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Riprendo quanto riporta "in parallelo" l'evangelista Luca.
Luca 13:25-27
Ora, da che il padron della casa si sarà levato, ed avrà serrato l'uscio, voi allora, stando difuori, comincerete a picchiare alla porta, dicendo: Signore, Signore, aprici. Ed egli, rispondendo, vi dirà: Io non so d'onde voi siate. Allora prenderete a dire: Noi abbiam mangiato, e bevuto in tua presenza; e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dirà: Io vi dico che non so d'onde voi siate; dipartitevi da me, voi tutti gli operatori d'iniquità.
Questi passi credo lascino trasparire qualche altro particolare.
Anche questi tali, infatti, lasciati fuori, fermamente convinti della bontà del loro giusto operare, vantano pretese circa l'aver trascorso insieme al Signore momenti conviviali, predicazioni di piazza e quant'altro.
La risposta del Signore in questo caso è leggermente differente: "Io non so d'onde voi siate", "Io vi dico che non so d'onde voi siate".
E' chiaro che Dio Padre conosce tutte le cose, anzi, le conosce prima che queste vengano all'esistenza, le preconosce, tutte le creature sono nude e scoperte agli occhi suoi.
E' altresì chiaro che il suo amore e la sua grazia eterna sono offerte incondizionatamente ad ogni creatura.
Verrebbe da chiedersi allora, con riverenza, come mai, nonostante Egli ami e conosca ogni cosa, fa queste dichiarazioni "Io non so d'onde voi siate", "Io vi dico che non so d'onde voi siate", "Io non vi conobbi giammai"?