La crescita dell’occupazione straniera interessa maggiormente le professioni non qualificate: addetto nelle imprese di pulizia, manovale edile, bracciante agricolo, collaboratore domestico, carpentiere, camionista, addetto ai macchinari, portantino nei servizi sanitari. I settori in cui vengono per lo più impiegati sono i servizi (60%), l’industria (36%), l’agricoltura (4%).
“I dati ovviamente – si legge nel rapporto Istat - risentono anche della massiccia presenza del lavoro sommerso, che specie nelle attività agricole è un fenomeno piuttosto diffuso”.
A confermare tale generale tendenza ci sono i dati di Coldiretti e Confindustria. Secondo una recente analisi (2010) della Coldiretti, infatti, nelle campagne quasi un occupato su dieci è immigrato per un totale di ben 106.058 lavoratori stranieri. Invece l’indagine sul mercato del lavoro nel 2009 della Confindustria evidenzia che un’impresa su due ha utilizzato lavoratori stranieri, che compressivamente rappresentano il 4,3 dell’occupazione alle dipendenze. La manodopera di origine non italiana è molto elevata nelle piccole imprese: in quelle fino a 15 dipendenti è straniero un lavoratore su 10 (9,2%).