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  1. #1
    Ghibellino
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    Predefinito Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna



    Abbiamo preso visione dell’invito rivoltoci dal movimento politico “Unione per il Socialismo Nazionale”, per costituire una dieta nazionale che miri presumibilmente alla confederazione di vari soggetti politici nazionali dalle più diverse provenienze.
    Al di fuori da un’equanime giudizio negativo sull’operato del governo Monti che potrebbe accomunare le nostre posizioni socialiste e sovraniste a quanto espresso nell’appello, vogliamo ribadire che mille altre cose ci dividono dalla maggior parte dei soggetti a cui l’appello è rivolto e coi quali ogni progetto di confederazione o fusione sarebbe impossibile.
    Non ci piace ricorrere d’istinto all’antifascismo ottuso che altri preferiscono utilizzare come un dogma teologico o un rimedio omeopatico, quasi ad ergere dinnanzi alle masse (sempre più stanche e lontane di e da simili diatribe, per altro) un grezzo identitarismo clanico privo di contenuti seri e avanzati.
    Tuttavia, anche guardando al presente e volendo per un attimo mettere da parte le nette differenze sussistenti fra le diverse e rispettive letture storiche del Novecento, il nostro manifesto politico e il nostro programma riassuntivo presentano un insieme di radici teoriche e di punti salienti assolutamente incompatibili con un nazionalismo europeo che non farebbe altro che ricadere nel mito eurocentrico, un tempo d’uso e consumo delle potenze colonialiste occidentali dunque oggi riciclato in modi e forme diverse dall’imperialismo statunitense.
    La prospettiva eurasiatica che guida la nostra linea politica indica ben altro progetto di risollevazione continentale e guarda con fiducia al ruolo strategico e politico che la Federazione Russa e la Repubblica Popolare di Cina potrebbero svolgere se l’attuale fase transitoria verso il multipolarismo dovesse seguire il suo corso senza clamorosi colpi di coda dell’egemonismo nord-atlantico e trilaterale (Nord America, Eurozona e Giappone).
    E’ proprio una diversa concezione degli spazi e dei margini di manovra dell’Italia nella sua dimensione europea ed eurasiatica alla base del nostro concetto di sovranità nazionale, che va letto sul piano dell’affrancamento geopolitico e geoeconomico dai centri dominanti dell’atlantismo e non sul piano della retorica idealista.
    Questo significa anche e soprattutto che nostro principale motore programmatico è quello volto a sviluppare una politica di potenza interna tale da garantire lo sviluppo delle forze produttive e il pieno raggiungimento dell’autosufficienza energetica e difensiva dell’Italia, in uno schema di integrazione economica e logistica con gli altri Paesi dell’Europa, dell’Unione Eurasiatica e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
    Solo per citare alcune istanze, le nostre proposte innovative in materia di tecnologia nucleare, di sviluppo e avanzamento scientifico, e nel quadro della nazionalizzazione dei settori strategici della nostra economia, ci differenziano nettamente da tutti i gruppi di punta del cosiddetto “estremismo” politico nazionale, tanto a destra quanto a sinistra.
    In coerenza con la nostra concezione internazionalista (ma non cosmopolita, ovviamente) delle dinamiche mondiali, la nostra analisi della situazione interna non può discostarsi o ritenersi nettamente distanziata dall’analisi dei processi planetari, che riteniamo prioritari tanto più nell’era della comunicazione telematica e della digitalizzazione delle strutture informatiche: la nostra lettura del capitalismo segue direttrici non utopistiche, bensì pratiche, non romantiche bensì strategiche. Pronti a recepire le necessità di una moderna NEP o di una riforma di parziale apertura ai mercati, sebbene nel quadro di un piano di crescita socialista, abbiamo una nostra precisa visione del socialismo che, senza prescindere dai classici del passato, guarda oltre e non può discostarsi da questa linea e tanto meno unirsi ad un progetto che vedrebbe le nostre proposte ridotte alla minoranza assoluta

