«Penso che se il governo precedente fosse ancora al potere lo spread sarebbe a 1.200, o qualcosa del genere». Lo dice il premier Mario Monti in un'intervista pubblicata dal Wall Street Journal (due giorni dopo quella allo Spiegel tedesco) che ripercorre ampi stralci di un'intervista del mese scorso. «Non voglio essere amato ma che il governo sia credibile e rispettato», spiega sottolineando che la sua popolarità in nove mesi di governo è scesa dal 72% al 40%.
«Gli spread sono ancora alti perché il nostro debito è oggettivamente molto alto, e i mercati hanno iniziato a realizzare in maniera drammatica che la governance della zona euro è debole. La Francia ha fatto molte meno riforme di noi, eppure i suoi spread sono più bassi. Perché è opinione prevalente che la Germania non lascerà andare la Francia. Penso che se il governo precedente fosse ancora al potere, lo spread dell'Italia ora sarebbe a 1200 o qualcosa del genere».
Mario Monti è «un'anomalia in Europa: un leader non eletto chiamato a realizzare quei cambiamenti impopolari che i politici si rifiutano di fare», scrive il Wall Street Journal, che apre l'edizione online con un ampio ritratto del presidente del Consiglio italiano: «Italian's job: il premier parla duro per salvare l'euro». Il quotidiano finanziario ricostruisce i mesi di confronto tra i leader europei chiamati ad affrontare la grave crisi del debito: «Il primo ministro italiano - si legge sul Wsj - si è mostrato il più determinato nell'affrontare l'approccio tedesco», seppur con un "aplomb" tutto «britannico».
Esemplare, ricorda il quotidiano, il duello con Angela Merkel nel summit europeo che si svolse alla fine di giugno, quando Monti lanciò al cancelliere tedesco un «imprevisto ultimatum»: «Questo non aiuta, Mario», disse la Merkel. «Lo so», rispose il presidente del Consiglio italiano, che per il quotidiano ne gestire la propria carica «si affida alla tolleranza dei principali partiti politici e non ha una propria base di potere, eccetto quella costituita dalla propria personalità». Eppure il «carattere disciplinato» di Mario Monti, sottolinea il Wsj, «è più tedesco che italiano. Cattolico, istruito dai Gesuiti, è apprezzato dal Vaticano anche se ha reintrodotto le tasse sulle proprietà della Chiesa» e ha «portato con sé uno stile più sobrio» rispetto a quello di Silvi Berlusconi. «Da questa estate» scrive ancora il Wsj, Monti «si trova in un circolo vizioso, più propone misure impopolari, più i partiti che lo sostengono minacciano di uscire dal governo»
Monti al Wsj: senza di me lo spread sarebbe a 1.200 - Il Sole 24 ORE