spirituale, il quale solo a questo si deve attenere.