Un presidente europeo eletto direttamente dai cittadini. Oppure dal Parlamento di Strasburgo assieme al Consiglio europeo. Un ministro delle Finanze dell'Eurozona che presieda il Consiglio dei ministri finanziari nazionali, con poteri di veto sul bilancio (entrate ed uscite) di ogni singolo governo. Un'Unione bancaria fondata su una garanzia europea ai depositanti, un controllo centralizzato degli istituti di credito e un meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie (procedura fallimentare). Una tassa europea comune per alimentare un vero bilancio comunitario. Misure impensabili fino a qualche mese fa sono oggi il cuore del dibattito in tutte le capitali europee: vanno sotto il titolo di "misure di medio e lungo termine per salvare l'Euro". Per esprimere chiaramente il concetto: passi del genere sarebbero di fatto un'Unione politica; o forse il Superstato europeo, amato da qualcuno, temuto da altri.
Se al pilastro dell'Unione monetaria non si affiancano i pilastri dell'Unione di bilancio e un'Unione bancaria crollerà anche ciò che esiste. Cioè la moneta comune. Il salto nel "vuoto" dicono a Bruxelles e nelle capitali del Vecchio continente che vada affrontato subito. Sarà un'operazione gigantesca, che dovrà superare ostacoli nazionali, politici, ideologici, istituzionali formidabili. Non è scritto da nessuna parte che abbia successo, ma sembra non avere alternative. Tanto che in Europa fioriscono idee e proposte, soprattutto una supercommissione è al lavoro per preparare una possibile road-map all'Unione politica: è composta da Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, da José Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, da Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e da Jean-Claude Juncker, numero uno dell'Eurogruppo (il comitato dei ministri economici dell'Eurozona).
Il contenuto delle proposte che avanzerà la Commissione dei Quattro per ora è del tutto riservato, anche perché l'elaborazione è in corso. In occasione del Consiglio europeo sarà già visibile un manifesto politico con qualche indicazione. Prima di tutto, la creazione di un ministro delle Finanze europeo: una figura stabile, non a rotazione, che dovrebbe presiedere tale continuità ad un Consiglio dei ministri finanziari dell'Eurozona dotato di poteri eccezionali, cioè incaricato di autorizzare o vietare ad un Paese dell'Euro di fare debiti. In concreto, ogni governo nazionale potrebbe spendere solo ciò che ha raccolto attraverso le tasse, non di più. Solo in casi eccezionali il Consiglio finanziario europeo potrebbe autorizzarlo ad indebitarsi sui mercati (e ciò farebbe contenta la Merkel).
Una volta instaurato un governo centralizzato dei bilanci, anche la Germania condividerebbe ed introdurrebbe i famosi Eurobond con tutti i membri dell'Eurozona.
La supercommissione poi sarebbe intenzionata a creare un fondo europeo centralizzato, da finanziare attraverso contributi delle banche, per garantire depositi bancari su scala continentale. E in parallelo, un'autorità unica di controllo della stabilità degli istituti di credito, che potrebbe essere la stessa Bce.
Un altro punto è l'elezione diretta dei cittadini, le divisioni saranno forti: una figura del genere avrebbe enormi poteri sovrannazionali, e non molti saranno disposti ad accettarlo. La commissaria lussemburghese della Giustizia, Viviane Reding, per parte sua propone un piano di cinque punti che prevede la fusione della presidenza della Commissione Ue con la presidenza del Consiglio europeo, cioè dei posti di Barroso e Van Rompuy. Un presidente che lei vorrebbe eletto nel 2014 e che dovrebbe convocare subito una "convenzione per elaborare un Trattato sull'Unione politica europea e il diritto esclusivo di eleggare la Commissione". Un'impostazione fortemente federalista.
Particolare non secondario: dal momento che si andrebbe a ridisegnare gli Stati dell'Eurozona, qualcuno parla di Stati Uniti d'Europa, ai cittadini andrà dato ovviamente il diritto di approvare o rigettare. Molte costituzioni nazionali andranno emendate. E molti referendum si faranno. La signora Reding propone di tenere referendum nazionali tra il 2016 e il 2019: il nuovo Trattato che istituisce l'Upe entrerebbe in vigore se e quando due terzi dei Paesi membri dell'Eurozona accettassero. Se e quando.
Se un fantomatico referendum si tenesse in Italia per decidere se approvare o rigettare la creazione di un'Europa Federale cosa votereste? Sì o No?