Il sindaco di Verona Tosi condannato per propaganda razzista
Il circolo Pink chiede le sue dimissioni
(12 luglio 2009)
E' arrivata la condanna definitiva per Flavio Tosi, attuale sindaco di
Verona, e per gli altri cinque esponenti della Lega, che nel 2001
avviarono una campagna contro gli zingari. Allora erano i sinti
veronesi, sgomberati dall'assessore Fabio Gamba della giunta Sironi.
Famiglie che per tutta l'estate di quell'anno vagarono da uno spiazzo
all'altro finché il presidente della Sesta Circoscrizione, Luigi Fresco,
non accettò di ospitarli in un parcheggio di borgo Venezia. Un'odissea a
cui si aggiunse la violentissima (nei toni dei manifesti e delle
interviste di allora) campagna della Lega Nord, promossa dall'attuale
sindaco. Un'avversione, quella verso la minoranza zingara, sinta o rom
che sia, che Flavio Tosi ha anche evidenziato nel suo programma
elettorale. Una delle sue promesse, se fosse stato eletto, riguardava
appunto la chiusura dei campi rom. Promessa mantenuta. In un recente
incontro della Lega alla Gran Guardia il sindaco si è vantato di quella
campagna, affermando che riguardava campi abusivi. Falso perché i sinti
del quartiere Stadio abitavano in quella zona da più di dieci anni, come
testimoniarono al processo anche i dirigenti scolastici della
circoscrizione. Il Circolo Pink accoglie questa condanna con vera
soddisfazione, ricordando che, tra i firmatari dell'esposto presentato
in Procura, c'era uno dei portavoce del Coordinamento laico antirazzista
Cesar K., di cui il Pink faceva parte (anche come ospite). Quando
l'amministrazione Zanotto diede l'assenso allo sgombero del campo rom de
La Rizza, fu la sede del circolo Pink ad accogliere e nascondere (allora
i rumeni non erano ancora "comunitari") nella sua sede le famiglie rom,
composte per lo più da donne e bambini. Un atto di disobbedienza in nome
dei più deboli, che saremmo pronti a rifare.
L'odio di questo sindaco razzista, ora si può finalmente dire, nei
confronti delle popolazioni rom e sinte è inaccettabile. Un primo
cittadino non può permettersi atteggiamenti razzisti e xenofobi ma certo
questo non lo si può pretendere da un leghista rampante, che punta su un
elettorato i cui valori dichiarati sono l'egoismo, l'odio, il razzismo,
esplicitati quasi sempre con linguaggi particolarmente violenti, salvo
poi dichiarare "era una battuta". Ma questo l'hanno imparato dal nostro
presidente del consiglio.
Questa sentenza riordina le cose, restituendo dignità a tante persone
perseguitate e costrette alla clandestinità.
Noi eravamo fra quelli che nel 2001 si opponevano alla raccolta di firme
organizzata da Tosi e soci, tra cui un attuale parlamentare (Matteo
Bragantini), un assessore comunale (Enrico Corsi), un consigliere
comunale nonché vicepresidente della Provincia (Luca Coletto), la
sorella del sindaco, Barbara, capogruppo della Lega in consiglio
comunale, e il militante Filippi. Ci ricordiamo bene il loro
atteggiamento ai "banchetti" di raccolta firme allo stadio mentre
spargevano odio fra le persone del mercato.
Ora sarebbe bene che Flavio Tosi e gli altri condannati si dimettessero
dalle loro cariche istituzionali.
Chissà, magari, al pari di altri veronesi in odor di condanna per fatti
razzisti, potrebbero impiegare il loro tempo nei servizi sociali oppure
nella pulizia della città dai tanti rifiuti ingombranti che vengono
abbandonati in giro.
11 luglio 2009