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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
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    Predefinito Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    Ieri è uscito sul corriere della Sera un articolo interessante di Ostellino sulla ennesima candidatura dell'ormai anziano Berlusconi in cui si fanno diverse analisi interessanti (non tutte condivisibili ma senz'altro interessanti)
    Berlusconi dopo Berlusconi Una operazione di marketing - Corriere.it
    È certamente colpa mia, ma non ho capito perché, alle prossime elezioni politiche, Silvio Berlusconi si ricandidi capo del governo; a diciotto anni dalla prima discesa in campo e dopo aver occupato a lungo la scena politica promettendo riforme che poi non ha fatto. La sua candidatura, priva anche solo della parvenza di un programma politico, mi pare, piuttosto, paradigmatica della condizione in cui versa il Paese. Un governo tecnico che va avanti per forza d'inerzia (indotta dalla Germania). Quando il presidente del Consiglio parla - mai coi toni del leader; sempre con quello (freddo e burocratico) di una relazione a un convegno di accademici - pare persino, dietro gli accenti pedagogici e le promesse incoraggianti, di avvertirne l'eco: «Protocollo n. 465...». I due partiti maggiori, il Popolo della libertà e il Partito democratico, allo sbando: privi di identità culturale, oltre che politica e organizzativa; terrorizzati di andare alle elezioni e tentati di rinviarle a tempo indeterminato; appiattiti sul governo tecnico e prosternati al presidente della Repubblica, vero capo dell'esecutivo, condannato a recitare un ruolo di supplenza politica a dispetto delle sue stesse prerogative costituzionali. I partiti minori - un'Armata Brancaleone, capeggiata da personaggi d'uno squallore pari solo al ridicolo delle loro comparsate televisive - preoccupati unicamente di cogliere i sintomi del populismo crescente in un'opinione pubblica incolta e frastornata che, fino a novembre dell'anno scorso (nascita del governo Monti), si riteneva la più democratica del mondo e, ora, teme che le elezioni le vincano «gli altri», nella convinzione che la democrazia ci sia (solo) quando le vincono «i nostri», o governano i tecnici che sollevano elettori e eletti dalla responsabilità di scegliere. Media incapaci di assolvere alla propria funzione in una democrazia liberale - legittimare l'Ordinamento esistente; fornire contemporaneamente al cittadino gli strumenti critici per cambiare la politica corrente - subalterni allo status quo, restii a esercitare il benché minimo stimolo culturale, prima che politico, nei confronti del governo e dei partiti. È in questo clima che il Cavaliere si ripresenta. Per fare che cosa? Si direbbe per ricompattare il suo partito (il Pdl), secondo lo schema classico del «capo carismatico» - il solo che, del resto, lui conosca: il «rapporto d'impresa» fra dipendenti e direzione nella (confusa) realizzazione di un (generico) obiettivo individuato dal leader - che, con la sua presenza, assicura unità di intenti e successo. Diciamo, allora, che Berlusconi si propone, innanzi tutto, di ricostituire e (ri)mobilitare un gruppo disperso e, in secondo luogo, di infondere energia ai singoli membri del gruppo stesso proponendo nuovi obiettivi o riaccendendo in loro l'attaccamento ai valori tradizionali (Paolo Martelli: «Analisi delle istituzioni politiche», Giappichelli editore, Torino).
    È un'operazione di marketing alla quale, ahimè, manca il prodotto da lanciare e il mercato sul quale venderlo. È pur vero che, almeno a suo dire, a incoraggiarlo sarebbero i sondaggi favorevoli. Ma pesano sull'impresa sia una «unità di intenti» del gruppo tutta da verificare, sia la vacuità dei valori tradizionali, logorati dalla loro passata, e sterile, ripetitività, nonché dei nuovi, e indefiniti, obiettivi. La verità è che Berlusconi - concentrato su se stesso e sui propri interessi - non è riuscito, in diciotto anni, a fornire una rappresentanza al ceto medio; che la sinistra non è ideologicamente in grado di tutelare, anche se in forme politiche diverse, come accade, nell'alternanza al potere con la destra, nei Paesi di più matura democrazia. Raccoglierà certamente i consensi di un elettorato di bocca buona e che farà di necessità virtù (battere la sinistra), ma altrettanto certamente pare, ancora una volta, incapace di costruire quel modello di «società aperta» che il compromesso costituzionale e la cultura egemone ignorano, una parte del Paese attende dalla nascita della Repubblica e si era illuso di vedere realizzato con la sua discesa in campo.
    In definitiva, (anche) come «capo carismatico», Berlusconi ha fatto il suo tempo e - dopo aver disperso un patrimonio di consensi e aver persino smentito, da politico, la propria fama di imprenditore intelligente e capace - è francamente poco credibile. Non gli mancano né l'inventiva e l'immaginazione per trovare (sempre) nuove formule, peraltro più da proporre per sparigliare le carte degli altri che da concretare, poi, in proprio; né la volontà e la determinazione nel far fronte alle avversità; ma non è stato l'uomo politico, nell'accezione riformista con la quale si era proposto nel '94, né è quello del quale ci sarebbe bisogno nell'attuale, difficile, situazione del Paese. Il reduce da una guerra persa. È un uomo dei tempi televisivi: dell'apparire, non dell'essere; un «venditore» di miti elettorali, non di contenuti politici; una contrapposizione di maniera, e persino di comodo, a una sinistra vecchia e reazionaria.
    Dubito riesca a realizzare anche solo i (modesti) propositi che si attribuisce, ammesso, e non concesso, siano tali. Non suggerisco di non votarlo - ciascuno fa ciò che crede - ma consiglierei di non concedergli troppo credito e di non farsi troppe illusioni. Una volta va bene, due anche, tre volte il troppo stroppia.

