Noi milanesi siamo snob, spocchiosi,
parliamo slang
vestiamo strano, parliamo strano.
Ma adoro Milano,
adoro stare la sera alle Colonne nel Ticinese
mangiare a Chinatown guardando la punta del grattacielo
passeggiare per Brera la sera con la mia cicciobella,
adoro prendere il tram e farmi mezza città, d'inverno o mentre piove,
bere il caffè la domenica mattina in Cso Ticinese appena sceso con i capelli ancora da sonno,
e guardare l'umanità dai vetri, il culo delle nigeriane.
Mi piace Milano quando si copre di nebbia, respirarla di sera tardi, tornando a casa dalla palestra.
Mi piace il giardino di Sant'Eustorgio dove prendo il sole con l'odore di cipolle che esce dal Wok.
Milano da girare in bicicletta fino ai barconi sui navigli per rovinarti il fegato con i mojto.
Ma cazzo quando nevica, quei vecchi tram gialli sono una cartolina.
Mi piace perfino lo skyline nuovo dei grattacieli di Garibaldi.
O la domenica pomeriggio, ancora rintronato dalle ore piccole,
andare da Pattini, el prestineè (panettiere) in Cso Buenos Aires a mangiare salato.
I barboni della Centrale, ascoltare le loro vite, di figli ingrati, di puttane sfatte che piangono figli scomparsi.
E il sabato dietro il Duomo, colonne di tamarri vomitati in San Babila dal metro,
venuti da Baggio o Quarto con tutti gli optionals di questo mondo.
Passeggiare nel parco di Pta Venezia e incotrare Dolce&Pirlana che fanno pisciare il cane,
i cortili dietro la Scala, che ricordano la Pavia medioevale,
o la festa dei Oh Bej O Bej! fra profumo di caldarroste
quando mio nonno mi portava a comprare il torrone.
O sedersi giù alla Feltrinelli a leggere o ascoltare musica tra squinzie pettinate alla Winehouse
che ascoltano i Led Zeppelin del 73.
Siamo strani noi milanesi.
Ma Milàn l'è sempre Milàn.
E se non ti piace,
mavadaviaelcù!