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Discussione: Lotta di classe

  1. #81
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    Predefinito Re: Lotta di classe

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Continuo a restare dell' opinione che si tratti di caste, non di una casta unica, ma di un insieme, diciamo: banca e partitocrazia sono indubbiamente 2 caste diverse. Non so se da un punto di vista "tradizionale" (mi rivolgo a chi ha avuto quella particolare formazione metapolitica) sto usando correttamente questa terminologia; nel linguaggio comune il sostantivo è corretto.
    Ovviamente il termine "casta", attualmente impiegato, non ha nulla a che fare col significato "tradizionale" del termine.
    Oggi la casta è semplicemente una classe sociale chiusa ed impenetrabile, senza alcun significato che non sia meramente "terreno" e "profano".
    Ultima modifica di Giò; 23-06-12 alle 14:17
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  2. #82
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    Predefinito Re: Lotta di classe

    Puoi benissimo astenerti dallo scrivere in questa sezione, non ci mancherai.
    ████████

    ████████

    Gli umori corrodono il marmo

  3. #83
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    Predefinito Re: Lotta di classe

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Sì, la lotta di classe è oggi attuale. Io la vedo come una lotta della gente tassata, sfruttata, precarizzata, contro le caste del grande capitale industriale, finanziario, commerciale, e contro le caste della politica.
    Citazione Originariamente Scritto da italicum Visualizza Messaggio
    va sicuramento aggiornato il concetto di 'classe'.
    il proletariato non esiste più e oggi come oggi vanno sicuramente considerati nuovi 'attori', quali precari e altri tipi di svantaggiati, senza dimenticarsi dei disoccupati, 'classe' in continua espansione.

    quanto al tipo di organizzazione, io penso che una (non)struttura basata su un network orizzontale di gruppi di base sia la strada giusta....
    Citazione Originariamente Scritto da tercerista Visualizza Messaggio
    Anch'io penso che il concetto di lotta di classe sia attuale, o meglio: andrebbe attualizzato sotto molti punti di vista.

    Fuori dalle palle il ceto medio-colto e la borghesia illuminata ("sinistra e caviale" per capirci) , un maggiore coinvolgimento , oltre a ciò che resta del proletariato urbano, di quello che comunemente viene chiamato "ceto medio proletarizzato" e un tentativo di recupero, entro i limiti del possibile, delle fasce meno disastrate del sottoproletariato.... la nostra battaglia sarà in primis italiana e fatta dagli italiani.
    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    ...se vai contro i politici, gli usurai, il grande capitale, i privilegi, è comunque una lotta di classe, da un lato le classi sfruttate, che possono essere tante (operai, impiegati, artigiani, commercianti, professionisti eccettera), dall' altra quelle che abbiamo scritto.
    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Nella fase rivoluzionaria, o fino a che restiamo in questo sistema anzi, per forza saremmo in una lotta di classe, i cui attori, come ho scritto ripetutamente, cambiano, sono categoricamente più vasti, molto più vasti, e complessi. L' insieme dei massoni, dei capitalisti apolidi, dei banchieri, più i politici, i VIP, boiardi di stato, tutte queste persone qua, sono delle caste o delle classi. Non si tratta di riesumare ideologie, si tratta di guardare la realtà.
    Citazione Originariamente Scritto da Majorana Visualizza Messaggio
    IL DENARO E' INTERNAZIONALE, IL MC DONALD E' INTERNAZIONALE, LA COCA COLA E' INTERNAZIONALE, IL CONSUMISMO DI MASSA E' INTERNAZIONALE, I TELEFONINI INUTILI E COSTOSI SONO INTERNAZIONALI, IL CAPITALISMO E' INTERNAZIONALE, LA BORSA E' INTERNAZIONALE, L'USURA E' INTERNAZIONALE.

