Strobosfera n. 26: 101 libri di passione, 101 libri di Verità. E un bilancio per il futuro.



La Strobosfera, questa rubrica cattolica integrale nata per dovere e svolta da me con piacere, continua il suo cammino, lanciando di tanto in tanto raggi, riverberi, baluginii sulla realtà ecclesiale e sociale circostante.

Lo fa, lo ribadisco, con pura occasionalità e con la ferma volontà di NON creare un pubblico fisso di lettori, non perché non creda fermamente et usque ad finem a ciò che scriva e nemmeno perché non veda chiaramente lo svuotamento generale di quelle cattedre, di quei troni, di quegli scranni, di quegli amboni deputati alla difesa del Verità cattolica. Intravedo anzi e da più di un ventennio la necessità di una supplenza laicale al generale (pur con nobilissime e talvolta splendenti eccezioni) sfacelo dell’episcopato e del sacerdozio cattolico (rectius et verius neomodernista) ma credo fermamente debba essere esercitata con parsimonia, con senso (ecclesiale) della misura e dei ruoli, con giusta trepidazione e senza creare surrogati (certamente NECESSARI per i tempi marziali che stiamo vivendo) che finiscano per sostituirsi al vero cibo, a quel Breakfast dogma che la Chiesa non ammutolita o non decapitata dona (donerebbe) ai suoi figli ogni giorno.

Se il “Vaticano II” non avesse avvelenato i pozzi, inquinato le falde e serrato le fontane, oggi avremmo potuto sorbire ogni istante, anche con la ricchezza della moderne tecnologie e coi nuovi innesti della contemporaneità, quella grande luce del Vero, e dissetarci. Dobbiamo invece rifarci al passato, a quel regolante Magistero sempre vivo per quella continua comunicazione con l’autorità rivelante di Dio che l’ha innervato, rivolgerci a chi ha vissuto e ha scritto all’ombra della Tiara e dell’Altare, oppure a chi si sforza anche oggi, con tutta la difficoltà di non avere a disposizione un Magistero “vivente” cui riferirsi, di fare apologetica, contro-cultura, contro-informazione cattolica.

Se poi ci avviciniamo alla grande cambusa della Tradizione cattolica, troviamo bevande e cibi sigillati di ogni tipo, spessissimo salutari e salutiferi, talvolta accettabili, altre volte esiziali, se assunti senza criterio e senza equilibrio. L’oggi tradizionalistico, fatte salve (si spera) le verità definite e rivelate, tutte le verità connesse e quelle teologicamente certe, è spesso oggetto di certamina, scontri, confronti, duelli sanguinosi nelle materie dibattute e disputate e ancora di più in quelle temporali, spesso puro oggetto di opinione, partigianeria faziosa e… sensazionalismo.

Questo quadro rende bene l’enorme difficoltà di essere editori cattolici oggi nella fase più drammatica, catastrofica e caotica nella bimillenaria storia della Chiesa cattolica; hapax epocale, unicum historicum che nessuna cura cosmetica conservatrice tranquillizzante, che nessun rimmel benpensante riesce a nascondere o a far obliare. In questa gran tempesta una casa editrice come la nostra ha raggiunto con l’ultimo titolo – la traduzione del capolavoro di Louis Veuillot L’illusione liberale – la ragguardevole cifra di 101 libri dati alle stampe in soli dieci anni, partendo dal Nulla, senza protettori e padrini, e imparando il duro mestiere dell’editore cammin facendo. 101 libri, certamente di valore diseguale, di respiro volutamente diseguale, ma tutti egualmente voluti, creati, amati, curati con il preciso intendimento di essere una casa editrice cattolica (integrale e mai aggettivo è usato con maggior consapevolezza) oggi, in questi decenni di disgrazia e di Religione depauperata e manomessa.

