Fino alla sua morte, nel Luglio 1996, Adolf von Thadden (foto) era un personaggio di spicco e rispettato nei circoli della “estrema destra” tedesca o “nazionalista” (conservatrice). Nel suo ultimo libro, questo prolifico scrittore spiega in modo conciso e convincente perché Hitler fu costretto, sia per ragioni politiche che militari, a lanciare l’attacco preventivo contro l’Unione Sovietica, quando e come lo fece. “ La Trappola di Stalin “ è anche il suo ultimo lascito alle future generazioni, una specie di testamento per i giovani tedeschi.
Per decenni l’opinione dominante e più o meno ufficiale negli Stati Uniti e in Europa è stata che un Adolf Hitler ossessionato dalla razza, senza preavviso e senza essere provocato, tradì un fiducioso Josif Stalin dando il via ad un attacco a tradimento a sorpresa contro un’Unione Sovietica completamente impreparata il 22 Giugno 1941. Il libro di von Thadden, basato in gran parte su prove scoperte di recente negli archivi russi, su dichiarazioni dello stesso Stalin e su nuove rivelazioni di esperti militari russi, smonta questa opinione in modo convincente.
Molti documenti sovietici sequestrati dai tedeschi durante il corso della guerra, nonché relazioni del controspionaggio tedesco sul riarmo sovietico nel 1941, giustificano ampiamente la decisione di Hitler di attaccare. Presentata davanti ad un tribunale imparziale, questa prova avrebbe sicuramente scagionato la dirigenza politica e militare tedesca. Purtroppo tutti questi documenti furono confiscati e trattenuti dagli Alleati vincitori.
Nel suo lungo discorso dell’11 dicembre 1941 durante la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, Hitler descrisse in dettaglio la minaccia sovietica, la quale veniva sostenuta e favorita dalla Gran Bretagna e dagli ancora ufficialmente neutrali USA. Nel suo storico discorso al Reichstag, il leader tedesco disse:
“ Già nel 1940 diventava sempre più chiaro, mese dopo mese, che i piani degli uomini del Cremlino miravano al dominio, e quindi alla distruzione, di tutta l’Europa. Ho già informato la nazione del riarmo della potenza militare russo-sovietica nell’Est durante un periodo nel quale la Germania aveva solo poche divisioni nelle province confinanti con la Russia sovietica. Solo un cieco poteva non vedere che era in corso un potenziamento militare di dimensioni uniche nella storia del mondo. E questo non avveniva per difendere qualcosa che stava per essere minacciato, ma piuttosto per attaccare ciò che sembrava incapace di qualsiasi difesa. Quando divenni consapevole della possibilità di una minaccia ad Est del Reich nel 1940 tramite rapporti (segreti) dalla Casa dei Comuni britannica e osservando i movimenti delle truppe russo-sovietiche ai nostri confini, ordinai immediatamente la costituzione di molte nuove divisioni corazzate e di fanteria motorizzata. Ci accorgemmo chiaramente che non potevamo assolutamente permettere al nemico l’opportunità di attaccare per primo. Tuttavia, la decisione, in questo caso, fu molto difficile. Ora è disponibile un impressionante quantità di documentazione autentica che conferma l’intenzione di un attacco russo-sovietico. Siamo anche certi di quando questo attacco dovrebbe avvenire. In considerazione di questo pericolo, della cui portata ne siamo al corrente forse solo ora, posso solo ringraziare il Signore Iddio che mi ha illuminato in tempo e mi ha dato la forza di fare ciò che va fatto. Milioni di soldati tedeschi potranno ringraziarlo per le loro vite e l’Europa tutta per la sua esistenza. Oggi posso dire questo: se all’’ondata di oltre 20.000 carri armati, centinaia di divisioni, decine di migliaia di pezzi di artiglieria, assieme a oltre 10.000 aerei , non fosse stato impedito di muovere contro il Reich, l’Europa sarebbe stata perduta”.
