Che le tasse in Italia fossero particolarmente elevate era cosa purtroppo già nota, che fossero le più opprimenti al mondo è invece il triste record sancito in questi giorni da uno studio di Confcommercio: 55%, è questa la pressione fiscale effettiva che attanaglia lo stivale, ma fra accise, bolli e gabelle di ogni tipo l’impressione – come confermato anche dal direttore generale di Equitalia Befera – è che la percentuale indicata venga in molti casi ampiamente superata.
Il dito viene come al solito puntato sull’evasione fiscale, fenomeno che nel nostro paese assume certamente dimensioni rilevanti (anche in questo caso sembra che ci spetti il primo posto in classifica), pur avendo contorni in realtà difficilmente definibili: sono in molti a ritenere infatti che il livello di tassazione sia così elevato proprio a causa dei soliti, “furbetti”, che evadendo ed eludendo il fisco finiscono col gravare sulle spalle dei contribuenti ligi ai propri doveri, costretti a pagare un conto sempre più salato. Un simile approccio appare tuttavia eccessivamente semplicistico, e finisce col banalizzare un fenomeno, quello dell’evasione fiscale appunto, che è in realtà ben più complesso e ricco di sfaccettature.
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