Eco-art
L'uomo che imprigiona l'arte degli alberi e della luna
Il britannico Tim Knowles ha inventato una tecnica per far disegnare la natura
di Chiara Beghelli


Alberi e piante sono stati disegnati milioni di volte, ma nessuno aveva mai pensato di far disegnare gli alberi, rendendoli autori e non soggetti dell'arte. Nessuno almeno fino a Tim Knowles, 39enne artista britannico che ha deciso di farsi tramite fra arte e natura con la sua "tree art": la sua tecnica consiste nell'attaccare ai rami decine di pennarelli neri, che lasciano il loro tratto su grandi fogli disposti accanto agli alberi, e lasciare che sia il vento a muovere le braccia degli artisti vegetali. Il risultato? Superfici minimaliste su cui scorrono linee continue, punti e macchie, interruzioni del tratto. E ogni albero ha il suo stile, come riconosce lo stesso Knowles: il salice ha un tocco più lieve e ondulatorio rispetto a quello più netto e spezzato della quercia, oppure del larice, che "preferisce" disegnare punti. "La penna si muove sulla terra; nessuno sa più cosa succederà, e la mano che la teneva è scomparsa", ha scritto Paul Auster in "White nights": Knowles esprime questa idea con la sua arte che nasce dalla spontaneità di tutta la natura. Non ci sono sono alberi, infatti nell'arte di Knowles, ma anche insetti, camminate notturne nella foresta, chiari di Luna, intrappolati nei loro sinuosi percorsi e movimenti da fotografie realizzate con tempi di esposizione molto lunghi. E anche se l'anima della sua arte è decisamente legata alla natura, Knowles ama sperimentare la casualità degli oggetti artificiali e delle attività più quotidiane, al limite della banalità: la giornata di una cassetta postale, ad esempio, fissata da un pennarello interno che traccia un segno ogni volta che qualcuno vi lascia una lettera, oppure il percorso di un'auto su una strada di montagna, tradotto in segni con una tecnica analoga.
«I risultati della mia arte sono fuori dal mio controllo - dice Knowles - i disegni prodotti dal vento o da un'automobile possiedono una qualità e un'estetica non umane». Caratteristiche riconosciute anche da critici (che ritrovano nel suo lavoro un richiamo a Jackson Pollock), da galleristi di tutta Europa, come i londinesi di M2 e dell'Economist Plaza, che espongono le sue opere, e dai collezionisti, visto che alcuni suoi lavori si trovano anche nelle raccolte italiane di Franchetti e di Giulio di Gropello. E soprattutto amate da chi si diverte a riconoscere fra quell'intreccio di segni che tempo c'è stato nella foresta in quella giornata, quale postino è stato più veloce, quale ora della sera più chiara.





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L'uomo che imprigiona l'arte degli alberi e della luna - Il Sole 24 ORE

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