    Piero Ostellino

  2. #2
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    se a Berlusconi è permesso di ripresentarsi ancora tra gli applausi di una parte degli italiani, la colpa va ricercata nello sfascio culturale prima che politico di un'Italia in balia di una classe politica autoreferente e orientata all'autosostentamento che è capace di alternare ottimi personaggi di marketing (come Berlusconi è sempre stato) con populisti dai colori più diversi ...
    oltre all'assenza palese di forze politiche che credibilmente possano parlare al ceto medio (ammesso che ne esista ancora un po')
    We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate
    (Frank McKinney Hubbard)

  3. #3
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    anche a me pare strano e con le conoscenze che ho oggi poco opportuno che Berlusconi si candidi ma non penso che l'opzione Casini-UDC sia una valida alternativa, forse sarebbe il caso di continuare con Monti o con Passera (piu' Passera per tutti, te lo immagini lo slogan alle elezioni?), quello che piu' mi rende perpleso è che Berlusconi difficlmente riuscirebbe a governare a causa delle procure che ogni due giorni lo rinviano a giudizio per qualcosa
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 18-07-12 alle 19:53

  4. #4
    Super Troll
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    anche a me pare strano e con le conoscenze che ho oggi poco opportuno che Berlusconi si candidi ma non penso che l'opzione Casini-UDC sia una valida alternativa, forse sarebbe il caso di continuare con Monti o con Passera (piu' Passera per tutti, te lo immagini lo slogan alle elezioni?), quello che piu' mi rende perpleso è che Berlusconi difficlmente riuscirebbe a governare a causa delle procure che ogni due giorni lo rinviano a giudizio per qualcosa
    In effetti (e la cosa è abbastanza paradossale) ci sono alcuni giornalisti o commentatori della politica che sono convinti che nonostante le apparenze Berlusconi alla fine non si candiderà alla presidenza del consiglio e che sia tutta una mossa per prendere tempo.

  5. #5
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    Citazione Originariamente Scritto da C@scista Visualizza Messaggio
    In effetti (e la cosa è abbastanza paradossale) ci sono alcuni giornalisti o commentatori della politica che sono convinti che nonostante le apparenze Berlusconi alla fine non si candiderà alla presidenza del consiglio e che sia tutta una mossa per prendere tempo.
    o per disorientare la sinistra e farle sbagliare completamente campagna elettorale, spaventata com'è dello spauracchio Berlusconi...se la sinistra continua a parlare di lui e non di contenuti Bersani non so se la spunta alle primarie
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 20-07-12 alle 22:43

  6. #6
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    se fossi fiorentino sarei grato a berlusconi, almeno ieri benigni ha potuto dire qualche battuta...che le battute su berlusconi sono ormai come le barzellette sui carabinieri...non si sbaglia mai.
    veni vidi mici

  7. #7
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    o per disorientare la sinistra e farle sbagliare completamente campagna elettorale, spaventata com'è dello spauracchio Berlusconi...se la sinistra continua a parlare di lui e non di contenuti Bersani non so se la spunta alle primarie
    Piu o meno è quello che pensano alcuni giornalisti "dietrologici" che ritengono un bluff la candidatura di Berlusconi, mah...

