Napolitano traditore (in un Paese normale)
Non ho la pretesa di ergermi a titolo di Costituzionalista. Che non vuol dir nulla tranne che in Italia, dove il Costituzionalista si occupa di spiegare in tivù e sui giornali, ma soprattutto di interpretare, il significato dei singoli articoli della Costituzione adattati alle pieghe dei capricci dei politici, che ogni giorno rendono necessario complicare e stravolgere al limite del ridicolo ciò che la Costituzione non potrebbe dire nel modo più semplice.
L’esempio più comune è quello dell’articolo 3 sull’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla Legge. Ci sono volute ore di talk show e decine di prime pagine di castronerie di “pensatori liberali” prima che la Corte costituzionale ci dicesse ciò che tutti già sapevamo: ossia che il lodo alfano in favore di Silvio Berlusconi è incostituzionale.
La Costituzione italiana avrà tanti difetti e sarà pure da aggiornare. Ma sfido chiunque a ritenere che i suoi 139 articoli non siano abbastanza chiari da rendersi immuni di interpretazioni fasulle.
Prendiamone uno a caso: l’articolo 90. Che essenzialmente dice: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento…“.
Dunque, evinciamo che Giorgio Napolitano è un irresponsabile tranne quando si macchia di “alto tradimento“. Chi stabilisce che il Capo dello Stato è un traditore? Il parlamento in seduta comune a maggioranza dei suoi membri…
Bene, ma cos’è l’alto tradimento? L’alto tradimento, si legge su Wikipedia, “è un reato politico che si verifica quando il Capo dello Stato rivela segreti, specialmente di natura militare, a potenze nemiche.” Un reato paragonabile alla possibilità che il codice della strada preveds la revoca della patente al conducente soltanto nel caso in cui investisse un calesse in autostrada. Cioè mai. Almeno per l’assetto geopolitico attuale che vede l’Italia inserita in un contesto europeo e per la sua insignificanza militare, oltre che per la sua nulla tradizione bellica.
Rimane quel “specialmente” che potremmo interpretare. “Specialmente” vuol dire “non esclusivamente”.
E allora perché non ritenere traditore un Capo di Stato che pretende la distruzione di una serie di telefonate con un indagato per falsa testimonianza in un processo che cerca di far luce sui mandanti delle stragi siciliane che hanno dato il là alla cosiddetta Seconda Repubblica?
Il tradimento, leggiamo dal dizionario di lingua italiana, è un crimine che riguarda una serie di atti di slealtà o infedeltà nei confronti di uno Stato sovrano. Ora, se Giorgio Napolitano è un irresponsabile che chiacchiera al telefono con l’indagato per falsa testimonianza Nicola Mancino, cos’ha da temere? Cos’ha da nascondere? Perché ricorre alla Consulta che “giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, (…) sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato...”?
Eccolo qui il vero VULNUS che tuonano i giornali. Il cosiddetto VUOTO che impedisce di accusare un Capo di Stato di mancanza di trasparenza nei confronti di 60 milioni di cittadini.
Eccolo il vuoto di responsabilità politica di un capo di Stato, che come la mafia, invoca il silenzio su vicende di mafia.
La prima azienda italiana. Eccoli gli specchi su cui si arrampica Napolitano rincorrendo come un impunibile qualunque i conflitti di attribuzione.
Dov’è il reato di vilipendio all’intelligenza degli italiani? Perché non esiste? Napolitano, fosse un presidente degno di questo nome, svelerebbe cosa si è detto con Mancino al telefono e magari sarebbe andato a Bologna per i 32 anni di anniversario delle bombe del 2 agosto piazzate alla stazione dalla P2.
Altro che fuggire a Londra al villaggio olimpico, lontano dai fischi e dalle pernacchie di piazza!
Un presidente degno di una democrazia europea condannerebbe i segreti di Stato e s’appellerebbe al parlamento per la loro rimozione.
Ma Napolitano, lo abbiamo capito, ha la coda di paglia. Tradisce la nostra intelligenza facendo leva sull’ignoranza, la disinformazione e la buona fede degli italiani che gli pagano un lauto stipendio.
Così facendo, Napolitano tradisce.
In un Paese normale Napolitano non sarebbe proprio presidente. Lo è in Italia: la Repubblica fondata sulla mafia. Che onore…
Napolitano traditore (in un Paese normale) | Il blog di Daniele Martinelli
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