27/07/2012 - La perizia che accuserebbe l'azienda fra decessi, tumori e malattie respiratorie
All’Ilva di Taranto occorrono “interventi rapidi” per evitare un incremento di patiologie gravi. A sottolinearlo è Maria Triassi, componete del team di esperti nominato dal tribunale di Taranto e che ha lavorato per 6 mesi alla perizia medico-epidemiologica sull’Ilva raccogliendo dati, ambientali e di sorveglianza sanitaria (ricoveri ospedalieri e decessi), ricollegabili ai risultati dell’inquinamento registrati dall’Arpa e prodotti dall’acciaieria.
LAVORI URGENTI- “E’ chiaro che servono lavori di adeguamento dell’Ilva. Questo tipo di impianti siderurgici – spiega all’Adnkronos Salute Maria Triassi, che anche direttrice dipartimento igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’università Federico II di Napoli- producono emissioni di inquinanti atmosferici, come Pm10 o diossina, che se negli anni non vengono abbattute da sistemi di controllo possono creare un incremento di gravi patologie nella popolazione. Nel nostro lavoro – precisa la specialista, che non puo’ entrare nei particolari del provvedimento – abbiamo esaminato una coorte restrospettiva di casi di 20 anni”.
CENTINAIA DI MORTI - In 13 anni di osservazione, dal 1998 al 2010, “sono attribuibili alle emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno), ovvero l’1.4% della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache”. E’ quanto emerge dagli atti giudiziari che hanno portato al sequestro dell’Ilva di Taranto. Il dato – contenuto nel provvedimento cautelare – è stato riferito dal perito Francesco Forastiere durante la sua audizione nel corso dell’incidente probatorio. Il perito ha spiegato che l’esame ha riguardato una coorte di 321.356 residenti nei Comuni di Taranto, Statte e Massafra.
CASI DI TUMORE - “Sono altresi’ attribuibili – scrive il gip riportando passaggi dell’audizione di Forastiere – 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 937 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno), in gran parte nella popolazione di eta’ pediatrica (638 casi totali, 49 per anno)”.
SALUTE COMPROMESSA - “In conclusione – annota il gip Patrizia Todisco – l’esposizione continuata agli inquinanti dell’atmosfera emessi dall’impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell’organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte”. “I periti hanno più volte ribadito, nel corso dell’esame orale, come – sottolinea il gip – ‘lo stato di salute della popolazione di Taranto sia di indubbia compromissione”‘, e che a causa dell’inquinamento ambientale in atto “la situazione sanitaria di Taranto sia grave, tenuto anche conto del confronto con la popolazione dell’intera regione Puglia”. (ANSA/ADNKRONOS – Photocredits: Getty Images)
Le 1700 vittime di Ilva in 13 anni