Durante il processo di Norimberga del 1945-1946, ex funzionari di alto rango del Terzo Reich testimoniarono sui retroscena dell’operazione Barbarossa, descrivendo la minaccia sovietica del 1941 e l’impressionante quantità di materiali bellici che incontravano dopo che le loro forze armate penetrarono in territorio sovietico. Ma questa prova fu bruscamente rigettata dai giudici del Tribunale nominati dagli Alleati.
Von Thadden cita, ad esempio, la testimonianza a Norimberga di Hermann Goering: “Venimmo a conoscenza molto rapidamente, grazie ai nostri stretti rapporti con la Yugoslavia, dei retroscena del colpo di stato del Generale Simovic (Belgrado, 27 Marzo 1941). Subito dopo fu confermato che l’informazione dalla Yugoslavia era corretta e cioè che esisteva una forte influenza politica russa, nonché un importante assistenza finanziaria da parte dell’Inghilterra per questa impresa, della quale trovammo più tardi le prove. Era chiaro che questa impresa era diretta contro la politica amichevole verso la Germania del precedente governo jugoslavo. Il nuovo governo jugoslavo, ovviamente e al di là di qualsiasi dubbio, stava chiaramente in stretti rapporti con i nemici che avevamo a quell’epoca e cioè: l’Inghilterra e, al riguardo, con la Russia. L’affare Simovic fu l’ultimo e decisivo fattore che dissipò gli ultimi scrupoli del Fuehrer circa l’atteggiamento russo e lo portò a prendere misure preventive in quella direzione in tutte le circostanze“.
Come riferisce anche von Thadden, il generale Alfred Jodl, uno dei consiglieri militari più vicini a Hitler, testimoniò in modo simile davanti al Tribunale di Norimberga in merito all’Operazione “Barbarossa”: “Era innegabilmente una guerra puramente preventiva. Ciò che scoprimmo in seguito fu la certezza di una gigantesca preparazione militare russa davanti ai nostri confini. Vi dispenserò dai dettagli, ma posso solo dire che sebbene riuscimmo in una sorpresa tattica sia nel giorno che nell’ora, non fu però una sorpresa strategica. La Russia era totalmente preparata alla guerra“.
Le autorità alleate a Norimberga negarono agli imputati tedeschi l’accesso ai documenti che li avrebbe scagionati. I leaders militari e politici furono impiccati, si suicidarono o vennero deportati in Unione Sovietica per essere fucilati o andare ai lavori forzati. Ne derivò che il compito di sistemare gli avvenimenti storici fu lasciato ad altri, inclusi studiosi russi e americani, nonché a dei tedeschi rispettabili come von Thadden.
Ulteriori prove citate da von Thadden circa lo scontro russo-tedesco furono fornite da Andrei Vlassov, un importante generale sovietico che era stato catturato dai tedeschi. Durante un colloquio nel 1942 col Generale delle SS Richard Hildebrandt, gli fu chiesto se Stalin intendeva attaccare la Germania e quando. Hildebrandt riferì in seguito: “Vlassov rispose dicendo che l’attacco era pianificato per Agosto-Settembre 1941. I russi stavano preparando l’attacco fin dall’inizio dell’anno e ci volle parecchio tempo a causa dello stato penoso nel quale versava la rete ferroviaria russa. Hitler aveva indovinato la situazione in modo corretto e colpì direttamente al cuore della macchina bellica russa. Questo, disse Vlassov, è la ragione per i grandi successi iniziali tedeschi“.
