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  1. #21
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Volantino dell'iniziativa di Sabato, la FIOM che è un sindacato serio ed infatti ha un sito serio sono sicuro che darà lo streaming!

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  2. #22
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Pd, Idv, Sel, Fds e i professori di ALBA sarebbe una alternativa vincente. Chissà se la FIOM riuscirà a dare una bella sveglia a tutti questi soggetti.
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  3. #23
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Dubito che tra quello che dirà Bersani e quello che dirà Ferrero tu possa trovare spazio per una alleanza...è un refrain ma ci tengo a ribadirlo
    «Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]

  4. #24
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Citazione Originariamente Scritto da Gdem88 Visualizza Messaggio
    Dubito che tra quello che dirà Bersani e quello che dirà Ferrero tu possa trovare spazio per una alleanza...è un refrain ma ci tengo a ribadirlo
    so che nella Fed non contano una cippa ma ti segnalo questo articolo del coordinatore di Socialismo 2000 Gianni Vigilante
    Socialismo 2000 » Blog Archive » Vigilante: Federazione della Sinistra, forza di governo?
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  5. #25
    email non funzionante
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Non capisco come si possa far parlare ad un'iniziativa del genere uno come Bersani,
    segretario di un partito che vuol cancellare(e sta cancellando) l'articolo 18.

  6. #26
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Citazione Originariamente Scritto da Seppia Visualizza Messaggio
    Non capisco come si possa far parlare ad un'iniziativa del genere uno come Bersani,
    segretario di un partito che vuol cancellare(e sta cancellando) l'articolo 18.
    Hanno fatto la stessa domanda ad Airaudo nella audiointervista che ho postato nella pagina 2, per la Fiom proprio perchè il Pd sta votando questa riforma pessima serve un confronto.
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  7. #27
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    La FIOM è da anni alla ricerca di qualcuno che gli faccia da sponda politica.

    Fin dal disastro elettorale del 2''8 ha piazzato ovunque i suoi uomini, si pensi a Zipponi nell'IdV, ma senza troppo successo. L'IdV gli fa da sponda una volta su 10. Il PD neanche c'è da parlarne, le esperienze con SEL (leggasi Torino) mostrano tutti i limiti. Con la FdS pesano le divergenze sulla questione del governo e il ruolo interno alla CGIL di Nicolosi.

    Il problema è: questa mossa è in grado di cambiare la situazione? Dopo questa assemblea ci sarà qualcuno che adotta l'agenda delle priorità della FIOM? Potrebbe farlo ALBA, ma per la FIOM c'è una centralità del lavoro che viene maldigerita da una buona parte del carrozzone Micromega/Manifesto. Sicuramente Ferrero dirà che da anni il PRC sostiene i punti programmatici fin qui proposti dalla FIOM, ma rimarranno le divergenze tattiche.

    SEL e IdV sacrificheranno qualsiasi cosa alla foto di Vasto.

    Credo che Cremaschi abbia ragione almeno su un punto fondamentale: una discussione del genere è legittima (e chi si scandalizza per il ruolo politico del sindacato è pregato di andare allo Zelig dei polli) ma va affrontato, da parte del sindacato, con una piattaforma organica, una discussione fatta solo con gli spunti estraibili dagli ottimi discorsi di Landini è destinata al 100% a finire strumentalizzata da tutte le parti.

    Non credo che la FIOM stia presentando una sua lista. Non fa parte della sua cultura sindacale, significherebbe una rottura con la sua ala destra e la sua ala sinistra. Questa dei listoni civici, con ALBA e lista-FIOM a coprire le eventuali defezioni della sinistra radicale, è solo l'ennesima sega mentale del partito di Repubblica.
    En passant, bisognerebbe avere un po' di coerenza, non è che se Cremaschi è stato interessato all'idea della costituente anticapitalista allora deve essere un pariah, mentre sono buoni tutti gli ambienti di movimento che sono passati da Turigliatto a Vendola...

