Ritengo utile dirvi di esaminare i 5 grafici che seguono tutti insieme, per avere un quadro d’insieme e capire che l’Italia ha letteralmente gettato al vento 20 anni e l’opportunita’ di bassi tassi, non approfittando dei bassi tassi di interesse per risanare il paese, tanto nei conti pubblici, quanto per fare le necessarie riforme per modernizzare il parco produttivo, distributivo e lavorativo del paese.

E’ altrettanto utile capire che siamo purtroppo in buona compagnia, ed il deterioramento delle finanze pubbliche e’ fenomeno che ha coinvolto tutta Europa (o meglio l’intero occidente).

1) FINANZA PUBBLICA IN ITALIA NEGLI ULTIMI 20 ANNI: non s’e’ MAI intervenuti per ridurre le spese correnti al netto degli interessi

Il quadro e’ desolante: le spese correnti al netto degli interessi sono rimaste inchiodate tra il 38% ed il 40% dall’inizio degli anni 80 fino al 2008, ed i corrispondenza della crisi sono schizzate al 43%.

Le entrate fiscali sono al 45-48% da 20 anni. Il debito naviga tra il 105% ed il 125% da 20 anni. Il saldo primario creato dopo meta’ anni 90 grazie alla minor spesa per interessi connessa all’introduzione dell’euro, e’ stato via via divorato fino ad azzerarsi.

L’Italia ha perso un’enorme opportunita’ per ridurre le spese correnti, e quindi le tasse ed il debito, e quindi rilanciarsi come nazione e dare un futuro a se’ stessa



2) IL VANTAGGIO DEL CROLLO DEGLI INTERESSI E’ DURATO CIRCA 12 ANNI: ORA L’UNICO VERO VANTAGGIO DELL’EURO (LA RIDUZIONE DEGLI INTERESSI) E’ COMPLETAMENTE SVANITO
La finestra di bassi tassi e basso costo del del debito, che l’Euro ha reso possibile dopo la sua nascita, è stata messa adeguatamente a frutto? Direi di no..



3) NESSUN RISANAMENTO SIGNIFICATIVO IN ITALIA. NESSUN PAESE (NEANCHE QUELLI NORDICI) E’ RIUSCITO SERIAMENTE A MIGLIORARE I CONTI PUBBLICI, ED A CENTRARE IL 60% DI DEBITO/PIL (LA CONVERGENZA ERA UNA DELLE RAGIONI DI VITA DELL’EURO), ANZI, E’ VERO IL CONTRARIO

Dopo l’introduzione dell’Euro, il rientro dai debiti pubblici, nonostante la fase di bassi tassi di interesse permessa proprio dall’Euro, è stato lento e insufficiente. Ha prevalso l’effetto del basso costo del debito, che si è tradotto in moral hazard sull’agenda di riforme strutturali. Tranne che per Irlanda e Spagna, nessuno dei Partner è riuscito ad avviare una stabile convergenza verso il target del 60% previsto dal Trattato. Anche la Germania ha visto crescere il suo ratio debt/gdp sopra il target. Irlanda e Spagna hanno migliorato il loro ratio grazie a una crescita molto rapida ma dalle fondamenta non sufficientemente solide, come poi è risultato evidente sia dalla caduta del Pil dopo il 2009, sia dall’impennata dello stesso ratio debt/gdp dopo il 2009. Per la Spagna, la crescita ha avuto nella bolla immobiliare (cresciuta anche grazie ai bassi tassi di interesse) un fattore di traino determinante, che ha fatto passare in secondo piano anche fattori strutturali più importanti per lo sviluppo a medio-lungo termine. Per l’Irlanda, invece, un ruolo cruciale ha avuto l’abbattimento della pressione fiscale sulle imprese a livelli non compatibili con la sostenibilità delle finanze pubbliche (si è parlato anche di concorrenza fiscale sleale). Nell’immediato, l’alleggerimento fiscale ha attratto investimenti esteri e dato fiato al Pil. A medio termine, però, son venute fuori le controindicazioni.



4) OCCUPAZIONE: ALLA FINE L’ERA EURO HA UN SOLO VERO VINCITORE NEL CREARE OCCUPAZIONE, CHE E’ LA GERMANIA

Su tale questione ho gia’ ampiamente scritto a riguardo.



5) INDEBITAMENTO LORDO: UNA FOTO SU UN QUADRO DEVASTANTE OVUNQUE, E PROGRESSIVAMENTE DETERIORATO.

I dati si riferiscono al 2011. La categoria “Famiglie” comprende sia le famiglie consumatrici che le famiglie produttrici.

“Ma allora i mercati che cosa valutano, se l’indebitamento lordo dell’Italia appare, in tutte le categorie e nel complesso, tra i più bassi (in senso relativo)?”.

La valutazione Paese non guarda solo all’indebitamento, ma anche alle condizioni che ne permettono la sostenibilità. Tra queste sicuramente ci sono la crescita economica, la governance delle Istituzioni come anche delle imprese finanziarie e non, e il lato dell’attivo (per ciascuna categoria). Poi, sicuramente, ci sono anche motivazioni imperscrutabili che giustificano differenze di tassi assurde, e difficili da tracciare: le lascio alla vostra immaginazione.



Appare evidente che:

a) L’intero sistema occidentale ha una “tendenza suicida” verso una crescente insostenibilita’, schiacciata da debiti via via crescenti ad ogni livello, che sfociera’ in una crisi globale. Qualcuno alla fine paghera’ il conto: su cio’ non ci sono dubbi

b) L’Europa, ha una “tendenza suicida” ulteriormente rafforzata, da una demografia assurda, da una moneta insostenibile e che non puo’ tenere in piedi economie divergenti tra loro e dagli obiettivi stessi che hanno decretato la nascita della valuta comune, e da una governance d’insieme degna dello Zimbabwe.

c) L‘Italia ha un’ulteriore “tendenza suicida”, legata ad una classe dirigente del paese, politica e non, corporativa e parassitaria e totalmente non credibile, che non ha saputo in 20 anni avere un minimo di dignita’ e spinta a risanare e rilanciare il paese. Schiacciata da debiti, spese ed entrate pubbliche elevatissime, e da sprechi ed inefficienze da Record, il Bel Paese e’ canditato a fare la fine del “Cappone di Renzo” prima degli altri. L’Italia ha perso anche l’unico vero vantaggio che forniva l’Euro: i bassi tassi di interesse, ed ora gode unicamente di tutti gli svantaggi possibili ed immaginabili, quelli tipici dell’occidente (vedi punto a), quelli tipici eurpei (punto b), mantenendo la sua folle classe dirigente intatta, gli sprechi, le inefficienze e quant’altro di negativo ci puo’ essere.

Verso la Bancarotta: ecco come l’Italia ha “bruciato” 20 anni !!! | Rischio Calcolato