Nessuno ha fatto più di Viktor Suvorov (Vladimir Rezun), un ex ufficiale del controspionaggio militare sovietico, per dimostrare che Stalin stava preparando l’attacco alla Germania e all’Occidente come parte del progetto a lungo termine di sovietizzazione globale e che Hitler non aveva nessuna altra alternativa razionale se non quella di sferrare un suo attacco. Nel libro “Stalin’s Trap“, von Thadden discute e conferma l’analisi di Suvorov, citando anche le scoperte di altri storici militari russi i quali, lavorando in archivi resi accessibili solo dal 1990, sostengono ed elaborano l’opera di Suvorov. Tra loro il Colonnello in pensione sovietico Aleksei Filipov che scrisse “The Red Army’s State of War Preparedness in June 1941” (“Lo stato di preparazione alla guerra dell’Armata Rossa nel Giugno 1941”), un articolo pubblicato nel 1992 nella rivista militare russa Voyenni Vestnik, e Valeri Danilov, un altro colonnello sovietico in pensione che scrisse “Did the General Staff of the Red Army Plan a Preventive Strike Against Germany?“ (Lo Stato Maggiore dell’Armata Rossa progettava un attacco preventivo contro la Germania?) che fu pubblicato prima su un giornale sovietico e, più tardi, tradotto, nella stimata rivista militare austriaca Oesterreichische Militaerische Zeitschrift.
Nel 46° anniversario della fine della guerra in Europa, l’accreditato quotidiano moscovita Pravda dell’8 Maggio 1991, scriveva: “Piani sovietici irrealistici di natura offensiva furono stesi prima della guerra in conseguenza ad una sopravalutazione delle nostre stesse capacità e ad una sottovalutazione di quelle del nemico. In base a questi piani iniziammo a dispiegare le nostre forze sul confine occidentale. Ma il nemico ci anticipò“.
Di recente, due importanti storici europei, uno tedesco ed uno austriaco, hanno presentato ulteriori prove dei preparativi sovietici per un attacco alla Germania. Il primo di questi è Joachim Hoffmann che per molti anni è stato uno storico presso il noto Centro di Ricerche Storiche e Militari di Friburgo. Egli presenta le sue prove nel libro “Stalins Vernichtungskrieg, 1941-1945” (“La guerra di sterminio di Stalin, 1941-1945”), un’opera di circa 300 pagine che è stata pubblicata in almeno tre edizioni. Il secondo è Heinz Magenheimer, un membro dell’Accademia della Difesa Nazionale a Vienna e editore della rivista militare austriaca “Oesterreichische Militaerische Zeitschrift”. Il suo libro dettagliato è stato di recente pubblicato in inglese col titolo “Hitler’s War: German Military Strategy, 1940-1945” (“La guerra di Hitler: strategia militare tedesca, 1940-1945)”– Londra: 1998.
Von Thadden recensisce anche una serie di articoli del settimanale tedesco Der Spiegel circa i piani sovietici, elaborati dal Generale Georgi Zhukov, per attaccare il nord della Germania e la Romania agli inizi del 1941. Commentando ciò, il Colonnello Vladimir Karpov ha affermato: “Immaginate soltanto se il piano di Zhukov fosse stato accettato e realizzato. All’alba di un giorno di Maggio o Giugno migliaia di nostri aerei e decine di migliaia di pezzi d’artiglieria avrebbero sfondato verso forse nemiche densamente concentrate, le cui posizioni erano note fino a livello di battaglione. Sarebbe stata una sorpresa ancora più incredibile dell’attacco tedesco su di noi“.
I DISCORSI DI STALIN
Von Thadden presenta lunghe citazioni di diversi discorsi di Stalin e di un ordine emesso dallo stesso Stalin nel 1943. Secondo l’autore, tutto ciò dimostra che Stalin, come il suo predecessore Lenin, considerava sempre la guerra come il mezzo fondamentale per promuovere la rivoluzione comunista mondiale e introdurre la dittatura globale del proletariato.
Forse il discorso più significativo è quello fatto da Stalin ad un incontro col Politburo il 19 agosto 1939. Fatto davanti ad una intima cerchia di soci, esso dimostra la sua astuta, ma completamente cinica valutazione delle forze politiche e rivela la sua furba lungimiranza. (A quanto ne sia a conoscenza lo scrivente, nessuno storico americano ha finora pubblicamente divulgato il suo discorso).