    Fusioni a freddo? No, grazie. - Stato & Potenza
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  2. #2
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Non sono euroasiatista, ma provengo dalla cosidetta "destra radicale". Tuttavia, relativamente a certe questioni geopolitiche e di politica estera, seguo con interesse la posizione di Stato e Potenza (trovandomi diverse volte d'accordo).
    Però mi pare di rilevare una certa inversione di tendenza di Stato e Potenza. Mi spiego meglio. Appena nata, è stata fin da subito oggetto di critiche pesanti da parte dell'estrema sinistra che la accusava di essere rossobruna, cripto-fascista, neonazista e via dicendo. Ho l'impressione che Stato e Potenza, in seguito a queste critiche e forse per paura di esse, abbia deciso di buttarsi parecchio a sinistra, perdendo quell'iniziale equidistanza che la rendeva appetibile sia a destra che sinistra.
    Sta di fatto che chi prima vi accusava di criptofascismo di certo non la smetterà, e si rischia invece di perdere l'interesse di chi vedeva in voi un superamente di certe logiche da anni 70.
    Ultima modifica di Hatamoto; 24-07-12 alle 16:56
    Ogni sentimento nobile deve celarsi.
    Per non infastidire il democratico.


    soleacciaio.org

  3. #3
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Citazione Originariamente Scritto da Gianky Visualizza Messaggio


    Abbiamo preso visione dell’invito rivoltoci dal movimento politico “Unione per il Socialismo Nazionale”, per costituire una dieta nazionale che miri presumibilmente alla confederazione di vari soggetti politici nazionali dalle più diverse provenienze.
    Al di fuori da un’equanime giudizio negativo sull’operato del governo Monti che potrebbe accomunare le nostre posizioni socialiste e sovraniste a quanto espresso nell’appello, vogliamo ribadire che mille altre cose ci dividono dalla maggior parte dei soggetti a cui l’appello è rivolto e coi quali ogni progetto di confederazione o fusione sarebbe impossibile.
    Non ci piace ricorrere d’istinto all’antifascismo ottuso che altri preferiscono utilizzare come un dogma teologico o un rimedio omeopatico, quasi ad ergere dinnanzi alle masse (sempre più stanche e lontane di e da simili diatribe, per altro) un grezzo identitarismo clanico privo di contenuti seri e avanzati.
    Tuttavia, anche guardando al presente e volendo per un attimo mettere da parte le nette differenze sussistenti fra le diverse e rispettive letture storiche del Novecento, il nostro manifesto politico e il nostro programma riassuntivo presentano un insieme di radici teoriche e di punti salienti assolutamente incompatibili con un nazionalismo europeo che non farebbe altro che ricadere nel mito eurocentrico, un tempo d’uso e consumo delle potenze colonialiste occidentali dunque oggi riciclato in modi e forme diverse dall’imperialismo statunitense.
    La prospettiva eurasiatica che guida la nostra linea politica indica ben altro progetto di risollevazione continentale e guarda con fiducia al ruolo strategico e politico che la Federazione Russa e la Repubblica Popolare di Cina potrebbero svolgere se l’attuale fase transitoria verso il multipolarismo dovesse seguire il suo corso senza clamorosi colpi di coda dell’egemonismo nord-atlantico e trilaterale (Nord America, Eurozona e Giappone).
    E’ proprio una diversa concezione degli spazi e dei margini di manovra dell’Italia nella sua dimensione europea ed eurasiatica alla base del nostro concetto di sovranità nazionale, che va letto sul piano dell’affrancamento geopolitico e geoeconomico dai centri dominanti dell’atlantismo e non sul piano della retorica idealista.
    Questo significa anche e soprattutto che nostro principale motore programmatico è quello volto a sviluppare una politica di potenza interna tale da garantire lo sviluppo delle forze produttive e il pieno raggiungimento dell’autosufficienza energetica e difensiva dell’Italia, in uno schema di integrazione economica e logistica con gli altri Paesi dell’Europa, dell’Unione Eurasiatica e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
    Solo per citare alcune istanze, le nostre proposte innovative in materia di tecnologia nucleare, di sviluppo e avanzamento scientifico, e nel quadro della nazionalizzazione dei settori strategici della nostra economia, ci differenziano nettamente da tutti i gruppi di punta del cosiddetto “estremismo” politico nazionale, tanto a destra quanto a sinistra.
    In coerenza con la nostra concezione internazionalista (ma non cosmopolita, ovviamente) delle dinamiche mondiali, la nostra analisi della situazione interna non può discostarsi o ritenersi nettamente distanziata dall’analisi dei processi planetari, che riteniamo prioritari tanto più nell’era della comunicazione telematica e della digitalizzazione delle strutture informatiche: la nostra lettura del capitalismo segue direttrici non utopistiche, bensì pratiche, non romantiche bensì strategiche. Pronti a recepire le necessità di una moderna NEP o di una riforma di parziale apertura ai mercati, sebbene nel quadro di un piano di crescita socialista, abbiamo una nostra precisa visione del socialismo che, senza prescindere dai classici del passato, guarda oltre e non può discostarsi da questa linea e tanto meno unirsi ad un progetto che vedrebbe le nostre proposte ridotte alla minoranza assoluta

