Prendiamo allora l'esempio dell'Ungheria, che ad Est della cortina ci stava ed ha, se non ricordo male, un partito di maggioranza che parla di Grande Ungheria o che concede nazionalità a tutti coloro che sono di etnia ungherese, anche al di fuori dei confini nazionali.
Sul fatto poi che uno dei Paesi fondatori dell'UE soffra di problemi interni legati alla lingua e che si parli spesso di una sua spaccatura, ma che si voleva per forza evitare questi conflitti nei nuovi paesi ad est... non è ironico?
Ps..: sulla struttura federale del Belgio mi trovi d'accordo. Creare due entità etniche distinte in un solo Stato è la prima fase per la spaccatura definitiva. Mi chiedo se chi l'ha proposta lo sapesse o se addirittura non lo auspicasse.
Sono le manovre evidenti o quelle "nascoste" ad essere bocciate?
Ti ripropongo la domanda: la costruzione europea è diretta a fare dell'Europa un serio concorrente di queste altre potenze o a livellarne le opinioni in modo da rendere più facile le influenze esterne? Sarebbe ad esempio ancora possibile per la Germania rifiutarsi di seguire gli USA in campagne come quella Iraqena, se l'Europa decidesse di farlo come entità unica?
E la campagna libica... sono stati gli europei a volerla?
La somiglianza più grande che rilevo tra l'unità d'Italia e l'attuale UE è la volontà centralizzatrice che sta prevalendo su quella federale inizialmente prevista. Non vedo infatti come molto "federale" la tendenza a imporre agli Stati decisioni (come la disciplina di bilancio) che poi non vengono adottati dalle stesse istituzioni dell'UE.
L'errore più grande è affrontare il guado ignorando deliberatamente quant'è forte la corrente o profonda l'acqua. A queste condizioni, rimanere bloccati a metà è ancora una bella cosa.
Cattaneo auspicava anche la creazione di una Federazione Italiana. Non venne ascoltato, come si rischia di non ascoltarlo riguardo all'Europa, i cui processi decisionali sono un po' dettati da una volontà centralizzatrice, un po' dall'asse (ora più debole) tra Germania e Francia.
Allora mi sa che bisognerà prendere l'attuale UE e "buttarla nel cestino", diciamo. Cito il "padre" della Costituzione Europea, Valéry Giscard d’Estaing, che così commentò la bocciatura della stessa da parte degli elettori francesi: « Un anno fa non è stata la Francia a dire no, bensì il 55% dei francesi ».
Infatti negli anni successivi i francesi non sono stati chiamati a votare nuovamente su tale Costituzione. Tralasciando il discorso "potenze esterne", siamo sicuri che siano gli europei a decidere della forma politica dell'Europa Unita? E se così non è, quali conseguenze, alla lunga, porterà un simile modo di procedere?
La vedo dura, ma vedremo.
Su questo punto sbagli. Io non ho espresso paure e critiche tanto verso una futura (e ancora del tutto teorica) Europa federale, ma riguardo all'attuale costruzione europea unitaria e sempre più centralista. Non è l'immobilismo che propongo, bensì una politica più ragionata e non fatta sfruttando ad esempio l'attuale crisi economica per dei clamorosi "balzi in avanti". Balzi spesso oltretutto imposti dai politici delle singole nazioni, in cerca magari del loro posto di gloria nella Storia, o magari in cerca del passo giusto per fare interessi tutt'altro che europei.
Tu mi hai citato, per un altro motivo, la Svizzera. Quanto ha impiegato per passare in modo più o meno equilibrato dall'alleanza militare alla Confederazione di Stati indipendente ed infine alla Federazione? 557 anni, o forse perfino di più, visto che il patto del 1291 fu preceduto da altri, non giunti però fino a noi. E anche così, nonostante secoli di convivenza e nonostante lo Stato centrale fosse molto più debole di quello odierno, lo sbalzo tra la struttura Confederale e Federale è stato tale da scatenare una guerra civile, per fortuna di breve durata e poco sanguinosa.
Eppure una Svizzera circondata da (in proporzione) dei giganti nazionali non è declinata né è finita in rovina, anzi. Per esempio l'industria resta estermamente competitiva nonostante gli alti prezzi e il cambio sfavorevole, ed esporta praticamente in ogni dove nel mondo. Come mai?
La Cina sta crescendo? Certo. L'India pure. Questi Stati hanno pesanti contraddizioni interne, ma di questo passo tra qualche secolo avranno entrambi raggiunto sull'intero territorio un livello "europeo". L'Europa, invece, sia essa unita o divisa, cosa sta facendo e cosa farà per mantenere la sua competitività economica o politica?
Come competi con la Cina, ad esempio? Abbassando gli stipendi? Raddoppiando le ore lavorative? Impossibile. Per cui, essere cinquecentomila o cinquecento milioni cambierà poco, saranno sempre un miliardo in più e verranno sempre pagati di meno. Avranno sempre una rete di amicizie ed accordi politici in giro per il mondo. Avranno sempre le loro bombe atomiche ed il loro seggio permanente all'ONU.
L'Europa, invece? Ha tra i propri Stati tali accordi di libera circolazione di persone, merci eccetera da rendere una futura unione politica poco influente per la propria forza economica.
Sul fronte politico, invece di avere ventisette interlocutori dalle idee e necessità diverse con cui dover trattare e da dover convincere, ce ne sarà (in caso di Federazione) uno solo; più grande ma non necessariamente più risoluto, e che potrebbe non tenere conto delle esigenze di tutti i "ventisette", ma solo della loro maggioranza. E se attualmente l'Europa di seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza ne ha due, ovvero quello inglese e francese (sarebbero tre contando la Russia), in caso di unione ne avrà verosimilmente uno solo, il secondo magari riassegnato all'India, aumentando paradossalmente l'influenza asiatica rispetto a quella europea.
Per gli USA è facile parlare, visto che hanno due oceani a disposizione, e possono farsi gli affari loro su due fronti. Un simile spostamento di baricentro a loro non comporterà alcun problema a lungo termine. Anche unita l'Europa non può invece spostarsi nel Pacifico, deve perciò comunque giocare con quello che ha. E come ho detto, gli attuali accordi economici già in vigore renderebbero una Federazione Europea poco "utile" sul fronte economico. Su quello politico è probabile, invece, che aiuti; sempre però che l'Europa Unita sia realmente "europea".
P.s.: la "temporanea supremazia europea" (temporanea su scala storica, dato che durò secoli) è stata ottenuta da un'unione continentale o dai singoli Stati in conflitto tra loro?