    IL SOCIALISMO E' SOLO NAZIONALE!!!
    [QUOTE=Avanguardia;3170764]Rispondendo alla tua domanda finale, sto dalla parte dei lavoratori extracomunitari, e penso che la soluzione migliore sia che le loro patrie migliorino e che non siano sottoposte a multinazionali, classi politiche corrotte, e a quella propaganda che fa vedere l' occidente come la terra delle mille opportunità instillando maledette illusioni, perchè vedi, l' immigrazione serve ai governi corrotti per levarsi gente potenzialmente pertubatrice dei loro assetti concedendo un luogo dove andarsi a cercare quello che in patria manca, alle multinazionali per lo stesso motivo (rovinare le terre altrui concedendo aree in cui spostare la gente che ha perso i loro habitat tradizionali) e infine alle classi politiche e a quelle capitalistiche occidentali per poter ricattare i lavoratori autoctoni con la prospettiva di personale che proprio perchè viene da fuori è più disponibile a lavorare in condizioni peggiori.
    Io, anzi Noi della sezione Socialismo Nazionale di politicainrete stiamo dalla parte di tutti gli sfruttati della Terra, e pensiamo che la soluzione stia in forme politiche improntate alla integrazione del sociale con il nazionale, come erano i fascismi, i tercerismi, diverse esperienze ispirate vagamente al marxismo o socialismo reale oppure al liberalismo nazionale sorte in Africa e Asia distrutte dai mercenari al soldo del capitale apolide.
    Tu hai parlato di un sentimento nazionale che viene inculcato ai fanciulli, ma io alle elementare mi sentivo le maestre già fracassarmi le palle con la retorica europeista, e quando leggiamo giornali vicini all' establishment e sentiamo la televisione, sentiamo le prediche improntate alla necessità di una maggiore integrazione europea, del bisogno che le nazioni cedano la sovranità, sull' anacronismo del nazionalismo, del protezionismo e delle politiche autarchiche. Tutte queste prediche orientate alla bellezza della fine della nazioni e dell' avento di un nuovo ordine internazionale retto da istituzioni internazionali con il corollario di democrazie globali, società senza barriere le sento solo io?[QUOTE]

