Buzek è presidente dell'Europarlamento
Maggioranza schiacciante al polacco del Ppe: «Finisce
la divisione fra vecchi e nuovi Stati membri dell'Ue»
STRASBURGO - Jerzy Buzek è il nuovo presidente del Parlamento europeo. Il polacco, esponente dei Popolari, ha avuto 555 voti, contro una maggioranza richiesta di 323. Le schede bianche o nulle sono state 69. Secondo l’accordo tra Ppe e Progressisti, il suo mandato durerà due anni e mezzo, poi Buzek passerà il timone a un esponente del secondo gruppo, probabilmente il suo capogruppo, il tedesco Martin Schulz. Buzek ha avuto i voti dei gruppi Ppe, Progressisti, Liberali, Verdi e dei Conservatori e riformisti (gruppo composto principalmente dai conservatori britannici).
SCONFITTO MARIO MAURO - Per l'Assemblea di Strasburgo questa elezione simboleggia la fine effettiva della divisione dell’Europa, a vent’anni dalla caduta del Muro. Il candidato del Ppe, dopo aver vinto la sua battaglia interna con l'altro candidato popolare, l’italiano Mario Mauro (Pdl), ha ottenuto l’appoggio anche del gruppo Asde (Alleanza dei Socialisti e Democratici) e dell’Alde (Alleanza liberaldemocratica), mentre il leader dei Verdi, Daniel Cohn-Bendit, ha annunciato il sostegno del suo gruppo «alla persona, ex membro di Solidarnosc», di cui ha detto di aver apprezzato il lavoro come eurodeputato nella scorsa legislatura, pur non essendo sempre d’accordo con lui. Gli eurodeputati della Sinistra unitaria europea avevano una loro candidata, la svedese Eva-Britt Svensson.
FINE DELLE DIVISIONI - «Se sarò eletto presidente dell’Europarlamento - aveva detto Buzek - considero che sarà finalmente terminata la divisione fra vecchi e nuovi Stati membri dell’Ue». Un’affermazione condivisa dal capogruppo Martin Schulz, che per ha parlato di «un momento storico che dimostra come l’Europa si sia sviluppata insieme», dopo l’ingresso dei Paesi ex comunisti. Durante il suo intervento davanti all’Assemblea di Strasburgo, prima delle operazioni di voto, l’ex premier polacco ha detto che la cosa più importante per l’Europarlamento sarà di «ascoltare i cittadini europei» e ha indicato le priorità della politica europea: le iniziative per uscire dalla crisi economica e finanziaria, per assicurare la sicurezza energetica (su cui Buzek pone l’accento molto più che sulle politiche climatiche), per affrontare quelli che ha definito i problemi dell’immigrazione, e per rilanciare la cosiddetta «strategia di Lisbona» per la competitività economica dell’Ue. Buzek propugna anche la fine della rivalità economica e commerciale fra Ue e Stati Uniti, per un accordo transatlantico di fronte all’agguerrita concorrenza dei giganti asiatici.
TRATTATO DI LISBONA - Altro tema importante, per Buzek, è quello del completamento della ratifica e poi dell’attuazione del Trattato di Lisbona, che dà più poteri al Parlamento europeo e strumenti decisionali più efficaci all’Ue. In questo caso, e sempre che gli irlandesi votino a favore del Trattato nel loro secondo referendum in ottobre, il futuro presidente dell’Europarlamento avrà un ruolo nella geografia politica del suo Paese, dove il presidente euroscettico Lech Kaczynski non ha ancora firmato la legge nazionale di ratifica, già approvata dal Parlamento nazionale.
14 luglio 2009
Link: http://www.corriere.it/esteri/09_lug...4f02aabc.shtml