La società che aborrisco

[Marximiliano]

Eravamo rimasti al fatto che non c'è modo di far pergiungere l'acqua da noi in loco sprecata laggiù dove coloro che di sete languono ne trarrebbero giovamento.

Aggiungo che la nostra deprecabile società che così che inquina e deturpa l'ambiente è tuttora l'unica cosa che permette a 7 miliardi di persone di sopravvivere in questa valle di lacrime; in assenza, a malapena si sfamerebbe un quarto della popolazione mondiale.
Triste ma vero epperò... :giagia:

[Immanuel]

Ma non è che se cambi il posto dove le hai pubblicate le minchiate diventano buone idee. Al massimo puoi trovare dei lettori più stupidi e quindi più accondiscendenti. Ma restano minchiate.

[Carla]

Sono totalmente d'accordo sul discorso degli sprechi.
Riguardo alla cernita dei prodotti da evitare, se proprio volessimo essere equi e solidali, dovremmo mangiare solo dal nostro orto.

Non penso che boicottare un prodotto Barilla possa fermare le guerre nel mondo. Il problema sta alla base, non è certo chi finanzia il mercato delle armi (tra l'altro legale) che crea i conflitti, ma casomai il contrario.

Guarda, hai sollevato in me dei dubbi, e di questo ti sono grata. Danno da pensare soprattutto le tue parole: «Non penso che boicottare un prodotto Barilla possa fermare le guerre nel mondo». Se io, da domani, non compro più prodotti Barilla (come mi sono già prefissata di fare) non cambierà niente, è vero. Ma se lo facessero tutti? La Barilla fallirebbe. Quali potrebbero essere, a livello nazionale, le conseguenze del fallimento di una delle più grandi aziende alimentari? Morta una Barilla, non è detto che ne nascerà un'altra. Però il suo fallimento incoraggerebbe altri produttori a emergere, farebbe sorgere competizione, concorrenza. Una parte del ricavato dell'azienda va a finire nelle tasche dei produttori di armi; comprando prodotti Barilla, Rio Mare, Illy, Ferrero, Loacker, Bauli, eccetera, si aiuta l'economia di guerra israeliana. Ecco, ti do questo link: AziendeItaliane Alla luce di questi dati, affermo che le ragioni per boicottare queste grandi marche, queste multinazionali, ci sono tutte.

[Marximiliano]

Ma non è che se cambi il posto dove le hai pubblicate le minchiate diventano buone idee. Al massimo puoi trovare dei lettori più stupidi e quindi più accondiscendenti. Ma restano minchiate.

In effetti il fondoscala è l'unico posto in cui delle minchiate possono diventare delle buone idee

[Carla]

Ma non è che se cambi il posto dove le hai pubblicate le minchiate diventano buone idee. Al massimo puoi trovare dei lettori più stupidi e quindi più accondiscendenti. Ma restano minchiate.

Punti di vista. Se per te i problemi ambientali, a causa dei quali si estinguono ogni anno sulla Terra più di 90.000 specie viventi mettendo in serio rischio la catena alimentare animale e quindi umana, ti sembra una minchiata, io affermo che le tue idee per me sono michiate. Chiaro?

[Malandrina]

Guarda, hai sollevato in me dei dubbi, e di questo ti sono grata. Danno da pensare soprattutto le tue parole: «Non penso che boicottare un prodotto Barilla possa fermare le guerre nel mondo». Se io, da domani, non compro più prodotti Barilla (come mi sono già prefissata di fare) non cambierà niente, è vero. Ma se lo facessero tutti? La Barilla fallirebbe. Quali potrebbero essere, a livello nazionale, le conseguenze del fallimento di una delle più grandi aziende alimentari? Morta una Barilla, non è detto che ne nascerà un'altra. Però il suo fallimento incoraggerebbe altri produttori a emergere, farebbe sorgere competizione, concorrenza. Una parte del ricavato dell'azienda va a finire nelle tasche dei produttori di armi; comprando prodotti Barilla, Rio Mare, Illy, Ferrero, Loacker, Bauli, eccetera, si aiuta l'economia di guerra israeliana. Ecco, ti do questo link: AziendeItaliane Alla luce di questi dati, affermo che le ragioni per boicottare queste grandi marche, queste multinazionali, ci sono tutte.

Senza nulla voler togliere al tuo idealismo, tu sei nel periodo "No Logo" (la pubblicazione più brutta che mi sia mai capitato di leggere). Quando capirai che qualsiasi cosa acquisti, a meno che non sia prodotta dal tuo orto o dal contadino vicino casa, fa parte di una brutta e cattiva multinazionale, ti renderai anche conto di essere una piccola Don Quijote. Acquista responsabilmente, ma non ti fare accecare dall'ideologia, perché non campi più.

