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Sanitopoli, al via l’udienza preliminare: aggravante per Lorenzetti, Rosi e altri | Umbria24.it
Sanitopoli, al via l’udienza preliminare: aggravante per Lorenzetti, Rosi e altri
L'aggravante, oltre ad una possibile pena più alta, implica anche una prescrizione più lunga
Aperta e subito rinviata l’udienza per l’indagine nota con il nome di Sanitopoli. Il solito difetto di notifica ha fatto scattare il rinvio all’aprile del 2013. Già stabilite due date per discutere di una delle indagini più scomode degli ultimi anni. Nonostante tecnicamente non sia stato possibile fare niente, il pubblico ministero Mario Formisano, titolare del fascicolo insieme a Massimo Casucci, ha però annunciato l’intenzione di contestare una nuova aggravante.
L’aggravante Quella del comma due dell’articolo 476 relativo al falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico che stabilisce che, «se la falsità concerne un atto o una parte di un atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da tre a dieci anni», invece che da uno a sei. L’aggravante che il pubblico ministero contesterà ormai nella prossima udienza, allunga anche i termini della prescrizione che arriveranno in questo modo a circa dodici anni. L’accusa di falsità materiale, nell’avviso di conclusione delle indagini era stata contestata all’ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, l’ex assessore Maurizio Rosi, L’ex dirigente della Asl 3 Gigliola Rosignoli, l’ex capo di gabinetto della giunta Lorenzetti, Sandra Santoni e Rellini Giancarlo, quale funzionario della Regione.
A processo La richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata per 12 persone tra cui l’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, l’ex assessore Maurizio Rosi, l’ex vice presidente della giunta regionale Carlo Liviantoni, l’ex capo di gabinetto Sandra Santoni, l’ex dirigente della Asl 3 Gigliola Rosignoli, e altre sette persone tra cui funzionari e dirigenti, molti con ruoli marginali nell’indagine.
Atti e delibere L’aggravante che il pm contesterà ad alcuni indagati, riguarda il filone concernente l’atto in cui di fatto venne sancita la promozione «incriminata» di Sandra Santoni e la delibera adottata dalla giunta regionale in cui arrivò il via libera per assunzioni «urgenti» nelle Asl. Quegli atti in cui i carabinieri trovarono cancellazioni e aggiunte a penna.
Le delibere Secondo l’accusa quella delibera sarebbe stata approvata, «attestando falsamente l’esistenza di presupposti giuridici per l’approvazione della delibera n. 1402 del 05. 10. 2009 da parte della Giunta Regionale dell’Umbria avente come oggetto l’autorizzazione alle aziende sanitarie e ospedaliere ad assumere personale». Altri avrebbero invece «indotto la giunta regionale ad approvare una delibera […] benché tale provvedimento risultasse mancante dei suoi contenuti essenziali. Infatti – scrivevano i pm Sergio Sottani e Mario Formisano nell’avviso di conclusione delle indagini – al momento dell’adozione di tale delibera, richiesta dall’assessore Maurizio Rosi con urgenza il 16 settembre 2009, l’attività istruttoria non era ancora terminata[…] Il contenuto dispositivo dell’atto quindi veniva formato in epoca successiva e verosimilmente dopo il 2 marzo 2010».