Stalin fece questo discorso proprio mentre funzionari sovietici stavano negoziando con rappresentanti britannici e francesi una possibile alleanza militare con Gran Bretagna e Francia, e mentre funzionari tedeschi e sovietici stavano discutendo un eventuale patto di non aggressione fra i loro paesi. Quattro giorni dopo questo discorso, il Ministro degli Esteri tedesco von Ribbentrop si incontrò con Stalin al Cremlino per firmare il patto tedesco-sovietico di non aggressione.
E’ importante sottolineare che Stalin avrebbe potuto evitare la guerra nel 1939 concordando il suo sostegno alla Gran Bretagna e alla Francia nella loro “garanzia” di sostenere la Polonia, oppure annunciando che l’Unione Sovietica si sarebbe fermamente opposta a qualsiasi violazione del territorio polacco da parte della Germania. Decise invece di dare a Hitler “luce verde” per attaccare la Polonia, prevedendo in pieno che la Gran Bretagna e la Francia avrebbero dichiarato guerra alla Germania, trasformando un conflitto locale in una guerra europea su vasta scala.
In questo discorso Stalin espose la sua opinione accorta e calcolatrice della situazione europea: “La questione della guerra o della pace è entrata in una fase critica per noi. Se concludiamo un patto di mutuo soccorso con Francia e Gran Bretagna, la Germania si ritirerà dalla Polonia e cercherà un modus vivendi con le potenze occidentali. La guerra verrebbe evitata, ma strada facendo gli eventi potrebbero diventare pericolosi per l’URSS. Se accettiamo la proposta tedesca e concludiamo un patto di non aggressione con essa, invaderà sicuramente la Polonia e l’intervento della Francia e dell’Inghilterra sarà inevitabile. L’Europa Occidentale sarà attraversata da gravi disordini e sollevamenti. A queste condizioni, avremmo una grande occasione di rimanere fuori dal conflitto e potremmo prenderci il tempo necessario per decidere quando entrare in guerra. L’esperienza degli ultimi 20 anni ha dimostrato che in tempo di pace il movimento comunista non è mai sufficientemente forte per prendere il potere. La dittatura di tale partito diventerà possibile solo come conseguenza di una guerra. La nostra scelta è chiara. Dobbiamo accettare la proposta tedesca e mandare a casa cortesemente la missione anglo-francese. Il nostro vantaggio immediato sarà quello di prenderci la Polonia fino alle porte di Varsavia, e anche la Galizia ucraina. Per realizzare questi piani è essenziale che la guerra continui il più a lungo possibile e che tutte le forze, con le quali siamo attivamente coinvolti, vengano indirizzate verso questo obiettivo. Consideriamo una seconda possibilità e cioè una vittoria della Germania. E’ ovvio che la Germania sarà troppo occupata altrove per venire contro di noi. In una Francia conquistata, il partito comunista francese sarà molto forte. La rivoluzione comunista scoppierà inevitabilmente e noi saremo in grado di sfruttare venendo in aiuto della Francia e farcela nostra alleata. Inoltre, tutte le nazioni che cadono sotto la “protezione” di una Germania vittoriosa diverranno anch’esse nostre alleate. Ciò ci fornisce un ampio campo d’azione nel quale sviluppare la rivoluzione mondiale. Compagni! E’ nell’interesse dell’URSS, la patria dei lavoratori, che la guerra scoppi fra il Reich ed il blocco capitalista anglo-francese. Bisogna fare di tutto perché questo si trascini il più a lungo possibile al fine di indebolire ambo le parti. Per questa ragione è imperativo che noi concludiamo il patto proposto dalla Germania e che poi operiamo affinché questa guerra, che un giorno verrà dichiarata, venga condotta dopo che sia trascorso il più lungo tempo possibile“.
