Portavo trote in giro.

[PUK]

"Io, mobbizzato dal Carroccio. Il Trota? Non sopporta Salvini"
Martedì, 12 giugno 2012 - 15:16:00
Renzo Bossi (2)

di Lorenzo Lamperti

Oscar Enea Morando, l'ex autista di Renzo Bossi, racconta ad Affaritaliani.it la sua esperienza come dipendente della Lega Nord. "Mi hanno raggirato. Dovevo essere l'autista di Umberto e mi sono ritrovato a fare il badante del Trota. Poi mi hanno licenziato per aver eseguito gli ordini di Rosi Mauro e Manuela Marrone. Assurdo essere cacciati per aver ascoltato il proprio capo".

Tra donne e viaggi, il figlio del Capo era "disinteressato a quello che succedeva al partito. Una volta ho dovuto stamparmi le sue proposte di legge per aiutarlo. Via Bellerio? Un disastro, mi ha deluso molto Cota". Quali erano i rapporti di Renzo con gli altri esponenti? "Li vedeva come dei nemici. Ce l'aveva parecchio con Salvini e Calderoli".

Oscar Enea Morando, lei è stato licenziato dalla mansione di autista di Renzo Bossi. Denuncia che oltre al lavoro le hanno tolto anche la casa. Qual è ora la situazione?

Stanno cercando di togliermela, ora sono in mano ai miei avvocati. Grazie al cielo la proprietaria di casa è dalla mia parte. Loro hanno firmato un contratto valido quattro anni più quattro e bisogna vedere quello che succede. Dal punto di vista dei miei legali loro dovrebbero continuare a pagare almeno per i primi quattro anni perché il contratto è stato firmato. Io ho una famiglia con due bambine e da qua non mi muovo. Se dovessi muovermi da qua andrei a vivere direttamente in via Bellerio o a casa dei Bossi. Mi dispiace, ma con me hanno trovato una persona che non intende sottostare alle loro sconcerie.

Da quando ha annunciato la sua intenzione di scrivere un libro qualcuno della Lega si è mai fatto sentire?

Subito dopo il licenziamento ho cominciato a protestare e ho detto che avrei scritto un libro. Matteo Salvini si era proposto di darmi una mano ma poi si è fatto di nebbia ed è sparito. Nessuno della Lega è propositivo nei miei confronti nonostante dovrebbero avere capito che ho subìto un caso di mobbing e di discriminazioni sul lavoro. Credo che questa sarà una battaglia lunga ma io non mi fermo.

Lei era stato ingaggiato per fare l'autista di Umberto Bossi. Come ci è finito poi a lavorare per Renzo?

Sono stato raggirato, perché io avevo preso carico della mansione di autista e scorta di un ministro e neanche un mese dopo, ancora con il contratto di prova, mi hanno catapultato a fare il "badante" di questo ragazzino che sembra incapace di cavarsela da solo. Evidentemente hanno pensato potessi dargli una mano e invece sono stato preso a calci.

Umberto era al corrente di quello che fa Renzo?

Quello che faceva... spero che ormai gli abbiano messo la museruola o l'abbiano legato da qualche parte. Una buona percentuale comunque il padre non la sapeva, tanto che spesso mi veniva detto di non parlare con il Capo di quello che faceva suo figlio ma eventualmente di dare conto alla madre o a Rosi Mauro. Più di una volta ho parlato con loro, anche con Belsito. E' una cosa molto strana, perché da una parte mi chiedevano di fare il mio dovere e dall'altra si stringevano a cerchio intorno a Renzo e gli permettevano di fare i capricci. Io cercavo solo di fare il mio mestiere e la Lega mi ha tradito, proprio loro che hanno sempre detto di essere dalla parte di chi lavora.

Chi l'ha delusa di più?

Mi hanno deluso tutti, ma in particolare direi dal comportamento di Roberto Cota. In un primo momento si era proposto per darmi una mano e poi si è tirato indietro. Io via Bellerio l'ho vissuta in prima persona. E' un disastro, c'è anarchia totale. Più di una volta consigliavo a Renzo di mettersi la mano dietro la schiena quando camminava per i corridoi di via Bellerio. Ognuno guarda ai propri interessi e si scannano l'uno con l'altro. Fanno il cerchio magico, i barbari sognanti e via dicendo. E tutto con i soldi degli italiani.

E la posizione di Renzo qual era all'interno di questo gioco di potere?

Molto marginale. Lui era poco interessato alle vicende della Lega e a proteggere il padre. Io più di una volta gli ho fatto presente delle cose ma lui non se ne curava. Lui pensava solo alle sue serate, alle ragazze, ai videogiochi e alle trasferte a Bratislava. Del suo compito e dei suoi doveri verso gli italiani se ne fregava, tanto che una volta mi sono stampato tutti i progetti di legge dei quali faceva parte per studiarmeli e poterlo aiutare se la notte prima non aveva dormito. Ho fatto di tutto e di più, ho anche cercato di instaurare un buon rapporto con lui. E mi creda, è stato snervante.

