C. De Gaulle: "l'Italia non è un paese povero. E' un povero paese".
Hai capito, ancora, male, quello è solo un punto, una riforma del lavoro che permetta minore remore nell'assumere, ma non basta ovviamente, poi ci sono ANCHE minori spese, che sono importantissime per ridurre il debito, anzi più improtanti della questione lavoro per l'integrazione finanziaria. E ridurre il debito è indispensabile per pagare meno gli interessi, che se fossero europei con eurobond, evidentemente dipenderebbero moltissimo dal livello di indebitametne dei Paesi più indebitati, quindi l'Italia, quindi di fatto l'indebitamento italiano inciderebbe pesantemente sugli interessi pagati da Germania o Slovacchia per dire, per questo è così importante e sotto gli occhi di tutti.
Oggi la Slovacchia vende bond al 43% a 10 anni, 1,5% meno di noi, l'Estonia più o meno uguale, idem la Slovenia, nei prossimi anni dovrebbero entrare nell'euro Paesi virtuosi come la Polonia o la Lituania e la Lettonia, che tuttavia hanno condizioni di vita inferiori alle nostre, a livello di welfare, pensioni ecc, e non credo che tu come nessuno avresti voglia di prestare soldi a qualcuno più ricco per permettergli di mantenere quel tenore di vita che tu stesso non hai, perchè di fatto indirettamente pagare più interessi di quelli che altrimenti pagheresti per farli pagare di meno a un altro, è come un prestito. E questo è un meccanismo finanziario che ovviamente è vero qualunque partito sia al governo al momento in qualunque Paese.
Tutto questo per dire perchè nei prossimi anni l'Italia sarà sottopsota a pressioni maggiori che altri Paesi che magari si possono permettere di fare i socialdemocratici.
Against all odds
Nella Carta del Pd per il 2013
torna il conflitto d’interessi
Bersani illustra domani le basi del programma elettorale
di Ettore Colombo
ROMA - Ci saranno anche il conflitto d’interessi e la patrimoniale, la cittadinanza ai figli degli immigrati e il riconoscimento per le coppie di fatto, nella «Carta degli intenti del campo dei progressisti e dei democratici» che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani presenterà pubblicamente domani al Tempio di Adriano di Roma. Chi la sottoscriverà potrà partecipare alle primarie (previste, salvo sorprese, per fine dicembre) e sarà la base per definire il programma di governo del candidato premier e dell'alleanza di centrosinistra.
Il leader democrat tiene molto a questo appuntamento e lo ha preparato con cura. Sul palco ci sarà solo lui. Anche il testo, una decina di pagine, della Carta l’ha scritto di proprio pugno il segretario. La notizia della presentazione del decalogo ha suscitato già qualche polemica. Sabato scorso sia il montiano Paolo Gentiloni sia il quotidiano di area democrat Europa si sono chiesti pubblicamente la stessa cosa: «Quando e dove Bersani ha discusso tale decalogo all’interno di organismi di partito?». Fulminea la replica dei bersaniani doc: «Il segretario ha illustrato le sue intenzioni programmatiche sia nell’ultima Direzione, quando la sua relazione è stata approvata all’unanimità, sia all’Assemblea nazionale, massimo organo decisione del partito, dove il suo discorso ha avuto cinque astenuti».
Molti, anche dentro il Pd, devono abituarsi – è il ragionamento dei suoi collaboratori – al fatto che Bersani si è già candidato alle primarie e a premier, domani lo ribadirà pubblicamente e se a qualcuno non sta bene l’idea si candidi a sua volta. Ma cosa c’è, nel decalogo?
La Carta degli intenti non è di certo un programma di governo preciso e dettagliato, che arriverà solo dopo le primarie, quando si saprà anche con che legge elettorale si andrà a votare e sarà definito, una volta per tutte, il perimetro delle alleanze. Riassume piuttosto il decalogo dei valori di massima del centrosinistra. Il «rigore nei conti» è, ovviamente, necessario, ma il Pd punta a un «cambiamento» in cui il lavoro è «il cuore del progetto: non si recupera competitività comprimendo diritti e salari», dirà Bersani. Urge, di conseguenza, la «redistribuzione delle ricchezze e il riequilibrio fiscale»: nel mirino del Pd vi sono «le rendite dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari». Vuol dire, di fatto, quella patrimoniale «sui grandi patrimoni e le rendite finanziarie», come spiega il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, che Bersani già un anno fa di quest’epoca aveva suggerito all’allora governo Berlusconi impegnato nelle manovre e contromanovre d’agosto.
Poi, difesa della libertà d’informazione e risoluzione del conflitto d’interessi, tema-chiave che rischia di arroventare un altro po’ i già difficili rapporti con il Pdl berlusconiano assai sensibile sull’argomento. E ancora, beni comuni e parità di genere, politiche industriali e sviluppo sostenibile, e, sul piano dei diritti, riconoscimento delle coppie di fatto e cittadinanza per i figli degli immigrati. Si insiste molto, insomma, sul «concetto di eguaglianza» e sul fatto che i destini dell’Italia e dell’Europa sono «strettamente intrecciati».