Il coraggioso calcolo del leader sovietico di usare la Germania come “rompighiaccio” per la guerra, affermò von Thadden, era la “Trappola di Stalin”.
Una versione di questo discorso era conosciuta fin dal 1939, ma per decenni era sempre stata liquidata come una menzogna. Tuttavia, nel 1994, storici russi ne trovarono un autorevole testo in un archivio sovietico speciale e lo pubblicarono subito su un accreditato giornale accademico russo, nonché in una pubblicazione accademica dell’Università di Novosibirsk. Subito dopo questo discorso dell’agosto 1939, von Thadden afferma che Stalin ordinò un piano di mobilitazione militare di due anni, un piano gigantesco che sarebbe culminato nell’estate del 1941 con potenti forze sovietiche pronte a colpire verso occidente contro la Germania ed il resto dell’Europa.
Il 5 maggio 1941, appena sette settimane prima dell’attacco tedesco, Stalin rilasciò un altro importante discorso, questa volta ad un banchetto cerimoniale al Cremlino per ufficiali dell’Accademia Militare Frunze. Partecipavano anche membri della “cerchia interna” di Stalin, inclusi Molotov e Beria. Von Thadden riferisce che durante la guerra i tedeschi ricostruirono il testo di questo discorso basandosi sul ricordo di ufficiali sovietici catturati e che avevano partecipato al banchetto.
Come afferma von Thadden, un certo numero di storici hanno prevedibilmente negato la sua autenticità, definendolo come un prodotto della propaganda di disinformazione tedesca. Tuttavia, diversi anni fa, lo storico russo Lev Bezymensky trovò il testo di una parte del discorso, redatto per la prevista pubblicazione, negli archivi del Cremlino. Egli pubblicò questo testo in un numero del 1992 del giornale accademico “Osteuropa” (“Europa dell’Est”).
In questo discorso Stalin sottolinea che la recente politica di pace dello stato sovietico aveva esaurito il suo compito. (Con questa politica, l’Unione Sovietica aveva esteso ampiamente i suoi confini verso occidente nel 1939 e nel 1940, inglobando circa 30 milioni di persone). Ora Stalin annunciava con chiarezza che era il tempo di prepararsi alla guerra con la Germania, un conflitto che sarebbe iniziato presto. Egli citò l’enorme riarmo della potenza militare sovietica, sia in quantità che in qualità, durante gli ultimi anni. La recente “occupazione” della Bulgaria ed il trasferimento di truppe tedesche in Finlandia, continuò, sono “motivi di guerra contro la Germania”.
Stalin disse: “Il nostro piano di guerra è pronto. Possiamo dare inizio alla guerra con la Germania entro i prossimi due mesi. C’è un trattato di pace con la Germania ma è un inganno, o piuttosto un paravento, dietro al quale possiamo apertamente operare. La politica di pace ha garantito pace al nostro paese. Ora comunque, con nostro esercito riorganizzato e tecnologicamente ben preparato per la guerra moderna, e ora che siamo forti, dobbiamo passare dalla difesa all’attacco. Nel difendere il nostro paese, siamo costretti ad agire sull’offensiva. Ci spostiamo da una politica di difesa ad una politica militare di azione offensiva. Dobbiamo riorganizzare la nostra propaganda, la sobillazione e la nostra stampa in uno spirito offensivo. L’Armata Rossa è un esercito moderno ed un esercito moderno è un esercito offensivo. Il motto di una politica pacifica del governo sovietico è ormai datato ed è stato superato dagli eventi. E’ iniziata una nuova era nello sviluppo dello stato sovietico, l’era dell’espansione dei suoi confini e non, come prima, grazie ad una politica di pace, ma piuttosto con la forza delle armi. Il nostro paese ha tutte le condizioni necessarie per farlo. I successi dell’esercito tedesco sono dovuti al fatto che questi non ha incontrato avversari ugualmente forti. Alcuni comandanti sovietici hanno sopravvalutato i successi dei tedeschi. Propongo quindi un brindisi alla nuova era che è sorta per lo sviluppo della nostra patria socialista. Lunga vita all’attiva politica offensiva dello stato sovietico!“.