    Fusioni a freddo? No, grazie. - Stato & Potenza
    Quando si dice non aver capito nulla. E con 'analisi' simili dove volete andare?
    La bella avventura

  4. #4
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Citazione Originariamente Scritto da Hatamoto Visualizza Messaggio
    Non sono euroasiatista, ma provengo dalla cosidetta "destra radicale". Tuttavia, relativamente a certe questioni geopolitiche e di politica estera, seguo con interesse la posizione di Stato e Potenza (trovandomi diverse volte d'accordo).
    Però mi pare di rilevare una certa inversione di tendenza di Stato e Potenza. Mi spiego meglio. Appena nata, è stata fin da subito oggetto di critiche pesanti da parte dell'estrema sinistra che la accusava di essere rossobruna, cripto-fascista, neonazista e via dicendo. Ho l'impressione che Stato e Potenza, in seguito a queste critiche e forse per paura di esse, abbia deciso di buttarsi parecchio a sinistra, perdendo quell'iniziale equidistanza che la rendeva appetibile sia a destra che sinistra.
    Sta di fatto che chi prima vi accusava di criptofascismo di certo non la smetterà, e si rischia invece di perdere l'interesse di chi vedeva in voi un superamente di certe logiche da anni 70.
    Concordo in pieno, tempo fa li vedevo con simpatia considerandoli vicini alla galassia destro radicale da un po' di tempo invece mi pare si siano posti un po' troppo su posizioni antifasciste come se volessero togliersi di dosso il marchio infamante arrivando addirittura ad usare il termine fascista in modo dispregiativo su Stato e Potenza
    Ultima modifica di Controvento; 24-07-12 alle 22:01
    QUELLE VECCHIE STORIE ... ,ABBIAMO PROVE CERTE, SON FALSE E NON REALTÀ

  5. #5
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    quali differenze avete con il gruppo "conflitti e strategie" e gianfranco la grassa?