  8. #28
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Fiom e sinistra, ultima chiamata



    di Francesco PiccioniUna domanda per Bersani, Ferrero, Vendola e Di Pietro: «Chi rappresenta gli interessi dei lavoratori?». La Fiom chiama i partiti di sinistra a confrontarsi sul tema del lavoro. E domattina Nichi Vendola, Paolo Ferrero e Antonio Di Pietro si troveranno di fronte a una platea di 500 delegati metalmeccanici; un pienone che lascerà fuori un numero assai più alto di delegati che vorrebbero esserci, nonostante i molti impegni di mobilitazione in corso anche in questi giorni e l'impegno totale delle strutture sindacali nelle zone terremotate dell'Emilia.Ci sarà anche Luigi Bersani, che è segretario del partito più grande, ma anche l'unico dei quattro a sostenere il governo Monti che proprio sul lavoro - tra «riforma» delle pensioni, cancellazione dell'art. 18, drastica riduzione degli ammortizzatori sociali e conferma perenne della precarietà - ha esibito socialmente il peggio di sé.Per lui, insomma, sarà probabilmente meno facile trovare l'empatia con la platea. L'attesa del sindacato guidato da Maurizio Landini è che «la politica venga ad ascoltare, e magari anche che dica qualcosa di sinistra». Viviamo in tempi in cui la «crisi della rappresentanza» è concetto dibattuto persino nei talk show, ma quando si deve affrontare il tema concreto della «rappresentanza degli interessi materiali del lavoro» le bocche si chiudono, gli interlocutori diventano vaghi, le parole si arrampicano su ogni tipo di specchio.
    L'obiettivo minimo è quindi quello di verificare se è possibile una riaprtura del «dialogo tra due mondi» che hanno percorso, nel bene e nel male, fianco a fianco la storia italiana del dopoguerra, ma che da tempo hanno smesso di parlarsi. Anche qui il discorso non è uguale per tutti, perché Rifondazione e Sel accompagnano in modo esplicito le rivendicazioni del mondo del lavoro; e altrettanto fa il partito-movimento di Di Pietro, con un occhio attento ai dati elettorali disaggregati per classi sociali; il Pd, invece, da molti anni si presenta ufficialmente come partito «neutrale» rispetto al conflitto tra capitale e lavoro, ma all'atto pratico - il voto su provvedimenti che danneggiano pesantemente il secondo - lascia cadere gli interessi dei più deboli in nome del «salvataggio del paese».
    Il tentativo è insomma quello di un'interlocuzione alta con la politica, perché un sindacato non fa mai politica in proprio, anche se - ovviamente - nel suo agire esercita un peso indubbio sulla politica e anzi, nella storia italiana, ha per lungo tempo trovato nella politica una «sponda» attenta a tradurre in misure legislative gli interessi concreti dei lavoratori. La crisi e la «fuga della sovranità» dallo Stato verso i «mercati internazionali» senza volto né nome hanno tranciato questi legami già molto indeboliti nell'ultimo ventennio. La domanda «è possibile ricostruirli?» è dunque non solo legittima ma necessaria.
    Una parte della stampa, nei giorni scorsi, ha fatto circolare la voce che in realtà - con questa scadenza - la Fiom intendesse annunciare la sua «discesa in politica». Una tesi sostenuta in particolare da Luca Telese, su Il Fatto, curiosamente proprio alla vigilia dell'annuncio della sua «scissione» dal giornale diretto da Padellaro per andare a fondarne uno proprio. In Fiom lo scherzo mediatico non è stato preso bene, perché - non è inutile ricordarlo, in tempi in cui «farsi un partito» è diventata un'attività imprenditoriale emergente - «il bene più prezioso di un sindacato è la sua autonomia da qualsiasi partito». Un sindacato, infatti, chiama la gente a mobilitarsi, a scioperare, quindi a sacrificare una fetta di salario per raggiungere obiettivi tangibili. Non certo per «scaldare» una campagna elettorale...
    Quella lettura «politicista» sembrava insomma quasi strillata a bella posta, per far derubricare l'incontro di domani a «normale» giro di valzer nello squalificato «teatrino della politica politicante». Che nel paese ha ormai una credibilità quasi zero, ma tra i metalmeccanici - atti legislativi alla mano - forse anche meno.
    da il manifesto
    Fiom e sinistra, ultima chiamata


    -Ma dai, sarà la bora..
    -Ma non siamo a Trieste!