Abbiamo agito, come soleva dire uno dei nostri “patroni” e ispiratori, Monsignor Umberto Benigni del Sodalitium pianum, forse non l’unico ma certamente il più apprezzato, senza (umane) speranze e senza (umane) paure. Abbiamo visto accanto a noi, nate ben prima e dopo di noi, tante realtà analoghe alla Nostra (e anche al di là dei mari e degli oceani), anch’esse impasto vivace di teologia romana, rette intenzioni e passioni umane: questo ci fa confidare ampiamente nel fatto che non tutto sia perduto e che la Santissima Trinità governi la sua Chiesa, malgrado noi, anche in questi decenni e decenni di esiziale sfascio temporale e surrettizie sostituzioni, verso le tortuose e labirintiche strade della Restaurazione. Beninteso, senza facili scorciatoie fatte di ripareggiamenti velleitari e calcoli da conclave, senza cerebralismi da salotto con caminetto e plaid sulle ginocchia o da cantina con lucernaio vista strada, senza fughe in avanti (con fiato corto e spesso con idee erronee) o accomodanti e sonnolenti quietismi. A distanza di quasi dodici anni di blog, oltre 10 di casa editrice e 101 libri, siamo ancora qui, operosi, fidenti in Dio e nella Chiesa, entusiasti a volte, altre volte più pensosi e sanamente scettici sul valore di uomini e fatti ma sempre pronti a marchiare a fuoco l’errore, a difendere la Chiesa cattolica dai suoi nemici e interni, nonché dagli scriteriati, dai pazzi e dai guastamestieri di ogni famiglia e consorteria.

101 libri e siamo ancora vivi, in piedi ed amici, di quell’Amicizia che ci ha permesso (senza confusionismi ed ecumenismi sorta) di giustapporre diverse analisi della crisi della Chiesa, di superare ogni diversa valutazione degli eventi, ogni discrepanza caratteriale, di integrare ogni varietà di stile, di tinta e di temperamento in un bell’affresco. Non sarà certemente di Michelangelo, di Raffaello e nemmeno del Podesti ma bisogna accontentarsi. Avremmo potuto “lasciar correre”, scegliere di non scegliere, di non esporci al giudizio di malevoli malcontenti, di improduttivi seriali, di laureati incompetenti, di perpetue baffute, di sacrestani omicidi, di macchiette del web, avremmo potuto stare al riparo delle “confortevoli” e bucherellate tettoie dell’abitudine, avremmo potuto, per citare il Cyrano di Rostand, “brigar per farci eleggere papa nei concistori che per entro le bettole tengono i ciurmatori”: non l’abbiamo fatto e ancora oggi abbiamo la consapevolezza di continuare a ben spendere la vita.

Nella grande fornace ardente di Radio Spada e della fondazione Pascendi le iniziative non mancano mai: colgo l’occasione, dopo tanto fervore intimista e personale, e vi ricordo un prossimo appuntamento. Sabato 24 febbraio, dalle ore 16, presso il Park Hotel Sporting di Teramo si terrà un pomeriggio di formazione esplosivo a cura di Radio Spada e con la collaborazione di Liberi in Veritate – Abruzzo. Parleranno Massimo Micaletti, Francesco Di Meco, Ilaria Pisa e Andrea Giacobazzi (i nostri Bonny e Clyde reggiani), introdotti dal carissimo Pierfrancesco Nardini. Dalla bioetica alla situazione politica, dalla crisi nella Chiesa alle spinte dissolutorie che investono la società: sarà un evento a tutto campo. Contestualmente saranno presentati due volumi che hanno già fatto molto discutere: Contro natura (di Silvana De Mari, Martino Mora, Corrado Ruini, Giovanni Formicola), che in occasione della presentazione reggiana fu contestato da un colorito ma inefficace sit in di femministe (forse baffute anch’esse come le perpetue di cui sopra e come chi vi sctive), e Golpe nella Chiesa, documentatissimo libro-bomba di don Andrea Mancinella (con prefazione dell’amico don Curzio Nitoglia e postfazione del caro vaticanista Aldo Maria Valli) che tante discussioni ha già suscitato.

Altre parole non aggiungo, se non la consueta richiesta di preghiere e affetti da parte del nostro pubblico di amici, simpatizzanti , estimatori e disistimatori.

Mater mea, fiducia mea!

Sancte Joseph, robur periclitantium, ora pro nobis!

Piergiorgio Seveso, presidente SQE della Fondazione “Pascendi” ETS