Madonna che silenzio c?è su questo film, diventi un dvd - La Nazione - Toscana

Madonna che silenzio c’è su questo film, diventi un dvd
Trent’anni fa Nuti diventava famoso con la sua storia più pratese
PRATO - Ora il fratello Giovanni lancia un appello alla città.
di Federico Berti

Prato, 2 settembre 2012 - Sembra quasi impossibile che “Madonna che silenzio c’è stasera” non esista in dvd, eppure è così. Tutti i fans di Francesco Nuti lo attendono da anni. Anche le tv non sono state molto generose nei confronti di un piccolo film realizzato interamente in città nell’estate del 1982 e diventato negli anni un autentico cult movie. Raramente viene programmato nei palinsesti.
Sarebbe bello davvero che la copia originale, finalmente, potesse essere recuperata, nel caso restaurata e riportata a nuova vita su un supporto, il dvd, capace di garantirne una conservazione migliore e soprattutto duratura. Un desiderio, un augurio, manifestato anche dallo stesso regista, Maurizio Ponzi, pochi giorni fa in una nostra intervista esclusiva. Adesso anche Giovanni Nuti, fratello di “Cecco da Narnali”, si è lasciato andare ai ricordi. Per Francesco quello è stato il primo film da protagonista dopo l’abbandono del gruppo cabarettistico Giancattivi; per Giovanni, la prima colonna sonora importante.
Signor Nuti, Madonna che silenzio c’è stasera è in assoluto il film più pratese tra quelli realizzati in città, nonostante fosse diretto da un regista romano, Maurizio Ponzi. E’ d’accordo?
«Sì. Non solo è il film più pratese tra quelli girati e realizzati nella nostra città, ma rappresenta il distillato poetico più profondo che un artista come Francesco potesse scoprire dentro di sé e nella gente di Prato. I personaggi hanno una statura morale, un’ironia surreale che solo un poeta che ha vissuto quella fatica del lavoro (la fatica di tutti i giorni a Prato) poteva cogliere. Ponzi riuscì a sintonizzarsi in modo magistrale con il mondo espressivo di Francesco. Maurizio veniva da studi economici e aveva lavorato con Pasolini, tutti fattori che lo accordarono al mondo del lavoro nella Prato di quegli anni».
E lei come ha collaborato alla realizzazione del film?
«E' stata la mia prima colonna sonora. Ricordo ancora quella notte in via Carraia 50 quando Francesco e io tirammo fuori dal cappello della nostra fantasia la canzone Madonna che silenzio c’è stasera; lui il testo e io la musica. Venne così di getto come l’avessimo sempre saputa. Quella canzone è il tema che percorre tutta la trama della storia».
Che ricordi le suscita quel film?
«Il ricordo più bello è quello. Poi nel film c’è l’episodio dei debuttanti allo sbaraglio in cui Cecco canta Puppe a pera, un altro classico della sua carriera. Ed io che interpreto uno stralunato vigile urbano cantautore, tento di cantare una canzone dal titolo Vigile. Dopo appena due battute mi prendo in pieno viso una caterva di pomodori e ortaggi lanciati proprio da lui...Rideva con un gusto...che l’avrei strozzato. Ma si sa, noi toscani siamo maledetti e dispettosi!».
Francesco era all’inizio di una splendida carriera da solista. Qual era il suo stato d’animo durante la realizzazione del film?
«Cecco era entusiasta e ansioso, intimorito eppure spregiudicato. Aveva voglia di fare, di imparare. Ed imparò con una rapidità piratesca. Stava realizzando il sogno della sua vita, forse sentiva che il successo sarebbe arrivato, ma non perse mai quella tenerezza da Pierrot. Si sentiva un clown bianco, malinconico e irriverente».
Adesso il più bel regalo che si potrebbe fare a Francesco, sarebbe quello di recuperare ed eventualmente restaurare il film per poterlo riversare finalmente in dvd...
«Beh, sarebbe un regalo per tutti, non solo per lui, perché di film così non se ne vedono tanti in giro. In quel film non c’è solo l’esordio di un comico ma anche tanta parte del cinema italiano e internazionale. C’è De Sica di ‘Miracolo a Milano’, Germi de ‘Il ferroviere’, Chaplin de ‘Il Monello’, Buster Keaton l’attore più silenzioso del cinema muto. Ma soprattutto c’è una città che, con la sua anima dedicata al lavoro, ha dato a gente come Francesco, Roberto Benigni, Giovanni e Sandro Veronesi, Edoardo Nesi e altri ancora, la misura di una tenacia per il presente e per il futuro».
Che cosa si può fare concretamente?
«Intanto bisognerà sapere con certezza dove è conservata la pellicola originale, in che stato di conservazione versa, quali sono i costi dell’eventuale restauro. Qui Maurizio Ponzi e Mario Canale (autore del documentario Francesco Nuti e vengo da lontano n.d.r.) potranno darci una mano. Poi ci sono da capire i termini della proprietà del film ed infine verificare se ci sono finanziatori ed editori interessati a restituirci questo prezioso frammento d’arte e di storia».
Lei stesso, lo scorso anno, aveva lanciato una proposta ad alcuni industriali...
«Per la precisione nel maggio 2001 fui invitato dal Centro per l’impiego di Prato ad una proiezione di Madonna che silenzio c’è stasera, al museo del Tessuto. Proprio in quell’edificio Francesco girò la scena del telaio-mostro che impazzisce. In quella serata portai i saluti di mio fratello e augurai che la pellicola fosse restaurata e inaugurata proprio lì, nelle splendide strutture restaurate della ex Campolmi. Qualcuno tra il pubblico mi avvicinò e si dimostrò disponibile a realizzare una cordata di mecenati»