  6. #6
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Mi sembra doveroso innanzitutto precisare che il sottoscritto non è Stato e Potenza, ma semplicemente un simpatizzante, come sono simpatizzante di un po' tutta la galassia eurasiatista. Personalmente sono iscritto unicamente al Coordinamento Progetto Eurasia e sono abbonato alla rivista Eurasia, quindi non mi permetto di parlare a nome di Stato e Potenza ma, al limite, posso esprimere solamente il mio parere di simpatizzzante.
    Sarebbe interessante se qualche responsabile di S&P dicesse la sua in via, diciamo, ufficiale.
    Personalmente, sulle due questioni sollevate dal mio thread, dico un paio di cose.
    Appello di Socialismo nazionale: sono anche io rimasto deluso dal no che il Movimento ha dato alla richiesta di una Confederazione, però mi sembra che le motivazione portate a spiegazione non siano del tutto irrilevanti, c'è da parte di S&P, la paura, fondata direi, di entrare a far parte di una coalizione un po' troppo sbilanciata a "destra" sopratutto dopo il no ribadito anche dal partito di Rizzo. Hanno giocato anche sicuramente le "paure" sottolineate anche da altri forumisti di essere accusati di "rossobrunismo", personalmente me ne fregherei di questo tipo di accuse, sopratutto vedendo da che parte provengono e sopratutto vedendo e prendendo atto che, comunque, queste accuse ci saranno sempre (come Stefano Bonilauri, responsabile di S&P, può testimoniare sulla sua pelle), però bisogna anche dire che sin dall'inizio S&P ha sempre messo in chiaro, sin dall'inizio della sua avventura, di non essere in nessun modo "rossobruna". Diciamo quindi sia iltentativo "identitario" che quello di non mostrare il fianco ad accuse "rossobruniste" hanno sicuramente influito sulle decisione.
    Non mi pare, però, che ci sia stata una deriva di S&P, le sue posizione mi sono sempre sembrate chiare e le attuali mi sembrano perfettamente il linea con quanto il Movimento ha sin qui sostenuto.

    Rapporti con Conflitti e Strategie e La Grassa: direi pessimi, probabilmente hanno giocato e giocano risentimenti personali, che, purtroppo, hanno causato una rottura insanabile tra le due realtà. Se posso permettermi di commentare: siamo già in pochi e non troviamo di meglio che litigare tra di noi.iango:

    Ritornando a S&P è un movimento estremamente attivo, sopratutto in campo internazionale, una realtà da continuare a seguire.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  7. #7
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Citazione Originariamente Scritto da Controvento Visualizza Messaggio
    Concordo in pieno, tempo fa li vedevo con simpatia considerandoli vicini alla galassia destro radicale da un po' di tempo invece mi pare si siano posti un po' troppo su posizioni antifasciste come se volessero togliersi di dosso il marchio infamante arrivando addirittura ad usare il termine fascista in modo dispregiativo su Stato e Potenza
    Mah, personalmente questa vicinanza non l'ho mai vista. Mi sembra di poter concordare con Gianky, se andiamo a vedere il Manifesto di Stato e Potenza, poi, questa presunta vicinanza mi appare abbastanza nebulosa.
    Ultima modifica di Gianky; 25-07-12 alle 10:07
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  8. #8
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Citazione Originariamente Scritto da Controvento Visualizza Messaggio
    Concordo in pieno, tempo fa li vedevo con simpatia considerandoli vicini alla galassia destro radicale da un po' di tempo invece mi pare si siano posti un po' troppo su posizioni antifasciste come se volessero togliersi di dosso il marchio infamante arrivando addirittura ad usare il termine fascista in modo dispregiativo su Stato e Potenza
    Non direi proprio. Se si legge il comunicato di S&P mi sembra che ci si prenda gioco dell'antifascismo militante che ha invece contraddistinto il comunicato, 2 righe, di Rizzo. Mi sembra che il comunicato di S&P sia stato molto più articolato e sebbene io non lo condivida in toto (avrei cercato comunque di ragionare sui termini della "confederazione" proposta dal CSSN) devo dire che mi sembra abbastanza chiaro. Stato e Potenza è un movimento eurasiatista e l'eurasiatismo per sua definizione supera largamente i termini destra/sinistra e perciò anche quelli di "destra radicale". Oltretutto molti esponenti e militanti di S&P sono di provenienza di Rifondazione Comunista, ad esempio, quindi libererei il campo da definizioni che non trovano conferme nella realtà. Che poi gli antifa in servizio permanente effettivo continuino ad insultare S&P questo, come simpatizzante di questo Movimento, non mi fa nè caldo e nè freddo. E' gentaglia con cui non mi ci voglio mischiare.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  9. #9
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Citazione Originariamente Scritto da MaIn Visualizza Messaggio
    quali differenze avete con il gruppo "conflitti e strategie" e gianfranco la grassa?
    Riguardo agli scazzi tra C&S e S&P, riporto qualche post di qualche mese fa:

    Oltre La Grassa: l’opinione di un nostro redattore
    La frattura ormai esplicita tra i gestori di Conflitti e Strategie ed alcuni ormai ex collaboratori, tra cui il sottoscritto, impone il tentativo di indagare i motivi di questo esito. Di solito quando si inizia una collaborazione vengono privilegiati i fattori che accomunano, mentre quelli che dividono vengono oscurati, lasciati in secondo piano, e ad un certo punto si finisce pure per ignorarli. Ma quando ciò che viene lasciato in ombra diventa pressante e vuole venire alla luce, chiarire diventa necessario, altrimenti non è più possibile un confronto produttivo, seppure“a distanza, quando non è più possibile la collaborazione.
    Per quanto mi riguarda non posso che parlare della mia personale esperienza. Dopo la mia improvvisa estromissione dal blog nel luglio dell’anno scorso, giunta del tutto inaspettata perché a me sembrava che la collaborazione fosse abbastanza rodata (fatto che inizialmente mi era parso del tutto assurdo) mi sono chiesto dei possibili motivi di tale singolare conclusione. Ciò che mi attirava della teoria di La Grassa era la critica radicale di una sinistra di cui avevo sperimentato personalmente il disfacimento, la critica radicale di un marxismo che avevo sperimentato, come moderatore del forum “marxiana”, essere una teoria ormai avulsa dalla realtà.
    Mi attirava inoltre il modo in cui il blog Conflitti e Strategie dava preminenza alla “questione nazionale” che per me è una delle principali tare del marxismo. Mi scuso per l’autocitazione, ma serve per chiarire come le premesse della successiva rottura fossero già all’inizio della collaborazione, infatti nel periodo in cui mi stavo avvicinando al blog scrissi questo commento:

    “Quanto più ci si avvicina alla fase multipolare tanto più la questione nazionale avrà la preminenza. Tuttavia, fino ad un certo punto si può separare la questione nazionale dalla questione sociale. Avrà sufficiente forza interna e sostegno popolare necessari per risollevare le sorti dell’Italia sul piano internazionale chi saprà offrire delle soluzioni alla questione sociale. Siamo ben lontani da una teoria del genere, che necessiterebbe comunque di chi vorrebbe metterla in pratica (cosa che può avvenire anche senza teoria). Hitler a suo modo offrì delle soluzioni alla gravissima crisi sociale del tempo, ma attraverso una politica finalizzata al riarmo e al nazionalismo aggressivo che condusse la Germania ad una rovina maggiore, tuttavia il nazionalismo nazista si affermò perché parve offrire delle soluzioni alla crisi sociale. Questo blog, benemerito e addirittura teoricamente rivoluzionario (nel senso vero della parola) su altre questioni, delle questioni sociali di fatto non si occupa. Può essere giustificato sul piano scientifico focalizzare sulle questioni strategiche, resta comunque questa lacuna (che nulla toglie ai meriti del blog)“[1]

