Afghanistan . Ucciso un soldato italiano, tre feriti, due sono gravi

[Muntzer]

"Chi non fa inchieste, non ha diritto di parola" Mao

Afghanistan . Ucciso un soldato italiano, tre feriti, due sono gravi

Un paracadutista italiano è morto e altri tre soldati sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno che ha coinvolto il primo mezzo su cui transitavano a circa 50 chilometri da Farah in Afghanistan. Due dei tre feriti sono gravi, il terzo ha un braccio rotto. Lo ha annunciato oggi con un comunicato il Regional Comand West delle forze della NATO. L'episodio, dice la nota, è avvenuto a circa 50 chilometri a nord est di Farah. Le generalità dei militari coinvolti, precisano dall'Ufficio pubblica informazione del Regional Command West di Herat, non sono ancora state rese note dal momento che le famiglie dei soldati non sono ancora state avvisate.

V.C.U.

[Muntzer]

"Chi non fa inchieste, non ha diritto di parola" Mao

Afghanistan . Abbattuto un elicottero con contractors stranieri a bordo. Quattro morti

Un elicottero con a bordo contractors stranieri che lavoravano per le forze NATO in Afghanistan è precipitato questa mattina nel sud del paese: secondo un bilancio provvisorio i morti sarebbero quattro. Lo ha indicato un portavoce dell'Isaf, la forza Nato impiegata in Afghanistan. "Verso le 9 di questa mattina (le 6.30 in Italia), un elicottero civile è precipitato vicino alla base militare di Sangin", nella provincia di Helmand, ha detto il portavoce da Kandahar, nella più grande base militare nel sud. "Si contano quattro morti ma il bilancio potrebbe aggravarsi", ha detto. I passeggeri erano tutti contractors. Restano ancora da determinare le cause dell'incidente. Un portavoce dei talebani sostiene che l'apparecchio è precipitato a causa di un colpo sparato dai miliziani.

V.C.U.

[Muntzer]

"Chi non fa inchieste, non ha diritto di parola" Mao


Afghanistan . Ucciso un altro soldato della NATO, sono 11 in tre giorni

Un altro soldato della Nato e' morto in seguito un attacco dei ribelli in Afghanistan. Lo ha annunciato l'Isaf, precisando che il militare e' deceduto per le ferite riportate in un attacco avvenuto ieri nell'est del Paese. La morte del soldato arriva dopo che ieri la NATO ha annunciato che due soldati statunitensi dell'Isaf hanno perso la vita in attacchi dinamitardi nel sud del Paese. Tra ieri e l'altro ieri erano stati uccisi otto soldati britannici. Le vittime militari sono aumentate notevolmente nelle ultime settimane in concomitanza con la vasta offensiva britannica e americana contro i talebani nel sud iniziata tre settimane fa. Quindici soldati britannici sono stati uccisi fino a ora questo mese, otto dei quali sono morti nelle 24 ore piu' sanguinose per le forze britanniche negli ultimi anni. L'aumento dei decessi ha fatto salire a 184 il bilancio delle vittime britanniche in Afghanistan, una cifra superiore a quella dei soldati morti nella campagna irachena. Secondo il sito web indipendente icasualties.org, che registra le perdite militari in Iraq e Afghanistan, 195 soldati stranieri sono stati uccisi in Afghanistan quest'anno, una cifra che non include gli ultimi decessi.

V.C.U.

[Nazionalistaeuropeo]

A quanto sembra l'invio di soldati da parte
di Obama non è servito,la resistenza afghana
è fortissima.
È nell'interesse italiano un ritiro immediato
delle truppe.

[Sandinista]

Come ho detto più volte nelle guerre asimmetriche contemporanee i morti non si contano ma si pesano.

[Terraeamore]

Come ho detto più volte nelle guerre asimmetriche contemporanee i morti non si contano ma si pesano.

Se ho capito il senso della tua frase la condivido in pieno.
Vuoi dire che la conta dei morti in termini puramente quantitativi non ha senso dal momento che
1- esiste un aggredito e un aggressore senza ombra di dubbi
2- l'aggressore possiede armamenti e mezzi che l'aggredito neanche si sognerebbe di possedere.

Detto questo è chiaro che conta il peso dei morti, ovvero, posto che sul piano umano un morto è sempre un morto (e come tale va rispettato), il loro peso "politico" e etico-politico.

Spero di aver interpretato correttamente il tuo pensiero.

[Sandinista]

Se ho capito il senso della tua frase la condivido in pieno.
Vuoi dire che la conta dei morti in termini puramente quantitativi non ha senso dal momento che
1- esiste un aggredito e un aggressore senza ombra di dubbi
2- l'aggressore possiede armamenti e mezzi che l'aggredito neanche si sognerebbe di possedere.

Detto questo è chiaro che conta il peso dei morti, ovvero, posto che sul piano umano un morto è sempre un morto (e come tale va rispettato), il loro peso "politico" e etico-politico.

Spero di aver interpretato correttamente il tuo pensiero.