    Citazione Originariamente Scritto da Majorana Visualizza Messaggio
    ...Il colonialismo lo hanno vissuto sulla propria pelle tutti, compresi i meridionali, i quali furono invasi, massacrati, mandati a morire nei campi di concentramento al nord, derubati delle proprie risorse e dei propri denari (la presa del Banco di Napoli) e delle proprie terre.
    Cos'è successo ai meridionali del 1861, i quali mai conobbero prima di allora l'emigrazione?? Emigrando divennero schiavi sfruttati del nord che utilizzo l'oro depredato e la mano d'opera a buon mercato per finanziarsi le proprie aziende. Ciò accade anche con gli africani, i quali vengono saccheggiati e costretti sia con la forza che con la propaganda sinistronza e mediatica ad emigrare in altri continenti, con la falsità di andare in una specie di terra promessa in cui vivere come nelle pubblicità della mulino bianca o nei finti quiz televisivi in cui regalano migliaia di euro per nulla.
    La realtà è che si trovano in un incubo fatto di sfruttamento schiavista, che rovina anche la vita degli autoctoni poiché i salari si abbassano e la qualità del lavoro si fa sempre più negativa. Questa è l'immigrazione, una trappola creata da massoneria e lobby di potere appoggiate da dementi sinistrati ben pensanti, per i quali è bellissimo che un africano venga sradicato dalla propria terra (dove magari è anche laureato) per andare a lavare i vetri al semaforo o cogliergli i pomodori a 2 euro l'ora sotto al sole cocente.
    Gli africani, dovrebbero riscoprire l'amor patrio e la dignità di essere africani, ciò lottando contro le lobby di potere e i propri politici corrotti. Solo in questo modo potranno liberarsi dalla loro schiavitù moderna ed essere liberi nelle proprie terre.
    Il nazionalismo è amore per la propria nazione, mentre l'internazionalismo, cioè il denaro, è violento per sua stessa natura, come le guerre coloniali americane o la distruzione dello stato palestinese da parte degli israeliani, oppure l'orrore sovietico che con l'ausilio della propaganda internazionalista invadeva le altre nazioni distruggendo le popolazioni locali.
    Il colonialismo non è nazionalista, poiché la nazione è una cosa ben precisa con una identità a sua volta precisa, quindi non ha senso per un nazionalista italiano voler colonizzare il Perù, cosa invece normale per il capitalismo e il comunismo internazionalista, poiché entrambi considerano gli uomini come merci da tagliuzzare, vendere, meticciare ed usare a proprio piacimento.
    Le loro terre non sono un inferno, semplicemente sono state depredate con la complicità dei politici locali, come noi siamo stati depredati e ridotti ad essere tiranneggiati dai banchieri e dai loro servi tramite un golpe politico-finanziario istituito a sua volta da un essere non eletto dal popolo.
    E' qui che non hanno nulla e non avranno mai nulla, poiché qui servono solo come carne da cannone. Se vogliono protestare, vadano a farlo nelle loro terre, caccino i loro parassiti e ricostruiscano ciò che è stato distrutto. Solo così potranno essere liberi.
    Io intendo che tutti gli uomini abbiano uguali diritti e siano pari in una società che non divide gli uomini in base al denaro, ma solo per le proprie gesta. Volere che dei lavoratori si scaglino contro altri non è altro che il gioco di chi vuole il caos per dividere ed imperare. L'armonia deve regnare negli uomini, non l'odio.
    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Noi che scriviamo qua, nella fase rivoluzionaria o nel disturbo a questo ordine costituto, siamo in realtà tutti per la lotta di classe, che può essere intesa in diversi modi (anche le caste capitalistiche e quelle politiche conducono una lotta di classe oggi per difendere ed ampliare i loro privilegi). Se vogliamo strappare lo scettro agli attuali monopolizzatori del controllo della moneta, del cibo, del credito, della cultura, della pubblica amministrazione, della giustizia, stiamo proprendendo per una lotta di classe, che molti per non essere confusi con un ideologia rivale assocciata alla lotta di classe, non vogliono chiamare tale.Secondo me quando vai contro certi privilegi detenuti da gruppi umani svolgenti dei ruoli sociali o vuoi ampliarli. scendi nel campo della lotta di classe: altri termini al momento non ne trovo.
    Citazione Originariamente Scritto da tercerista Visualizza Messaggio
    Personalmente sono nazionalista ma non in senso borghese e patriottardo. Sono tale perché , come tutti gli esseri umani, sono legato alla mia terra, alla mia lingua,e perché quei quattro confini, diciamocelo, sono certamente più confortevoli di quelli imposti dall'UE. Il nazionalismo di cui parli è colonialista, razzista, suprematista. Un nazionalismo di questo tipo, oggi più che mai, viene sostenuto dagli yankee e da gente come gli inglesi o i sionisti. E' vero: anche il fascismo adottò una simile retorica...ma io non sono fascista e mi sento più vicino alle teorizzazioni del sindacalismo rivoluzionario/nazionale, dello strasserismo e del tercerismo peronista, nasseriano e perfino alla rivoluzione verde di M. Gheddafi. Con questo non voglio parlare di fascismo come "male assoluto" (qualcosa di buono è stato fatto: rafforzamento dello stato sociale, lotta alla massoneria, legge del '36 contro la strapotere bancario ecc...) ma oggi come oggi sosterrei movimenti post ideologici quali Autonomi Nazionalisti o Sinistra Nazionale (oppure il PSN del quale indirettamente faccio parte). Né fascismo né antifascismo. La lotta di classe vede il proletariato NAZIONALE contrapposto sia al capitale apolide (multinazionali, BCE ecc...) che a quello "autoctono" il quale, nella maggior parte dei casi, favorisce l'inserimento di lavoratori stranieri, in quanto manovalanza ricattabile e a basso costo. Non dimentichiamo, poi, porcate come delocalizzazioni e simili. Di nazionalista, credimi, questi gesti hanno poco!
    Io mi definisco comunque fascista e questo non mi crea affatto problemi col nazionalsindacalismo, lo strasserismo, peronismo e nasserismo.

