Finalmente diventa argomento di discussione serio anche su quotidiani nazionali la probabile correlazione tra estrazione di idrocarburi e terremoto in Emilia Romagna
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Cosa c'è sotto?
Dal giorno della prima scossa la popolazione comincia a chiedersi: esiste un collegamento tra le attività di estrazione degli idrocarburi e i terremoti? Domenica sera ore 21.00 Rai 3 - Antonino Monteleone
TERRA DI ESTRAZIONE - In Emilia Romagna da decenni si estraggono petrolio e gas naturale. Da quando due diversi governi, tra il 1998 e il 2001, hanno liberalizzato il mercato è finito il monopolio di Eni. Così anche l'Emilia Romagna è diventata terra di conquista da parte di tutte le compagnie. Dal 20 maggio, però, l’Emilia Romagna si è scoperta anche una regione a rischio sismico: in pochi giorni i sismografi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato oltre 400 scosse di magnitudo Richter compresa tra 2 e 4.
FRACKING - In rete, da diversi giorni, circolano variegate versioni che imputerebbero a tecniche di ricerca di idrocarburi invasive come il fracking l'origine dei terremoti in Emilia. Secondo gli esperti, però, è vero che questo tipo di attività ha la capacità di indurre un terremoto o di "triggerarlo", ovvero accelerare un processo geologico in grado di provocarlo. Ma i dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico ci dicono che le imprese che hanno fatto richieste in questo senso sono ancora in attesa di un via libera definitivo.
SUBSIDENZA - A Off the Report cercheremo di fare chiarezza anche su un altro punto. La pianura padana, come altre regioni italiane, è soggetta al fenomeno della subsidenza. In poche parole si tratta di un fenomeno naturale che consiste in un progressivo abbassamento del suolo.
Mentre per le compagnie petrolifere la subsidenza "fa parte del gioco", secondo alcuni geologi è evidente la correlazione tra un'attività massiccia di estrazione di idrocarburi (greggio e gas naturale) e un aumento della subsidenza in grado di aumentare notevolmente un eventuale attività sismica come quella che ha colpito le province di Modena e Ferrara.
Un capitolo è dedicato anche al tentativo di una cordata di imprese guidate da Erg di realizzare, in un'area di sottosuolo vasta qualche chilometro quadrato, un sito di stoccaggio per 3 miliardi di metri cubi di gas con una tecnica mai provata prima in Italia definita "in acquifero".
I comitati, che da 6 anni si battono con decisione al progetto, dicevano che era pericoloso perché non si poteva prevedere un eventuale evento sismico. Che alla fine, purtroppo, è arrivato.
Antonino Monteleone