  9. #29
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    CVD
    Un conto sono manovre, giuste o sbagliate, di rapporto tra politica e sindacato, un conto sono le fantasie.

  10. #30
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    Predefinito Re: La FIOM chiama a raccolta le forze di sinistra - Iniziativa il 9 Giugno a Roma

    Con la FIOM, per dire da che parte stiamo
    sabato 09 giugno 2012 | Francesco Ferrara | Nessun commento



    La ragione politica di una coalizione che si candida a governare il Paese e che ambisce a invertire la corsa verso l’abisso non risiede nel nome che si dà. Non deriva neppure, nell’essenziale, dalle forze che la compongono e meno che mai dalle promesse che sparge in campagna elettorale.

    La ragion d’essere reale di una forza politica o di una coalizione si misura oggi solo nei fatti e negli schieramenti che di volta in volta assume. Essere dalla parte della Fiom, oggi, è dirimente. Non si tratta “solo” di prendere posizione apertamente a favore del sindacato più combattivo e più combattuto, con tattiche profondamente antidemocratiche che non avrebbero sfigurato negli Usa del maccartismo. C’è questo, ed è fondamentale, ma c’è anche molto di più. Qui e ora, oggi in Italia, la Fiom è la bandiera di chiunque non intenda accettare la degradazione dei lavoratori al rango di merce inanimata, spogliata di ogni diritto, esposta dalla culla alla tomba ai capricci e alle traversie del mercato.

    Nell’Italia di Mario Monti, e prima in quella di Silvio Berlusconi, la Fiom è stata il baluardo della contrattazione nazionale contro una contrattazione atomizzata tra i singoli lavoratori e l’azienda, della resistenza contro il dilagare del precariato, della difesa dell’art. 18 contro la libertà di licenziare, della necessità di non arrendersi all’ingordigia di una logica fondata tutta sulla massimizzazione del profitto.

    Nell’Italia di Sergio Marchionne la Fiom è diventata il vessillo di una democrazia negata nella sostanza e ormai anche nella forma. Lo sconcio del sindacato più forte e più rappresentativo messo fuori dalla principale azienda per non aver accettato di firmare un contratto imposto col ricatto dovrebbe gridare vendetta alle orecchie di tutti i democratici e i liberali, non solo per la sinistra politica e sociale.

    All’incontro tra la Fiom e le forze politiche di centrosinistra, all’Hotel Parco dei principi di Roma, richiesto dal segretario Maurizio Landini, saranno presenti tutti i segretari dei partiti che di qui a pochi mesi si candideranno a governare l’Italia. Quei partiti chiederanno il voto a elettori disgustati dai compromessi e dalle rese alla ideologia e alle imposizioni materiali della destra degli ultimi.

    E’ in questa occasione, non nella vaghezza di programmi chilometrici, che il centrosinistra deve dire da che parte sta. Deve saper far arrivare un messaggio chiaro e senza all’intelligenza e al cuore della nostra gente, degli elettori delusi e tentati dal rifiuto della politica, dei lavoratori che dal prossimo governo si aspettano non una correzione di rotta ma un drastico cambio di indirizzo.

    Per loro, come per Sinistra Ecologia Libertà, lo spartiacque passa per la posizione che si prenderà nell’incontro del 9 giugno con la Fiom.

    Francesco Ferrara (responsabile organizzazione SEL)

    Con la FIOM, per dire da che parte stiamo | Sinistra Ecologia Libertà
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