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Defluendo gli interessi dei lavoratori e imprenditori, possiamo considerarli come una macro-classe: i produttori. Dentro vi inseriamo i lavoratori autonomi privi di dipendenti, dal pastore fino all' avvocato, al psicologo.
    La macro-classe dei lavoratori sta oggi contrapposta ad altre classi, come i fondi di investimento, le banche, gli speculatori, i monopolisti del cibo, le società beneficiarie delle privatizzazioni e delle concessioni di servizi pubblici come l' acqua, i giganti industriali che promuovono l' abbattimento delle frontiere: costoro più che produrre estraggono ricchezza, valore, si appropriano delle risorse necessarie alla vita per guadagnare da posizioni di monopolio e togliere queste risorse agli altri. Segue una casta formata dai politici, dai burocrati, dai funzionari di ONU, UE eccettera, più i VIP, i giornalisti, che manipolano la vita e si prendono una bella quota di risorse e ricchezza come premio del loro lavoro di manipolazione e corruzione. Tutte queste caste, con tasse, interessi, balzelli, tariffe, imponendoci compettitività con i paesi capitalisti emergenti come Cina e India, costringono le imprese a lavorare di più, a stressarsi, a imporre salari più bassi, lavoro flessibile, minando la collaborazione e la fiducia tra datori di lavoro e dipendenti: i datori di lavoro per restare sul mercato sono costretti a tagliare, fare lavorare di più chi c'è al lavoro, pagare di meno, precarizzare. (Anche se ci sono datori di lavoro che adottano queste politiche per pura avidità e non per necessità, attenzione).
    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Riguardo alla concezione di una lotta di coscienze, di modi di vedere, che va al di sopra delle caste o classi, ogni classe sociale può identificarsi (o essere identificata), farsi portatrice di un etica, di una visione dell' uomo e del mondo, in cui possono riconoscersi altre persone a prescindere dalla classe sociale di appartenenza. Questo è vero, tant'è che per borghese, aristocratico e plebeo talvolta si indicano delle morali, delle concezioni, piuttosto che una classe sociale in se. Succede che le classi dominanti poi trasmettono il loro modo di vedere le cose, la loro cultura, alle altre classi sociali: non sempre questa cultura è quella effettiva delle classi dominanti, nel senso che la cultura trasmessa è più funzionale al dominio delle masse, pensiamo all' importanza del denaro nella nostra società, ma gli oligarchi-massoni non è che vivono pensando solo al denaro ne lo hanno come scopo nella vita, inoculano una visione del genere per una ragione di dominio.
    Dall' altro canto, è vero che l' esercizio di un determinato ruolo, come può essere il politico oggi, talvolta comporta una condotta irrevocabilmente parassitaria, lesiva, nei confronti degli altri gruppi umani, a prescindere dalla cultura di cui si fa portavoce.

    Riguardo il concetto di concordia, di cooperazione, tra le classi, pur nell' esistenza di contrasti per questioni di interesse che esisteranno sempre, è un obiettivo imprescinbile di ciò che dovrà venire fuori dal cambiamento. Dobbiamo mirare verso un assetto dove ci sia la collaborazione non il conflitto tra classi. Ma con la precisione che le classi che oggi sono dominanti, in questa società (non quella rivoluzionaria) non ci sarebbero o sarebbero completamente rinnovate. Infatti la lotta di classe secondo me va collocata esclusivamente nella fase rivoluzionaria, la pars-destruens.
    Citazione Originariamente Scritto da tercerista Visualizza Messaggio
    Per alcuni utenti: quando si parla di "lotta di classe", non si intende armare l'operaio per metterlo contro il droghiere o aizzare il lavoratore dipendente contro quello autonomo. La proletarizzazione dei ceti medi è sotto gli occhi di tutti , anzi: il c.d. "ceto medio" sta quasi scomparendo! In definitiva, qui si auspica una lotta degli oppressi italiani (proletariato urbano, agricolo, ceto medio proletarizzato, ceto medio-colto [purché i professorini non vengano a darci lezioni di vita] e ciò che di recuperabile rimane nel sottoproletariato) CONTRO la classe capitalista e AUTENTICAMENTE borghese composta da industriali, banchieri e loro servi. In soldoni: popolo (o proletariato nazionale) contro FMI, BCE, multinazionali, confindustria e robaccia simile.
    Citazione Originariamente Scritto da tercerista Visualizza Messaggio
    ...Io guardo alla situazione attuale e , sinceramente, vedo un ceto medio morente o , se preferisci, con le pezze al culo. Per contro, vedo un capitalismo assistito dallo stato (aka con i nostri soldi) che continua a monopolizzare il cosiddetto mercato. In più aggiungici banche e multinazionali. Ce ne sono , come potrai ben notare, di motivi per ALMENO auspicare uno scontro tra sfruttati e sfruttatori. Ma spesso gli sfruttatori vengono difesi da chi cazzeggia nelle università e ama fare il "provocatore".
    Concordo in tutto con i post sopra citati, definiscono perfettamente come la penso sulla questione della "Lotta di Classe" oggi.
    P.S. : scusatemi, sono appena ritornato "alla base" e mi sento un pò svogliato per aggiungere altro...
    e scusatemi se mi sono pure preso una pagina intera.:sofico:
    Ultima modifica di Kavalerists; 23-06-12 alle 16:14
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  4. #84
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    Predefinito Re: Lotta di classe