    Lasciando da parte ora quello che è stato un percorso personale veniamo alla questione dei rapporti fra Stato e Potenza e Conflitti e Strategie, senza che ci sia bisogno di precisare che quanto segue sono valutazioni personali e non vogliono esprimere il punto di vista della redazione di Stato e Potenza.
    Sarebbe stato meglio se Gianfranco La Grassa avesse chiarito di persona cosa non condivide del progetto Stato e Potenza, a cui hanno aderito vari ex collaboratori di Conflitti e Strategie, piuttosto che lasciare che intervenisse soltanto il suo “interprete ufficiale” perché così tocca capire cosa pensa interpretando il suo interprete e alcuni suoi commenti. Il suo parere mi interessa, in quanto continuo ad apprezzare le capacità teoriche di La Grassa, apprezzo meno le capacità teoriche di altri sicuramente secondarie rispetto alla vena comica.
    Pare di capire da qualche suo commento sul blog che a La Grassa non piaccia Zyuganov: “è come tutti i comunisti”. Bisogna precisare subito che non corrisponde al vero quanto scrive il suo “interprete ufficiale”, secondo cui i comunisti di Zyuganov sarebbero scesi in piazza lo scorso fine settimana insieme ai “rivoluzionari colorati” (Zyuganov li ha definiti in una recente intervista la “peste colorata”[3]). Zyuganov fu tra i primi a percorrere quel processo di avvicinamento tra i cosiddetti ambienti culturali “nazionalitari” e/o ispirati da visioni geopolitiche – uso queste definizioni per intenderci, ma è un’etichetta del tutto inadeguata – e i partiti comunisti, che col tempo diede vita in Italia a realtà come quella da cui è stata costruita la rivista Eurasia.
    Questo percorso portò alcuni filosofi a dichiarare esaurite le vecchie divisioni destra/sinistra, antifascismo/anticomunismo, percorso in cui La Grassa sta interamente, a meno che non voglia rinnegare i tanti articoli scritti per Eurasia.
    Il sito Stato e Potenza si richiama all’omonimo libro di Zyugonov scritto in un periodo in cui era stretta la collaborazione con Aleksandr Dugin, volendosi richiamare all’inizio di un percorso che è ancora tutto da esplorare. La Grassa ha scritto una volta giustamente che rispetto a chi ancora oggi saluta con il braccio teso non si può rispondere che con il pugno chiuso. Volendo dire che è compito di tutti, non solo di chi proviene dalla sinistra, superare i vecchi schemi e le vecchie appartenenze, ebbene Alain de Benoist e Aleksandr Dugin appartengono proprio a questa categoria. Però a La Grassa non piace Alain de Benoist, “è il classico tipo dell’erudito” (o forse gli ricorda Costanzo Preve), ma non è questo un atteggiamento un po’ troppo umorale? Non è importante se si è d’accordo al 100% con qualcuno, ma se è disposto a fare un pezzo di strada insieme a noi.
    Innanzitutto, bisogna precisare che Stato e Potenza non è un sito strettamente teorico quanto un sito dal taglio più spiccatamente giornalistico (diremmo così se questo termine non avesse assunto una connotazione nettamente negativa con la stampa che ci ritroviamo), è un sito che intende stare sulla notizia, sui fatti del giorno, perché questo è un aspetto fondamentale della prassi politica. Ovviamente dietro devono esserci determinate posizioni teoriche, un certo modo di intendere la politica, tuttavia una teoria che non si cali nel quotidiano non può che essere astratta, come una prassi politica quotidiana senza prospettiva strategica non può che essere subalterna.
