FROSINONE - L’odio, il risentimento verso le truppe francesi di origini marocchine, che durante la seconda guerra mondiale, fra il 1943 e il 1944, seminarono l’orrore e la disperazione, violentando centinaia di donne italiane, nelle campagne fra Pontecorvo, Esperia e in tutta la Valle del Liri, a quasi settant’anni di distanzanon è stato ancora rimosso. E’ rimasto vivo nelle famiglie ferite nell’orgoglio e nel corpo delle giovani donne di allora, tant’è che la scorsa notte è stato oltraggiato il monumento, con la scritta «Ici ont repose 175 solsadates francais tombes glorieusement», in ricordo delle truppe francesi cadute nella zona che si trova sulla strada provinciale per Esperia, in località Sant’Esdra a Pontecorvo.
Un vilipendio dall’alto valore simbolico. Una testa di maiale e un sacco nero alla punta del cippo di marmo, questa l’immagine apparsa ai tanti automobilisti di passaggio ieri mattina all’alba sulla strada provinciale. La testa di maiale a simboleggiare, con tutta evidenza, l’efferatezza degli accadimenti e il telo, invece, per oscurare il monumento. Sul posto sono arrivati i carabinieri della locale stazione, diretti dal capitano Pier Francesco Di Carlo e dal maresciallo Franco Varone, i quali hanno eseguito tutti i rilievi del caso e rimosso la testa di maiale aperta. Del fatto è stato informato il sindaco, Michele Sirianni Notaro, e l’ambasciata di Francia in Italia. L’Ambasciata Francese presto potrebbe intervenire ufficialmente presso le autorità italiane per avere chiarimenti.
Un gesto in disprezzo del monumento e contro i militari francesi di origini marocchine, che in un attimo ha riportato alla luce le aspre polemiche che ci furono nel 2002 quando l’allora amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Riccardo Roscia organizzò l’inaugurazione del monumento ai caduti francesi. Solo ad Esperia è stato accertato che circa 700 donne, anche molto giovani, furono violentate. Gli atti orribili, com’è ben noto, ispirarono anche Alberto Moravia e Vittorio De Sica nel film La Ciociara, ma anche La Pelle con Marcello Mastroianni, dal romanzo di Curzio Malaparte.
Condanna del gesto ma chiara memoria storica da parte dei sindaco di Esperia e Pontecorvo. «Un gesto che va condannato. Oggi le cose vanno ricordate affinché non accadano più, noi come amministrazione comunale lo facciamo ogni anno nel Giorno della Memoria. Bisogna costruire un mondo senza odio, ma allo stesso tempo occorre ricordare il passato, un passato che ha toccato ferocemente le popolazioni e mi auguro che ciò non accada più. Mai più offese da parte di nessuno», dice il sindaco di Esperia, Giuseppe Moretti.
Sulla scia anche il sindaco di Pontecorvo, Michele Sirianni Notaro, il quale pur condannando il gesto non tralascia gli aspetti storici. «Gesti del genere sono sempre spiacevoli, dunque a livello istituzionale non si possono avallare. Ma credo che la memoria storica non può e non deve essere cancellata. Le marocchinate rimangono una brutta pagina per la storia e per il territorio. Dunque il gesto dell’altra notte non è altro che il frutto di eventi drammatici che rientrano nella seconda guerra mondiale, che non verranno mai cancellati dalle famiglie che li hanno subiti», conclude il sindaco di Pontecorvo.
Proprio a Sant’Esdra furono rinvenuti poco dopo la fine della seconda guerra mondiale 175 corpi di marocchini, in un primo momento furono seppelliti dov’è stato costruito il monumento, poi furono rimossi e trasferiti nel cimitero militare di Venafro. Oggi è rimasto il monumento oltraggiato due volte nel giro di 10 anni, pochi giorni dopo la posa, nel maggio 2002, il marmo fu rotto e l’ambasciata francese ripristinò il tutto. Questa volta è stata utilizzata una tecnica di oltraggio, senza danni alla struttura, ma simbolicamente più forte. Questo non esclude che dietro ci siano movimenti estremisti ben organizzati. Elemento questo che, naturalmente, è al vaglio delle forze dell’ordine che hanno raccolto elementi e testimonianze.
Sfregiata la lapide della discordia Testa di maiale sulla stele - Il Messaggero