    Mi scuso per il rispolvero di codesta 'vecchia' discussione, ma ho intenzione di 'dire' la 'mia'.
    Concordo con quanto scrissero René Binet prima e Michael Kühnen poi. Anzitutto, la "lotta di classe" non è, come pretesero i marxisti, una costante della storia, ma divenne realtà con la "rivoluzione industriale" e quindi con lo sviluppo del capitalismo, prima industriale poi finanziario.
    Pertanto, quali socialisti, eredi delle lotte del "Movimento Operaio", non possiamo, come scrisse il camerata @Avanguardia ed i camerati di cui sopra, non appoggiare, nella pars destruens, la "lotta di classe" contro le cricche sfruttatrici. Tale lotta si dovrebbe articolare sia a livello nazionale sia a livello internazionale (la lotta dei "popoli proletari" contro i "popoli plutocratici" come sostenne Enrico Corradini già nel 1910).
    Tenderei inoltre, pur conscio della divisione gerarchica degli strati capitalistici, a non sottovalutare le piccole realtà, quali possono essere le piccole industrie, i negozi etc...
    Voglio, all'uopo, riportare una situazione che mi vide direttamente coinvolto: quando ebbi 19 anni, lavorai tre mesi come cameriere in una salumeria che la sera serviva aperitivi. Oltre all'aver lavorato in nero, con pagamento a cottimo, fui licenziato tramite telefonata, ed ometto i motivi perché non vorrei farvi vomitare. Ironia della sorte, quei tre fetenti erano (non so se lo siano ancora) "fascisti", nel senso: "Mussolini ha fatto anche cose buone", "Sto con Mussolini fino al 1938", "Hitler merda", "Il più grande errore di Mussolini è stato l'alleanza con Hitler" e via scimunendo.

  5. #85
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    Predefinito Re: Lotta di classe

    Citazione Originariamente Scritto da Angkar Padevat Visualizza Messaggio
    Pertanto, quali socialisti, eredi delle lotte del "Movimento Operaio", non possiamo, come scrisse il camerata @Avanguardia ed i camerati di cui sopra, non appoggiare, nella pars destruens, la "lotta di classe" contro le cricche sfruttatrici. Tale lotta si dovrebbe articolare sia a livello nazionale sia a livello internazionale (la lotta dei "popoli proletari" contro i "popoli plutocratici" come sostenne Enrico Corradini già nel 1910).
    gli imperativi della lotta fra nazioni tendono a stemperare quella di classe, da cui la nota diffidenza socialcomunista verso il nazionalismo (almeno finché non fanno la loro rivoluzione e si trovano a dover fronteggiare "l'imperialismo")

    Citazione Originariamente Scritto da Angkar Padevat Visualizza Messaggio
    Voglio, all'uopo, riportare una situazione che mi vide direttamente coinvolto: quando ebbi 19 anni, lavorai tre mesi come cameriere in una salumeria che la sera serviva aperitivi. Oltre all'aver lavorato in nero, con pagamento a cottimo, fui licenziato tramite telefonata, ed ometto i motivi perché non vorrei farvi vomitare. Ironia della sorte, quei tre fetenti erano (non so se lo siano ancora) "fascisti", nel senso: "Mussolini ha fatto anche cose buone", "Sto con Mussolini fino al 1938", "Hitler merda", "Il più grande errore di Mussolini è stato l'alleanza con Hitler" e via scimunendo.
    è la classe sociale che ci si può più facilmente aspettare dica quelle cose

 

 
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