Originariamente Scritto da
Gianky
Abbiamo preso visione dell’invito rivoltoci dal movimento politico “Unione per il Socialismo Nazionale”, per costituire una dieta nazionale che miri presumibilmente alla confederazione di vari soggetti politici nazionali dalle più diverse provenienze.
Al di fuori da un’equanime giudizio negativo sull’operato del governo Monti che potrebbe accomunare le nostre posizioni socialiste e sovraniste a quanto espresso nell’appello, vogliamo ribadire che mille altre cose ci dividono dalla maggior parte dei soggetti a cui l’appello è rivolto e coi quali ogni progetto di confederazione o fusione sarebbe impossibile.
Non ci piace ricorrere d’istinto all’antifascismo ottuso che altri preferiscono utilizzare come un dogma teologico o un rimedio omeopatico, quasi ad ergere dinnanzi alle masse (sempre più stanche e lontane di e da simili diatribe, per altro) un grezzo identitarismo clanico privo di contenuti seri e avanzati.
Tuttavia, anche guardando al presente e volendo per un attimo mettere da parte le nette differenze sussistenti fra le diverse e rispettive letture storiche del Novecento, il nostro manifesto politico e il nostro programma riassuntivo presentano un insieme di radici teoriche e di punti salienti assolutamente incompatibili con un nazionalismo europeo che non farebbe altro che ricadere nel mito eurocentrico, un tempo d’uso e consumo delle potenze colonialiste occidentali dunque oggi riciclato in modi e forme diverse dall’imperialismo statunitense.
La prospettiva eurasiatica che guida la nostra linea politica indica ben altro progetto di risollevazione continentale e guarda con fiducia al ruolo strategico e politico che la Federazione Russa e la Repubblica Popolare di Cina potrebbero svolgere se l’attuale fase transitoria verso il multipolarismo dovesse seguire il suo corso senza clamorosi colpi di coda dell’egemonismo nord-atlantico e trilaterale (Nord America, Eurozona e Giappone).
E’ proprio una diversa concezione degli spazi e dei margini di manovra dell’Italia nella sua dimensione europea ed eurasiatica alla base del nostro concetto di sovranità nazionale, che va letto sul piano dell’affrancamento geopolitico e geoeconomico dai centri dominanti dell’atlantismo e non sul piano della retorica idealista.
Questo significa anche e soprattutto che nostro principale motore programmatico è quello volto a sviluppare una politica di potenza interna tale da garantire lo sviluppo delle forze produttive e il pieno raggiungimento dell’autosufficienza energetica e difensiva dell’Italia, in uno schema di integrazione economica e logistica con gli altri Paesi dell’Europa, dell’Unione Eurasiatica e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
Solo per citare alcune istanze, le nostre proposte innovative in materia di tecnologia nucleare, di sviluppo e avanzamento scientifico, e nel quadro della nazionalizzazione dei settori strategici della nostra economia, ci differenziano nettamente da tutti i gruppi di punta del cosiddetto “estremismo” politico nazionale, tanto a destra quanto a sinistra.
In coerenza con la nostra concezione internazionalista (ma non cosmopolita, ovviamente) delle dinamiche mondiali, la nostra analisi della situazione interna non può discostarsi o ritenersi nettamente distanziata dall’analisi dei processi planetari, che riteniamo prioritari tanto più nell’era della comunicazione telematica e della digitalizzazione delle strutture informatiche: la nostra lettura del capitalismo segue direttrici non utopistiche, bensì pratiche, non romantiche bensì strategiche. Pronti a recepire le necessità di una moderna NEP o di una riforma di parziale apertura ai mercati, sebbene nel quadro di un piano di crescita socialista, abbiamo una nostra precisa visione del socialismo che, senza prescindere dai classici del passato, guarda oltre e non può discostarsi da questa linea e tanto meno unirsi ad un progetto che vedrebbe le nostre proposte ridotte alla minoranza assoluta.
Fusioni a freddo? No, grazie. - Stato & Potenza
Direi che anche Stato e Potenza ha detto di no. Peccato.