04/06/2012 - Il Paese ospiterà solo i rifugiati provenienti da paesi in cui la loro vita è a rischio
Haaretz ci parla della decisione del primo ministro italiano Benjamin Netanyahu il quale ha chiesto ai suoi ministri di attivarsi per una rapida espulsione dei clandestini presenti in Israele e provenienti del Sudan del Sud, della Costa d’Avorio, dal Ghana e dall’Etiopia.
RESTANO SOLO ERITREI E SUDANESI - Ieri il primo ministro israeliano ha spiegato la sua decisione precisando che al momento non è possibile mandare via eritrei e sudanesi a causa del clima politico e sociale presente nei loro paesi d’origine e per questo motivo è necessario costruire delle case per loro nel Negev il prima possibile. L’Esercito ha confermato inoltre che ora Israele si occuperà del rimpatrio dei 25 mila le cui condizioni nei loro Paesi di origine non destano particolari preoccupazioni.
MOTIVAZIONI - Il secondo gruppo, che rappresenta invece i restanti 35 mila africani oggi clandestini nel paese ebraico resteranno senza problemi. Il Sudan è un paese classificato come “nemico” d’Israele mentre l’Eritrea ritiene i suoi cittadini dei “disertori” in quanto la legge locale sottopone gli uomini dall’età compresa tra 17 e 45 anni alla coscrizione militare, mentre da 45 a 55 anni si è ritenuti “riservisti”. Questi, in caso di rimpatrio, potrebbero essere puniti con estrema violenza.
BASTA COSI’ - “Il primo gruppo dev’essere mandato via il prima possibile, mentre non possiamo rimandare indietro sudanesi ed eritrei”, ha commentato Netanyahu, il quale ha dato ordine di controllare a fondo i 60.000 africani clandestini presenti nel Paese così da definire chi può restare e chi deve andare via. L’uscita di Netanyahu conferma il lavoro oscuro compiuto dal ministero degli esteri negli ultimi mesi il quale si è attivato a fondo con le diplomazie dei Paesi interessati per organizzare al meglio il rimpatrio.
LA PRESSIONE SULL’ETIOPIA - A volte sono necessari toni duri come nel caso degli etiopi, non del tutto entusiasti dell’idea di vedere tornare indietro i propri clandestini. Le autorità israeliane hanno invitato alcuni diplomatici africani nel centro di detenzione di Saharonim per far rendere conto loro della gravità della situazione. Allo stesso tempo Israele mantiene contatti con il governo del Sudan del Sud, i cui cittadini sono liberi di tornare a casa loro senza costrizioni.
L’INTRANSIGENZA CON GHANA E COSTA D’AVORIO - Il prossimo 17 giugno un aereo israeliano porterà a Giuba 200 locali. Un altro aereo partirà a metà luglio, questo perchè i passeggeri hanno chiesto e ottenuto di attendere la fine dell’anno scolastico. Per quanto riguarda invece Costa d’Avorio e Ghana Israele è stata chiara: o tornano a casa o tornano a casa. Se questi paesi non riuscissero ad organizzarsi allora sarà Israele a portarli indietro di forza. Comportamento dettato dal lassismo
Israele “caccia” 25 mila clandestini