Alla luce di tutte le nuove prove rese disponibili nei recenti anni, von Thadden qui controbatte che sarebbe ovviamente necessario riesaminare l’interpretazione ufficiale di lunga data della guerra.
Per sostenere l’opinione “di regime” messa in difficoltà sullo scontro tra Hitler e Stalin, un gruppo di studiosi interessati si incontrarono ad una conferenza internazionale a Mosca nel 1995. Storici provenienti dall’Europa, Israele, Stati Uniti e Canada incontrarono le loro controparti russe per coordinare una “linea ufficiale”, da tenere sia in Russia che in Occidente, sulla guerra russo-tedesca e le sue origini. Questi storici hanno semplicemente ignorato la maggior parte delle abbondanti e sempre maggiori prove portate da parte revisionista circa questo capitolo di storia, inclusi i discorsi di Stalin e altre prove citate da von Thadden, e anche i recenti ed importanti ritrovamenti da parte di storici russi.
Per dimostrare che persino i ricercatori “di regime“ possono cambiare opinione su questo capitolo di storia, von Thadden cita lo storico francese Stéphane Courtois. “Sto lavorando per la rivalutazione di Stalin. Fu il più grande criminale di questo secolo. Ma, allo stesso tempo, fu anche il più grande politico del secolo, il più competente e il più professionale. Egli capì meglio di qualunque altro come utilizzare tutti i mezzi per raggiungere gli scopi. Dal 1917 in avanti, egli aveva una visione globale e, attenendosi al suo piano, la realizzò. Ovviamente è facile asserire che Hitler scatenò la guerra, ma le prove della responsabilità di Stalin sono schiaccianti. Stalin voleva sradicare chiunque si opponesse all’ordine sociale marxista-leninista“.
“Per via della resistenza opposta dai soldati tedeschi“, conclude von Thadden, i “liberatori” russi e anglo-americani non si incontrarono nell’Europa Occidentale, ma sulle rive dell’Elba nel centro della Germania “.
Note
Von Thadden scrisse numerosi articoli e saggi e fu coeditore del mensile di Coburg Nation and Europe. Altri suoi libri sono: Zwei Angreifer: Hitler und Stalin (Due aggressori: Hitler e Stalin) del 1993, Adolf Hitler del 1991, Die verfemte Rechte (I diritti proscritti), del 1984, Guernica: Greuelpropaganda oder Kriegsverbrechen? (Guernica: propaganda inventata o crimine di guerra?)
L’autore della recensione, Daniel W. Michaels è andato in pensione dopo aver prestato servizio per 40 anni nel Dipartimento della Difesa americano. E’ laureato alla Columbia University (Phi Beta Kappa, 1954), e ha fatto parte del programma di scambio studentesco Fullbright nel 1957. Scrive dalla sua casa a Washington, D.C.
(Stalins Falle: Er Wollte den Krieg – La trappola di Stalin: lui volle la guerra – di Adolf von Thadden.
Rosenheim: Kultur und Zeitgeschichte/Archiv der Zeit, 1996 – Cultura e storia contemporanea/Archivio dell’epoca, 1996. Rilegato. 170 pagine. Foto. Bibliografia.)
Tratto da: Institute for Historical Review
(New Evidence on the 1941 'Barbarossa' Attack -- Why Hitler Attacked Soviet Russia When He Did (review))
Fonte: The Journal of Historical Review, Maggio-Giugno 1999 (Vol. 18, N° 3), da pag. 40 in poi
Recensito da Daniel W. Michaels
Traduzione di Gian Franco Spotti
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=15155