Riforme:trattative tra Pdl e Lega, strada in salita al Senato
Venerdì, 15 giugno 2012 - 193:00
Strada tutta in salita per le riforme costituzionali. Nonostante le dichiarazioni ufficiali rassicuranti da parte di esponenti del Pdl sulla possibilita' concreta che si approvino entro luglio in prima deliberazione nelle due Camere - semipresidenzialismo compreso - la realta' e' ben diversa: lo stallo c'e', il ddl e' slittato a mercoledi' prossimo quando nell'aula del Senato il Pd chiedera' un voto sul ritorno in commissione. E il rischio che salti tutto e'concreto. Per scongiurarlo, vanno avanti le trattative che, secondo quanto si apprende, sono in corso in questi giorni tra Pdl e Lega: il nodo e' il Senato federale. Per i leghisti e' un punto irrinunciabile e se ci fosse un'apertura su questo, allora sarebbero disponibili a votare il semipresidenzialismo. Un ritorno della vecchia alleanza che potrebbe 'salvare' l'iter delle riforme.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ieri aveva assicurato che sulle riforme "non si rischia alcun rallentamento". Ma rispetto ai tempi prefissati in precedenza, che avevano indicato come deadline la prima settimana di giugno, il timing non e' stato rispettato: mercoledi' prossimo e' gia' il 20 giugno e si tratta comunque di un'unica mattinata dedicata alle riforme perche' poi l'aula, nel pomeriggio, dovra' votare sulla richiesta di arresto per Luigi Lusi. E per un 'incastro' fitto di appuntamenti in calendario, per le riforme rimane poco tempo. Cosa che presuppone un ulteriore rinvio alla settimana successiva. Ma tempi a parte, il problema e' tutto politico. Il Pdl vuole il semipresidenzialismo e stamattina Angelino Alfano ha sostenuto che i tempi ci sono e ha ammonito: "Il Pd non si nasconda dietro il burocratese o i cavilli regolamentari. L'elezione diretta del Capo dello Stato e' possibile". Ma il Pd non ne vuole sapere e mercoledi' prossimo chiedera' il rinvio in commissione, luogo corretto - secondo i senatori del Partito democratico - per discutere degli emendamenti presentati dal Pdl in aula: se ci sara' il si' dell'assemblea al ritorno in commissione, di fatto si sancira' la 'morte' definitiva delle riforme. Per questo motivo, il Pdl cerca di ritrovare il sostegno dell'antico alleato leghista che pero' e' contrario a questoimpianto di riforma della Costituzione, anche perche' non c'e' il Senato federale. E su questo, punta i piedi. Secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari di Palazzo Madama, numerosi sono i contatti di questi giorni anche se ancora la trattativa e' aperta. Giorni cruciali saranno quelli dell'inizio della prossima settimana.
A complicare tutta la partita, infine, c'e' anche quella sulla legge elettorale. Oggetto di 'scambio' con il presidenzialismo, secondo alcuni ben informati, sarebbe il doppio turno che piace al Pd. Ma si sarebbero aperti spazi per una possibile mediazione su un altro modello che recuperi in parte il proporzionale. Insomma, molte sono le variabili e ancora non c'e' una soluzione che metta d'accordo tutti. E nei corridoi del Parlamento c'e' chi scommette sul tramonto delle riforme e su una semplice correzione del Porcellum che verra' fatta solo in extremis, in prossimita' della fine della legislatura. Perche', ragiona qualcuno, andare alle prossime elezioni con l'attuale legge elettorale vorrebbe dire perdere ancora consenso tra i cittadini che hanno gia' mostrato, alle
amministrative, una forte disaffezione e hanno reclamato da tempo un cambio anche su questo.
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