    Inoltre, Stato e Potenza ha già mostrato nei suoi pochi mesi di vita di avere le potenzialità per essere una palestra per giovani, spesso giovanissimi, che si avvicinano alla politica e all’analisi sociale. Sarebbe bene che chi ha già una formazione relativamente compiuta fornisca degli strumenti a questi giovani per accrescere la loro formazione, senza voler imporre delle idee, lasciando che si “facciano le ossa”, senza essere troppo “benevolo”, ma allo stesso tempo senza voler subito “stroncare” le loro aspirazioni se non seguono una determinata strada.
    Questo scritto vuol essere un invito a La Grassa a dire cosa di preciso non condivide del progetto di Stato e Potenza. Intanto comincio col dire cosa non mi soddisfa della sua elaborazione teorica, fermo restando che è stato e rimane uno studioso per me molto importante. Sarò molto sintetico, ma ci sarà tempo e spazio per articolare meglio la critica, proprio perché ritengo che sia imprescindibile partire da La Grassa, ma per andare oltre.
    La Grassa ha messo al centro l’azione strategica, e in tal modo ha riportato al centro la stessa politica, poiché la politica non è che azione strategica. Tuttavia tale operazione sostanzialmente giusta ha finito per oscurare le strutture sociali, economiche, politiche, statutali, la realtà materiale all’interno della quale si svolge l’azione strategica. Bisogna evitare i due estremi di un’azione strategica senza contesto, che finirebbe per scadere nel complottismo, sia l’opposto di un “processo senza soggetto” come teorizzato recentemente da un economista “marxista”, chiamando in causa il povero Althusser[2], che è poi la stessa mistificazione dell’ideologia dominante quando invita ad “obbedire ai mercati” oppure, quando un impersonale “spread” ci impone determinati cambiamenti politici, mentre in realtà dietro ci sono precise volontà.
    Forse La Grassa da ex-althusseriano ha semplicemente rovesciato la sua posizione teorica ed è passato da un “processo senza soggetto” ad un “soggetto senza processo”? Seconda questione importante: La Grassa giustamente ha rotto lo schema dualistico di “classe contro classe”, che ormai non spiegava più niente ed ha messo al centro il conflitto tra dominanti come motore della trasformazione. Questo è sicuramente fondamentale sia a livello di analisi del contesto internazionale sia all’interno di una determinata formazione sociale. Tuttavia quando si verifica il caso che una frazione dei dominanti si sia resa conto che la formazione sociale di riferimento sta per andare incontro alla rovina e intende rovesciare l’ordinamento di quella determinata formazione per sostituirlo con un altro, non può non appoggiarsi sulle classi inferiori colpite dalla crisi, se vuole vincere la resistenza della frazione opposta. Ecco perché è necessario guardare non solo ai conflitti tra i dominanti ma anche alla realtà sociale. Per capire le conseguenze di questa posizione teorica basti pensare al fatto che su Conflitti e Strategie non è stato dedicato né un articolo né un commento all’interessante movimento dei forconi.
    Caro La Grassa, in questo mi sento di interpretare i sentimenti dei giovani collaboratori di Stato e Potenza, abbiamo pesanti difficoltà economiche, vediamo un futuro sempre più incerto in un Paese che va al disfacimento, non possiamo stare ad aspettare o a guardare solo l’azione dei “dominanti”, i quali a dire il vero latitano, e in ogni caso solo l’azione dei dominanti non è sufficiente, è necessaria anche l’azione dal basso. Cominciamo a parlare anche di questioni sociali.