Esattamente ed aggiungo per delucidare il senso della frase che mentre da una parte c'è un popolo intero in lotta ed impegnato in una guerra di liberazione della propria terra dall'altra ci sono soldati professionisti in terra straniera supportati da quasi un decennio di propaganda basata sul concetto di esportazione della democrazia presso i popoli barbari. Presso l'opinione pubblica e le masse statunitensi ed europee (comprese quelle italiane) in questa ottica un morto tra le proprie fila colpisce molto negativamente rispetto alla morte di decine e decine di afghani. Sul lungo periodo questo tipo di morti diventa uno strumento politico indiretto per la guerra di liberazione e di resistenza.

[Terraeamore]

Esattamente ed aggiungo per delucidare il senso della frase che mentre da una parte c'è un popolo intero in lotta ed impegnato in una guerra di liberazione della propria terra dall'altra ci sono soldati professionisti in terra straniera supportati da quasi un decennio di propaganda basata sul concetto di esportazione della democrazia presso i popoli barbari. Presso l'opinione pubblica e le masse statunitensi ed europee (comprese quelle italiane) in questa ottica un morto tra le proprie fila colpisce molto negativamente rispetto alla morte di decine e decine di afghani. Sul lungo periodo questo tipo di morti diventa uno strumento politico indiretto per la guerra di liberazione e di resistenza.

Condivido pienamente anche quest'aspetto che sottolinei.

La speranza, tra l'altro è che gli stessi paesi aggressori inizino a non sopportare nel temp il peso di una guerra che diviene logorante e magari anche un po' impopolare nei loro stessi paesi. Certo è che l'esistenza della leva professionale da questo punto di vista è stata una trovata geniale dei paesi imperialisti per evitare eccessivi guai interni (Vietnam docet).

[Filippo Strozzi]

Presso l'opinione pubblica e le masse statunitensi ed europee (comprese quelle italiane) in questa ottica un morto tra le proprie fila colpisce molto negativamente.

Mah... La realtà è che i dominanti capitalisti sono molto abili perchè, avendo abolito l' esercito di leva, la morte qualche volontario (peraltro ben retribuito e assai motivati ideologicamente come si evince dai profili) non fa certo lo stesso effetto sull' opinione pubblica che l' uccisione di coscritti inviati a forza. Pensiamo solo a quel che accadde in Italia dopo Adua nel 1896 o in occasione della guerra di Libia nel 1911.
C'è da notare, inoltre, che l' esercito professionale italiano nelle zone di guerra è ormai composto quasi esclusivamente da meridionali, un dato su cui riflettere.

[Muntzer]

"Chi non fa inchieste, non ha diritto di parola" Mao

Afghanistan, morire da alleati

di Enrico Piovesana *

La notizia della morte del parà italiano sul fronte sud-occidentale afgano giunge inattesa solo a chi non ha ben presente che i soldati italiani, in Afghanistan, stanno combattendo una guerra. Non più come 'truppe di riserva', com'è stato negli ultimi anni, bensì come forze combattenti al pari di statunitensi, britannici e canadesi. Da quando, all'inizio della primavera, il governo Berlusconi ha schierato in Afghanistan i paracadutisti della brigata 'Folgore', rimuovendo tutte le limitazioni operative in vigore dal 2001, le truppe italiane sono penetrate in territorio nemico, lanciando un'offensiva volta a strappare ai talebani il controllo della provincia sud-occidentale di Farah, nel tentativo di arginare la loro avanzata verso il nord-ovest dell'Afghanistan. Primo obiettivo: la riconquista della strada 517, l'unica che collega il capoluogo provinciale, Farah City, alla 'Ring Road', la statale circolare che collega tutte le città del Paese. E' proprio sulla 517 che è avvenuto l'agguato di oggi. Da maggio, per 'mettere in sicurezza' questa strada, le truppe italiane stanno combattendo senza sosta nel distretto di Bala Buluk con carri armati e elicotteri da guerra, uccidendo guerriglieri talebani e, a quanto pare, anche qualche civile. Come lo scorso 13 maggio, quando nel villaggio di Pasht-e-Rod, un contadino è stato ucciso dal fuoco di mitraglia di un blindato su cui i residenti dicono di aver visto la scritta 'Italia'. "Prima la gente di qui vedeva di buon occhio i soldati italiani perché aiutavano la popolazione - racconta a Peacereporter Bilquees Roshan, consigliera provinciale di Farah - ma ultimamente le cose sono cambiate". Anche gli attacchi della guerriglia talebana contro le nostre truppe sono aumentate esponenzialmente negli ultimi due mesi.

"E' normale", ci spiega da Herat il maresciallo Marco Amoriello. "Da quando la nostra attività è aumentata nelle zone più a rischio, i nostri uomini sono maggiormente esposti ad attacchi". E ancor di più lo sono da quando molti talebani, in fuga dalla grande offensiva Usa nella vicina provincia di Helmand, sono fuggiti nella più 'tranquilla' provincia di Farah. Il maresciallo Amoriello liquida questa relazione come "elugubrazioni senza senso", ma pochi giorni fa questa realtà era stata denunciata dal comandante provinciale della polizia di Herat, generale Esmatullah Alizai, il quale aveva anche detto che il comando militare italiano si era lamentato per questo spiacevole effetto dell'operazione statunitense in Helmand. Era da tempo che i nostri alleati chiedevano all'Italia di "fare la sua parte" nella guerra in Afghanistan. Morire fa parte della guerra.

* La rete della pace, reportage dal mondo - PeaceReporter

V.C.U.