Perché sto coi tedeschi, perdenti ma “puliti”
di Florian
Prima di apprestarci a vedere Italia-Spagna, finale dei Campionati Europei di calcio, in una nazione in cui suddetta finale è vista univocamente come una riscossa delle nazioni del Sud, strozzate dallo spread, contro gli egoismi del più ricco Nord, ci sentiamo di chiederci se la boria antitedesca, consequenziale alle ripetute vittorie sportive delle nostre squadre, nazionali e di club, sia da considerarsi legittima oppure no.
Negli ultimi decenni il calcio tedesco è stato infatti meno competitivo di quanto ci si aspettasse, tuttavia nessuno può negare che sia stato un calcio assolutamente “pulito” dal punto di vista etico quanto finanziario. Cosa che invece non si può dire dei suoi diretti contendenti. Il calcio italiano è stato ancora una volta funestato dallo scandalo-scommesse e finora son saltati fuori solo i pesci piccoli (Criscito), perchè quelli grossi sono stati tenuti buoni per la nazionale (Bonucci, Buffon). Prima di ciò, i maggiori top teams italiani sono stati invischiati in pastette arbitrali che hanno reso di fatto irregolari i nostri ultimi campionati e ridicolizzato agli occhi internazionali il nostro sistema calcio. Con un semplicistico colpo di spugna si è infatti colpita la Juventus, senza dubbio la maggiore ma non l’unica beneficiaria di quella corruzione, avvantaggiando l’Inter, della quale altre irregolarità sono passate in second'ordine. Nel complesso, è rimasta la convinzione che il nostro calcio non abbia pagato il giusto prezzo per i suoi errori (il Milan ha addirittura conquistato una Champions League dalla quale sarebbe dovuta essere esclusa!) e che tuttora si coprano con le vittorie sul campo le sconfitte subite sul piano dell’etica sportiva.
Vedere oggi la Juventus che stampa allegramente magliette con le tre stellette cucite, in barba alla nostra legge ed al parere della FIFA, solo da noi considerato "non rispettabile", con il Presidente Ferrari Montezemolo a dar manforte al Presidente Juve Andrea Agnelli, è l’ennesima conferma di un Paese in cui vige da sempre una doppia verità, quella legale e quella che ognuno si crea a proprio vantaggio nell'indifferenza generale.
Ma il calcio tedesco non si è dimostrato “pulito” esclusivamente in senso morale. E’ infatti “pulito” anche sul piano finanziario, giacché è uno dei pochi in Europa che si ostina da anni a giocare “secondo le regole”, in termini di libri contabili e di calciomercato. In Germania chi vince ha sempre i conti in ordine e chi ha la cassa vuota deve non comprare ma vendere e magari finire con l'essere declassato nelle divisioni inferiori. Questa è la dura legge di ogni azienda che si rispetti, una legge che i tedeschi non osano mettere in discussione, dai dirigenti ai loro tifosi. Sono da considerarsi per questo stupidi?
Da come si comportano Italia, Spagna e Inghilterra, sembrerebbe purtroppo di sì. In queste altre nazioni i risultati vengono prima di tutto e si sceglie di esaudire le volontà di un pubblico esigente quanto fanatizzato, che magari tornano buone anche per una fortunata carriera politica (vedi Milan o Real Madrid). Di forzare la mano, col rischio concreto di mandare all’aria un intero sistema economico. Ed è anche in conseguenza di ciò che oggi Capi di Stato quali Monti e Rajoy sono costretti a supplicare l’Unione Europea di salvare i loro popoli dal fallimento. Quando si dice la solidarietà. E i conti perennemente in rosso di Real Madrid, Barcellona, Inter, Milan, e Juventus? Perchè Monti e Rajoy non ci buttano un occhio prima di chieder conto alla Merkel? Almeno l’Inghilterra ha il buon gusto di non imputare a nazioni altre i propri scompensi economici, diversamente da quanto accade alle varie nazioni euro-mediterranee, con le tasche sempre vuote e le bacheche invece piene di trofei. Forse sarebbe il caso che Michel Platini, riguardo il finora solo chiacchierato fair-play finanziario, si decidesse di passare una buona volta dalle parole ai fatti. E chi ha fatto tutto per fallire, fallisca. Altrimenti a vincere, nel calcio come nella vita, non saranno mai i migliori, ma soltanto i più furbi.