    Oltre La Grassa: l’opinione di un nostro redattore - Stato & Potenza

    UN CHIARIMENTO DEFINITIVO CON STATO E POTENZA
    Scritto da: Gianni Petrosillo (09/02/2012)
    Avrei preferito non intervenire ancora su questioni sollevate nei giorni scorsi con il mio articoletto “Stato, Potenza e minestrone ideologico”, ma poiché la redazione di Stato e Potenza ha affidato la sua replica ad un nostro ex collaboratore, piuttosto risentito per la sua inevitabile esclusione dal gruppo, sono costretto a ritornare sull’argomento precisando alcune cose. Il Signor autore della replica, che tanto signore non è, è stato allontanato da ConflittieStrategie non per divergenze di linea politica o per aver messo in discussione la sua analisi teorica che per noi non è un totem ma uno strumento finalizzato ad interpretare la realtà e fornire chiavi di lettura, soprattutto per questa epoca storica. La nostra elaborazione concettuale, tutto merito di La Grassa, è peraltro in continua evoluzione proprio perché il mondo circostante vive in questa fase le spinte di una forte mutevolezza che impone continui aggiustamenti, necessari e necessarissimi laddove non si voglia correre il rischio di finire nuovamente come gli ossi di seppia, marxisti e non, del passato. Quindi si procede per approssimazioni successive senza tuttavia mettere ogni volta in discussione l’impianto centrale di questa riflessione teoretica che ha mostrato, al momento, una grande validità discernitiva e predittiva. Detto ciò mi chiedo come sia possibile che uno dei più ferventi lagrassiani, almeno fino a ieri, colui che imbastiva interviste al Professore senza mai porre la cosiddetta questione dei dominati o delle strutture sociali se non per ricalcare i convincimenti del blog, possa adesso dire che sono state oscurate, nella teoria lagrassiana “le strutture sociali, economiche, politiche, statutali, la realtà materiale all’interno della quale si svolge l’azione strategica”. Chi ha affermato ciò è stato nei nostri ranghi per un periodo non breve, ma questa asserzione non è mai uscita dalla sua bocca, ci sono i suoi articoli sul blog che lo testimoniano ed ognuno può andare a leggerli. Era più realista del re, come si suol dire. Di più, anche nelle varie riunioni effettuate, il sunnominato, di fronte a tutti, ha sostenuto più volte che gli appassionamenti nei confronti dei dominati erano derive soggettivistiche e immaginarie che non avevano alcun riscontro nella “realtà materiale” come ora la chiama. Ovvero, i soggetti (o i blocchi sociali) non si trovano belli e pronti, non si possono inventare ma devono essere saldati e “costruiti” innanzitutto con l’azione teorica e poi politica delle avanguardie. E non basta manifestare, scendere in piazza con “il popolo”, fare movimento (o movida sottoproletaria) con bandiere e canzoni per essere reparto avanzato dalla parte degli sfruttati. Senza teoria la pratica è cieca ed infatti produce misture e slogan che la gente non capisce affatto e che possono anche essere strumentalizzati dai molti nemici. Ma torniamo al tizio di cui sopra il quale è stato sbattuto fuori per aver detto di non “scassargli la minchia” e non si discettava quindi di cose alte e filosofiche ma della gestione organizzativa del sito. Quindi è stato allontanato per maleducazione non per divergenze di pensiero. Del tizio ci siamo fidati così tanto da avergli messo in mano tutto, era lui il padrone delle chiavi di ConflittieStrategie ma si è dimostrato troppo suscettibile ed incapace di mantenere la calma. Del resto, non è la prima volta che il chiamato in causa si comporta così, ci tengo ad avvertire i redattori di Stato e Potenza contro i quali non ho nulla anche se questo circondarsi di transfughi poco corretti onestamente non lo trovo saggio (vi sfido a trovare articoli in cui hanno mai manifestato un minimo di dissenso, le motivazioni dell’ “esodo” sono state tutte personali e più o meno meschine, anche se ci possono stare). Ma avremo tempo di chiarirci forse non per tornare a lavorare insieme, perché è giusto che ognuno segua la propria strada, ma almeno per convivere intelligentemente, considerato che voi apprezzate le nostre tesi e che noi riconosciamo la presenza di molte persone preparate nelle vostre file. Escluso, ovviamente, quel tale che invece si diverte a gettare zizzania e poi sostenere in giro di esser stato espulso perché dubbioso e ragionante al cospetto di immobili settari come noi. “Non mi scassare la minchia” ed altri improperi, non sono categorie del pensiero a meno che non si ragioni con le parti basse. Ma come dicevo, non è la prima volta che il tizio agisce così. Ha creato problemi ovunque sia andato, per esempio in “Marxiana” dove ha fatto per anni il marxista ortodosso, poi è stato anche ecologista di ferro, per un attimo pure amico dei comunitaristi e via mimetizzandosi. Infine, i problemi creati a noi. Il ragazzo è fatto così, come il camaleonte Leonard Zelig, dogmatico tra i dogmatici, libertario tra i libertari, movimentista tra i movimentisti, salvo poi rinnegare tutti. A nostro parere, non verrà nulla di buono da questa sua collaborazione, ma il tempo ci suggerirà se abbiamo torto noi o voi. Auguriamo buon lavoro a Stato e Potenza e rinnoviamo la nostra stima a molti dei suoi collaboratori. Molti ma non tutti.

    Conflitti e Strategie » Blog Archive » UN CHIARIMENTO DEFINITIVO CON STATO E POTENZA
    Ultima modifica di Gianky; 25-07-12 alle 13:07
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    Predefinito Re: Stato e Potenza dice no alla coalizione rosso-bruna

    Stato e potenza, ripensateci avete in comune con quei tizi molto più di quanto vi aspettereste.

 

 
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