Caccia al petrolio: tocca allo Ionio.
Shell, Eni, Appennine Energy, Northen Petroleum hanno inviato ai comuni della costa ionica le istanze per la ricerca di gas e idrocarburi.
La prima a sondare il terreno nel gennaio 2013 sarà la Shell.
Le associazioni ambientaliste e gli attivisti hanno organizzato questa mattina una manifestazione a Policoro (Matera) per protestare contro le nuove possibili trivellazioni. All’evento hanno partecipato anche i ministri delle regioni che affacciano sullo Ionio (composte di 50 comuni e 6 province) con il sostegno del FAI (Fondo Ambiente Italiano), Greenpeace, Legambiente, Wwf e Coldiretti.
Legambiente, tramite i suoi delegati sostiene: “Un vero e proprio assalto al mare, alla sua biodiversità al suo impatto naturalistico, ma anche al turismo e all’agricoltura di queste terre, indispensabili fonti per l’economia delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia. Un atto coloniale nell’atteggiamento e scellerato nel merito, che impone al Paese la via delle fonti fossili ritardando così una scelta decisiva per il futuro: quella delle rinnovabili. È indubbio che le attività della Shell mettono a repentaglio i due principali comparti economici di una vasta area del Sud: l’agricoltura e il turismo”.
L’Italia è giunta ad un punto cruciale per la sua politica energetica: cedere alle pressioni delle lobbies petrolifere o scegliere di salvaguardare la natura e puntare alle rinnovabili?