    Contatta, chiama di persona, sonda, corteggia. Blindato ad Arcore, Silvio Berlusconi scopre che il suo «gran ritorno» non scatena il boom di consensi sperato. Si insinuano i primi dubbi. Il Cavaliere commissiona sondaggi a tappeto per cogliere gli umori e le preferenze su una candidatura a Palazzo Chigi alternativa alla sua e a quella, ormai tramontata, di Angelino Alfano. «Guiderò il nuovo partito perché sono ancora io ad avere i voti, ma cercherò fino all’ultimo una figura autorevole ed esterna che possa candidarsi premier del nuovo centrodestra», va ripetendo.
    La caccia al “terzo” uomo è già partita, nella corte berlusconiana.La decisione non è ancora presa , il leader è testardo, non demorde, vuole capire se esista davvero qualcuno di «credibile e spendibile» — al pari di lui — per il ruolo più delicato. E ancora una volta si affida ai focus. Tornerà in campo, insomma, ma per tentare di salvare il patrimonio elettorale e garantirsi una squadra, la più numerosa possibile, di fedelissimi che difenda i suoi interessi nel prossimo Parlamento. Non perché conti realmente di poter tornare a Palazzo Chigi. I contatti così si sono fatti in questi giorni più intensi con il vecchio amico e oggi presidente di Confindustria, il bergamasco Giorgio Squinzi. Le bordate tirate al governo Monti al Cavaliere sono piaciute eccome. Tra i due non è escluso un incontro in settimana. Ma il sogno nel cassetto resta Luca Cordero di Montezemolo.
    Ad Arcore è stato apprezzato il no comment di Mr. Ferrari sulla «discesa in campo 2». Nessuna polemica o critica, a differenza di altri. «Ma solo perché il presidente evita sempre di aprire diatribe politiche spicciole, non ha commentato neanche i provvedimenti importanti del governo Monti» fa notare Giustina Destro, deputata assai vicina all’ex numero uno di Confindustria che prepara l’appuntamento di ItaliaFutura del 25 luglio. Il pressing berlusconiano cade nel vuoto, finora. Molto più fruttuosi sembrano siano stati negli ultimi giorni i contatti tra Casini e l’altra ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, lontana anni luce dal Cavaliere.
    «Meglio stare tutti in guardia, perché Berlusconi torna da leader del partito ma non è affatto detto che sarà alla fine lui il candidato premier» è la tesi che del resto ha ripetuto in questi giorni ai suoi fedelissimi l’ex ministro Claudio Scajola, ben informato sui movimenti del capo. Il sondaggio pubblicato due sere fa dal tg de “La7” ha regalato al Pdl il 20,1: un incremento di un misero 0,1 per cento. Davvero poca cosa. Non esattamente quello che Berlusconi si attendeva. Anche quelli commissionati in «casa » non sarebbero molto diversi. Tutto questo mentre nella Capitale, dalla quale si è tenuto volutamente lontano, soffiano venti di sedizione. Berlusconi resta ad Arcore per cenare e provare a convincere, a modo suo, Nicole Minetti a dimettersi dal Consiglio regionale. A Roma rientrerà oggi per una prima resa dei conti dopo le polemiche scatenate soprattutto dagli ex An. A Palazzo Grazioli, prima una colazione con i dirigenti del Pdl, poi un confronto proprio con gli ex “colonnelli”.
    http://www.lamescolanza.com/Temp=201...oni=180712.htm
    Ultima modifica di C@scista; 21-07-12 alle 18:58

  8. #8
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    Predefinito Re: Berlusconi dopo Berlusconi : un operazione di marketing

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    o per disorientare la sinistra e farle sbagliare completamente campagna elettorale, spaventata com'è dello spauracchio Berlusconi...se la sinistra continua a parlare di lui e non di contenuti Bersani non so se la spunta alle primarie
    Renzi è taggato di fili Berlusconismo da SEL e dai massimalisti del PD, quindi in ogni caso non ha speranze di vincere alle primarie.
    "I socialisti sono come Cristoforo Colombo: partono senza sapere dove vanno. Quando arrivano non sanno dove sono. Tutto questo con i soldi degli altri."

 

 

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