Sul piano politico, si punta a una «legislatura costituente», a una «democrazia saldamente costituzionale» e a una «riforma della politica». Punti che Bersani ha già discusso con diverse associazioni e movimenti (Libera, Libertà e Giustizia, Articolo 21, etc.) mentre con altre ne discuterà ancora (terzo settore, coop), oltre che con sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e imprenditori (Confindustria, Rete Imprese). La scorsa settimana, in una riunione a porte rigorosamente chiuse, Bersani ha coinvolto nella discussione storici e filosofi del calibro di Carlo Galli, Michele Ciliberto e Massimo Adinolfi, mentre a settembre l’intenzione è ascoltare i suggerimenti di giovani economisti come Massimo D’Antoni (nessun collegamento con il sindacalista Sergio), Roberto Mazzocchi e altri, sempre a porte chiuse.
Resta aperto, è ovvio, il confronto con i partiti. Mercoledì si parte con Sel e Vendola, non a caso scelto come primo interlocutore, poi toccherà ai socialisti di Riccardo Nencini e ad altre formazioni minori. L’Idv di Antonio Di Pietro non è in calendario né, tantomeno, è previsto lo sia in futuro.
Lunedì 30 Luglio 2012 - 095
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Nella Carta del Pd per il 2013 torna il conflitto d’interessi - Il Mattino
VOTA NO AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE
UN NO COSTITUENTE PER LA DEMOCRAZIA CONTRO L'AUSTERITA'
http://www.sinistraitaliana.si/ - http://www.noidiciamono.it/
Parti da un dato di fatto incontrovertibile, ovvero che le risorse per l'Italia saranno minori e che ci saranno vincoli di bilancio da rispettare, per arrivare ad una conclusione che forse potrebbe andare bene per te, ma che per un partito progressista non è accettabile. La politica di Monti non è l'unica possibile, si può fare di molto meglio adeguandosi comunque agli standard richiesti dall'Europa. Ci può essere una migliore scelta delle priorità su cui puntare e una maggiore distribuzione dei sacrifici. Questo, come già detto, non vuol dire che si potrà fare tassa e spendi come molti a sinistra sperano e vogliono, ma non vuol neanche dire fare i Montiani dopo Monti. Se il Pd non potrà distaccarsi da molti punti che hanno contraddistinto la linea Monti, ovvero riqualificazione della spesa pubblica, riforma del lavoro, riforma delle pensioni e responsabilità fiscale, non vuol dire che non possa dare a tutte queste mosse una maggiore connotazione progressista, anche in certi aspetti più liberale grazie all'assenza dell'iper-corporativo Pdl. Riforma del lavoro con più radicalità sul precariato e maggior copertura dell'Aspi, riforma delle pensioni che riprenda il lavoro fatto sui lavori usuranti e risolva il problema esodati, responsabilità fiscale che individuando delle priorità di spesa leghi la concessione di risorse a criteri più meritocratici e di virtuosità.
In poche parole si, senza la zavorra pesante come il marmo di un Pdl come sempre dannoso per il paese, affrontare la crisi sarà più facili...il governo Monti ha dimostrato ancora una volta che il Pdl non dà nessun valore aggiunto, anzi.
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
Vabbè belle parole, se tanto mi dà tanto in base alle tue parole il PDL ha impedito una maggiore spesa e minori tagli, del resto si era già visto nel 2010-2011, nonostante la storiella del PD più "liberale" e più in linea con le linee europee.
Perchè dalle tue parole si evincono solo maggiori spese e minori tagli, e questo sai bene che non sarà possibile. Quindi siamo sempre alle illusioni.
Against all odds
Su questo ti seguo. Ma io la vedo brutta. Perché ho l'impressione che il problema di cui si lamentano i sindacati nostrani non sia tanto l'età pensionabile aumentata per i lavori usuranti ma sopratutto l'età pensionabile oltre i 61 anni per tutti quei lavori non usuranti. Voglio vedere se SeL sarà mai d'accordo ad abbassare l'età esclusivamente per i lavori usuranti e, per controbilanciare, aumentarla ancora per chi invece fa lavori non usuranti.
Ultima modifica di Frankie D.; 30-07-12 alle 15:06
Ultima modifica di Gdem88; 30-07-12 alle 15:18
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]
No no qui non parliamo di soluzioni dei destra e di sinistra, o meglio possiamo parlarne solo a saldi invariati, perchè i saldi, il deficit, deve per forza essere quello promesso, o veniamo massacrati. E invece dai tuoi auspici vedevo solo appelli per maggiori spese e minori tagli, cosa impossibile nell'euro. A meno che non dici da cosa dovrebero essere coperti, ma coperti veramente, in modo matematico e certo.
Against all odds
Guarda, chiunque pensi che l'età pensionabile per i lavori usuranti possa essere inferiore ai 61-62 anni è solo un illuso, ma credo che SeL sia un po' più pragmatica di così. Ovviamente se si arriverà ad avere posizioni ideologiche quelle posizioni non potranno avere spazio, sotto i 61 non si può andare, e forse considerando la nostra situazione anche sotto i 63. Quanto alla Cgil, conto sulla Camusso che non è certo Landini....ha certamente le sue posizioni, ma non è irragionevole, ci si potrà fare una seria discussione, anche alla luce della riforma attuale e della congiuntura internazionale.
Ultima modifica di Gdem88; 30-07-12 alle 15:28
«Riformista è uno che sa che a sbattere la testa contro il muro si rompe la testa, non il muro! Riformista...è uno che vuole cambiare il mondo per mezzo del buonsenso, senza tagliare teste a nessuno» [Baaria]