[Immanuel]

Punti di vista. Se per te i problemi ambientali, a causa dei quali si estinguono ogni anno sulla Terra più di 90.000 specie viventi mettendo in serio rischio la catena alimentare animale e quindi umana, ti sembra una minchiata, io affermo che le tue idee per me sono michiate. Chiaro?

Mi sai dire quante specie si sono estinte negli ultimi miliardi d'anni fino a cinque milioni d'anni fa? Poi il 90mila l'hai inventato ora o l'hai letto in qualche altro sito di cazzate?

Minchiate. Restano minchiate.

[Carla]

Senza nulla voler togliere al tuo idealismo, tu sei nel periodo "No Logo" (la pubblicazione più brutta che mi sia mai capitato di leggere). Quando capirai che qualsiasi cosa acquisti, a meno che non sia prodotta dal tuo orto o dal contadino vicino casa, fa parte di una brutta e cattiva multinazionale, ti renderai anche conto di essere una piccola Don Quijote. Acquista responsabilmente, ma non ti fare accecare dall'ideologia, perché non campi più.

Sinceramente non mi importa sapere in che periodo io mi trovi, Malandrina. Vorrei solo un po' più di giustizia e di equità (ma non intesa in senso "montiano"). E io sono convinta che se tutti si comportassero meglio, staremmo tutti meglio. Non c'è storia che regga.

[Carla]

Mi sai dire quante specie si sono estinte negli ultimi miliardi d'anni fino a cinque milioni d'anni fa? Poi il 90mila l'hai inventato ora o l'hai letto in qualche altro sito di cazzate?

Minchiate. Restano minchiate.

Sono opinioni. Le estinzioni del passato non erano evitabili. Queste sì. Circa 450 milioni di anni fa, si estinse l'85% delle specie viventi, 365 milioni di anni fa ci fu la seconda, poi nella terza, 250 milioni di anni fa, si estinse più del 90% della vita, nella quarta, 205 milioni di anni fa, il 75% e nella quinta, 65 milioni di anni fa, l'80%. Ma le cause di queste grandi estinzioni vengono imputate a eventi cosmici come impatti di meteoriti o alla attività tettonica terrestre (soprattutto quella vulcanica). Oggi millenaristi e profeti della fine del mondo attendono l' estinzione definitiva, senza accorgersi che essa è già in atto, non a causa di impatti di asteroidi sul pianeta, ma a causa dell' impatto di un' idea idiota quanto folle: di matrice mercantilistica e tecnologica, quella della sviluppo illimitato della produttività, quella della selezione funzionale riduttiva. Si stanno oggi infatti estinguendo ogni giorno dalle 50 alle 200 specie viventi, da 1000 a 3000 volte di più delle ecatombi passate, mai si è registrata una simile frequenza. E il bello è che l'attuale ecatombe viene chiamata "progresso" da perseguire indefessamente per far crescere il PIL e con esso il diritto all'infelicità del pensiero unico economico globale per il quale sembra aver aumentato le possibilità di scelta aver ridotto ad esempio da 3600 a 12 le varietà di mele sul mercato. Ma non è per le mele, è per il rispetto del pianeta! Se rispettiamo il pianeta, rispettiamo noi stessi.


Da quando si evolsero i primi esseri pluricellulari, 530 milioni di anni fa, i paleontologi ritengono che siano esistite circa 30 miliardi di specie. Oggi si stima che ne vivano sulla Terra circa 30 milioni. Ciò vuol dire che il 99,9% si è estinto. La velocità con la quale le specie scompaiono da quando è apparso l'uomo è diventata da 1000 a 10.000 volte superiore al tasso naturale di estinzione, soprattutto negli ambienti particolarmente delicati come ad esempio le foreste tropicali. E se prima le specie sopravvivevano per periodi dell'ordine dei milioni di anni, oggi si estinguono dalle 50 alle 200 specie al giorno, cioè 3 specie all'ora. Scusa Immanuel, ma le tue parole sono spregevoli, tanto quanto le tue idee.

[Malandrina]

Sinceramente non mi importa sapere in che periodo io mi trovi, Malandrina. Vorrei solo un po' più di giustizia e di equità (ma non intesa in senso "montiano"). E io sono convinta che se tutti si comportassero meglio, staremmo tutti meglio. Non c'è storia che regga.

Credo che chiunque sano di mente vorrebbe più giustizia ed equità, ma devi fare i conti con la realtà.
Ti racconto un aneddoto: quando è nata la mia prima figlia, non sopportavo l'idea che vestisse abiti o giocasse con giocattoli prodotti in paesi in cui non solo gli operai avevano diritti pari a zero, ma addirittura veniva sfruttato il lavoro minorile. Di conseguenza, passavo ore e ore a controllare le etichette e pagavo uno sproposito articoli che credevo essere Made in Italy. È arrivata la Gabbanelli ad aprirmi gli occhi e ho scoperto che di "Made in Italy" c'era solo la targhettina interna e mi sono detta "Ma vaff...".
I got back to reality, per quanto triste fosse.