Ultima modifica di C@scista; 01-08-12 alle 13:42
È vero che l'Inglese è la lingua madre in campo tecnico, ma non è vero che è la più adatta ad esprimere concetti tecnico-scientifici. All'Inglese mancano alcuni modi e tempi verbali, mentre l'Italiano è una lingua molto più precisa e sofisticata, con la quale si riesce a esprimere qualsiasi evento condizionale subordinato a qualunque cosa in qualsiasi tempo. Con l'Inglese devo spesso interpretare (e spesso sbaglio); quando trovo la spiegazione in Italiano dello stesso concetto, mi risulta subito tutto più chiaro.
Spaghetti e pistole
I corsi in inglese al politecnico esistono già. Tra l'altro per accedere alle lauree magistrali serve comunque una certificazione di inglese (toefl, toec etc etc...). Non si capisce per quale motivo metter per forza tutti i corsi in inglese se non si hanno le risorse per farlo.
Se qualcuno di voi ha intenzione di prendere il Ph.D alla Sissa, meglio che sappia l'inglese.
http://www.sissa.it/tpp/phdsection/SISSAregulation.pdfI corsi sono strutturati in un primo periodo di attività didattica obbligatoria e un secondo periodo dedicato alla ricerca. Le attività sono svolte in lingua inglese.
Teniamoci stretti, che c'è vento forte.
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
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Non solo in campo scientifico si parla/scrive solo in Inglese ma anche nell'industria ormai si parla più l'inglese che la lingua madre.
Rendetevi conto che anche le aziendine da 50-100 dipendenti hanno oggi rapporti quotidiani con clineti/fornitori da tutto il mondo.
Ultima modifica di Airbus; 01-08-12 alle 14:41
Io sardo che difendo la lingua italiana. Che schifo di mondo.
Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.
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Il vizio insito nel capitalismo è la ineguale distribuzione della ricchezza. La virtù insita nel socialismo è la uguale distribuzione della miseria.