L'ha più sentito Renzo?

No, dal momento del licenziamento in poi non si è più degnato di dirmi una parola o di chiamarmi, mandarmi un messaggio. Niente.

Lei come si spiega il licenziamento?

Ancora non me lo spiego. Sono stato cacciato per aver eseguito gli ordini di Rosi Mauro e Manuela Marrone. Le pare normale che un professionista venga licenziato per aver eseguito gli ordini del proprio capo?

Uno dei suoi compiti era di richiamare all'ordine Renzo. Come faceva? Sempre e solo parole?

Ho sempre cercato di farlo ragionare, usando le parole e tentando di fargli capire a che cosa sarebbe andato incontro. Però la voglia di tirargli qualche sana ceffa mi è venuta più di una volta e oggi mi rammarico di non averlo mai fatto.

Nel libro scrive che non le è stato fornito il porto d'armi.

E' vero, nonostante le rassicurazioni e le promesse avute alla firma del contratto. Tanto che dopo aver ricevuto delle minacce ho deciso di muovermi autonomamente andando alla prefettura di Varese. Era assurdo, guidavo con lampeggianti e sirene e se mai mi avesse fermato qualcuno potevo dargli solo la mia patente. Poi alla fine mi sono ritrovato a risultare l'autista di Belsito... una cosa assurda.

Secondo lei che ruolo aveva Belsito nella Lega?

Belsito non credo fosse nella Lega per le sue capacità. Credo fosse lì perché faceva comodo a qualcuno, non lo so. Non ci voleva un genio per capire che l'avevano messo lì perché doveva fare qualcosa per loro.

Di questi rapporti che ci sarebbero stati con personaggi legati alla 'ndrangheta e sui quali la magistratura sta indagando lei è a conoscenza?

No guardi non ne so niente. Non penso che Belsito avesse le capacità per fare questo. Questo bisognerebbe chiederlo a Maroni. Belsito era messo lì come facciata. Ripeto, questa domanda la rifarei più di una volta ad alcuni esponenti della Lega, a Maroni. E comunque Belsito non piaceva a Umberto. Credo che tra il Capo e la sua famiglia ci fosse un muro di omertà. Tante cose il Capo non le doveva sapere.

Renzo parlava mai male di qualcuno della Lega?

Ricordo che ce l'aveva parecchio con Salvini. Anche Calderoli gli stava antipatico. Renzo non aveva molte amicizie nella Lega, li vedeva quasi tutti come nemici che volevano il suo allontanamento.

Che cosa ne pensa del caso di Alessandro Marmello? Da alcuni è stato definito un "eroe", da altri un "infame".

Non sono d'accordo con quello che ha fatto Marmello. Quando uno sta lavorando deve fare il professionista. Non avrei fatto nessun video ma avrei fatto capire in sede che c'erano spese extra, cose che tra l'altro ho fatto più di una volta. Non voglio etichettarlo con una parola, però non condivido quello che ha fatto.

A proposito di soldi, nel libro scrive che molto spesso le spese di Renzo venivano coperte da Monica Rizzi. E' così?

Sì, è vero. E' vero.

Prima di tutta questa vicenda lei si considerava un leghista?

Non sono mai stato un leghista. Quando avevo 21 anni me ne andai dall'Italia, sono stato all'estero per molto tempo. La politica italiana non mi è mai interessata, ho votato solo una volta nella mia vita e ho votato Verdi. Mio padre invece era un simpatizzante leghista e per lui avere un figlio alle dipendenze di Umberto Bossi era un grande onore. Per me invece sarebbe stato lo stesso lavorare per Di Pietro o Bersani.

URL: "Io, mobbizzato dal Carroccio. Il Trota? Non sopporta Salvini" - Affaritaliani.it

"Quando la morte mi chiamerà
Forse qualcuno protesterà
dopo aver letto nel testamento
quel che gli lascio in eredità,
non maleditemi, non serve a niente,
tanto all'inferno ci sarò già".

Fabrizio De Andrè, da "il testamento".

[Jared]

Io via Bellerio l'ho vissuta in prima persona. E' un disastro, c'è anarchia totale. Più di una volta consigliavo a Renzo di mettersi la mano dietro la schiena quando camminava per i corridoi di via Bellerio. Ognuno guarda ai propri interessi e si scannano l'uno con l'altro. Fanno il cerchio magico, i barbari sognanti e via dicendo. E tutto con i soldi degli italiani.

Gli eredi dei celtico-germanici. :giagia: