Non si avrà prima di giovedì la diffusione dei risultati ufficiali delle presidenziali egiziane, ma i sostenitori di Mohamed Morsi il loro verdetto ce l’hanno già. In piazza Tahrir si continua a festeggiare l’elezione, autoproclamata, del candidato dei Fratelli Musulmani.
Ma il potere, al momento, è faccenda tutta dei militari. Accusati di avere anche intenzione di ridurre quelli del capo dello Stato, negano:
“Il presidente eletto verrà investito di tutti i poteri. Sarà a capo dell’esecutivo, con tutta l’autorità e il rispetto che gli è dovuto, e sarà il capo dello Stato. Non ci sono dubbi su questo” ha affermato il generale Mohamed El-Assar, membro del Consiglio supremo delle forze armate.
Il futuro dell’Egitto appare, comunque, più che mai nebuloso, con la Costituzione stessa da ridefinire prima che si possa tornare al voto, dopo lo scioglimento del Parlamento.
E non si sa nemmeno chi sarà a farlo. L’assemblea costituente si è riunita ieri, ma le forze armate hanno il potere, secondo l’integrazione alla Carta fondamentale appena pubblicata, di nominarne un’altra.